Capitolo 13

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Ho sempre pensato che le stelle sono la cosa più bella da vedere. Le luci che brillano nel cielo notturno, riempiendo la mia solitudine con la loro meravigliosa compagnia. Ho sempre pensato che io non sarò mai una di loro, una stella. Troppo luccicante per la mia oscurità, e tante volte ho odiato me stessa, tante di quelle volte che nemmeno si possono contare. Le stelle così belle sarebbero rovinate da una luce fioca e inesistente, perché è quello che sono.

Non mi definisco una depressa, perché è quello che non sono, sono solo una persona che ha lottato troppe volte con la vita lasciando i pezzi ad ogni scontro. Avrei solo bisogno di qualcosa che mi illumini, qualcosa che mi riempia quel vuoto che ho da anni ormai. Ma so che non potrò mai avere la persona che mi farà stare bene ogni giorno della mia esistenza, perché lei se n'è andata e non sarà più la mia mascotte di vita.

Vorrei scoppiare, piangere, battere i pugni fino a sanguinare, urlare, ma non lo faccio. Chiudo solo gli occhi e reprimo tutto.

Il telefono continua a squillare interrottamente ed io lo lascio suonare senza rispondere.

Dopo ieri ho passato la giornata a pensare e sta mattina mi sono svegliata davvero male, quindi ho deciso di marinare scuola e di venire al fiume. Sono stata sdraiata qui da ore fin che il giorno non ha lasciato spazio alla notte.

Prendo la mia birra e ingoio un grosso sorso, l'amaro del liquido scorre nella mia gola facendomi sentire meglio.

<<Non pensi che bere senza aver mangiato nulla, non sia sano per il tuo corpo?>>

Sento una voce in lontananza e mi alzo di scatto strabuzzando gli occhi.

<<Cosa ci fa lei qui?>> domando.

<<La tua amica è preoccupata e ti ha cercata dappertutto, è venuta anche da me e io sapevo di trovarti qui.>>

<<Non si doveva scomodare Don Luke.>>

<<Quante volte devo ripeterti di chiamarmi con il tu? Non abbiamo poi chi sa quanti anni di differenza.>>

Sbuffo divertita, ricordandomi di quante volte mi ha ripetuto questa frase.

Si siede vicino a me e rivolge lo sguardo alle stelle, come stavo facendo io poco fa.

<<Vuoi parlare?>> domanda con ancora lo sguardo rivolto verso il cielo.

<<Mi sta sfuggendo tutto da mano.>> sussurro abbassando gli occhi.

Don Luke è l'unica persona che sa tutto di me, anche i miei stati d'animo, le mie emozioni. C'è sempre stato, ogni volta che crollavo lui era lì con me ed ogni volta che avevo bisogno di parlare con qualcuno lui c'era sempre. Mi ha vista nascere e lui e mia madre erano grandi amici. Ha sofferto con me, mi ha tranquillizzata ed è riuscito a risollevarmi. Per me non è solo un prete, ma molto di più, è un amico, un confidente, una persona che so non mi abbandonerà mai.

<<Perché?>>

<<Sento che sto crollando di nuovo. Non sopporto tutto questo, non ci riesco. Ho fatto finta troppe volte che andava tutto bene ma la verità è che non è andata mai nulla bene, tutto male. Ho sorriso e stavo fingendo, ho cercato di essere normale senza il mio solito scudo e non c'è l'ho fatta.>>

<<Alisha adesso hai solo paura, paura che la tua vita si ritorcerà di nuovo contro.>>

<<Vorrei tanto non essere mai nata.>> sussurro.

<<Ed è qui che ti sbaglii, tu sei un dono, come ogni bambino che nasce su questa terra. Sei l'amore che lega una famiglia, sei la gioia immensa e la luce.>>

Troverò la luce nel buio del tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora