LIAM'S POV:
Ero sdraiato da almeno quattro ore sul divano senza cambiare posizione. Ciò era ovviamente dovuto al mio pesante litigio con Zayn, che ancora insisteva sul fatto che dovessi parlare con mia madre e dirle la verità, mentre io ne non trovavo il coraggio.
Insomma, sapevo qual era la cosa giusta da fare, sapevo che era arrivata l'ora che sapesse la verità e che avrebbe potuta scoprirla in altri modi, semplicemente sfogliando la galleria o sentendomi parlare a telefono col moro durante la notte. Eppure non ci riuscivo, ero bloccato dalla paura della sua reazione, nonostante il carattere mite e conciliante di mia madre e la sua apertura verso qualsiasi tipo di orientamento sessuale.
Quando aveva capito che Harry era gay (più o meno a 13 anni) non aveva fatto una piega, non aveva mai detto niente di offensivo e anzi tante volte aveva ascoltato il mio migliore amico lamentarsi per ore ed ore di uno o di un altro ragazzo. Però adesso si trattava di me e l'equilibrio che era riuscita a stabilire era troppo precario per una notizia del genere.
"Liam, é pronto" mi chiamò mia sorella, affacciandosi dalla cucina. Io mi limitai a scuotere la testa, senza dare una vera e propria risposta, ma lei capí subito che non era aria e che doveva lasciarmi in pace. Quando sentii dei passi, più lenti e trascinati, intuii che aveva passato la questione a qualcuno di più competente.
"Perché non vuoi mangiare?" sussurrò mia madre, sedendosi sul divano accanto a me.
"Non ho fame" mi limitai a rispondere, girandomi in modo da darle le spalle. Ma lei non si arrese.
"É successo qualcosa? É tutto il giorno che sei strano" sospirò, con voce dispiaciuta, mentre mi accarezzava il braccio destro.
"Sto bene" asserii, scocciato, rivolgendogli una mezza occhiataccia.
"No, non è vero. So ancora capire quando mio figlio ha qualcosa che non va" rispose a tono, sempre più determinata "Hai litigato con Harry?" riprese.
Mi decisi a mettermi seduto accanto a lei, guadagnandomi un lieve sorriso. Tanto la conoscevo e sapevo che non avrebbe lasciato perdere se non avesse ottenuto qualche risposta.
"È tutto okay con Harry, mamma" mi sforzai di sorridere, ma lei continuò a guardarmi con la stessa aria inquisitoria che aveva assunto dall'inizio della nostra conversazione.
"Passerà, devi solo lasciarmi in pace per un po', va bene?" Proposi ancora, ma lei scosse la testa.
"No, non va bene per niente, Liam James Payne. Tu stai sempre al cellulare o fuori casa, noi due non parliamo più.." la frase partita a mo' di rimprovero, mi sembrò alla fine un'amara riflessione personale, alla quale però non risposi.
"Avete litigato?" chiese infine, guardandomi dritto negli occhi.
"Chi?" domandai a mia volta, un po' stordito dalla sua fermezza.
"Tu e il tuo ragazzo" rispose con voce tranquilla, facendomi andare la saliva di traverso.
"Ma cosa stai dicendo?!" gridai, guardandola come un pazzo. Lei rivolse un'occhiata al cielo.
"Non mi ricordo più come si chiama" sospirò, continuando a guardare il soffitto, come se stesse aspettando un aiuto divino.
"Mamma?!"
"Ah, ma volevi finalmente parlarmi del fatto che sei gay? Perché penso di avere aspettato anche un po' troppo per sentire quella stupida frase, ma ti risparmio la fatica dicendoti che mi aspettavo questa dichiarazione almeno quattro anni fa. Sei grande, e adesso voglio il gossip. Che dici, é dolce?" il suo tono interessato mi spaventò e mi sorprese allo stesso tempo. Continuai a guardarla, abbastanza scioccato, e lei mi cinse le spalle col suo braccio.
"Ho sempre saputo che tu fossi gay, Liam, sin dai tempi in cui giocavi a calcio e quando tornavi a casa disegnavi i ragazzi più carini della squadra sul tuo diario" sussurrò, rivolgendomi un sorriso.
"Perché non me l'hai detto? Mi sono fatta un sacco di problemi, avevo paura che tu potessi prenderla male.." cominciai, ma lei mi interruppe immediatamente.
"Ho aspettato che tu fossi pronto. Ti amerei anche se tu fossi un serial killer, e nell'omosessualità non c'è assolutamente niente di sbagliato. Io ti accetto così come sei."
"Ti voglio bene, mamma" sorrisi, abbracciandola. Lei mi strinse per qualche secondo, poi si allontanò.
"Adesso voglio il gossip!! É un bel ragazzo?"