Capitolo 14

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Le parole di mio padre rimbombano nella mia mente come un disco rotto. Mi giro e rigiro nel letto non riuscendo a trovare la posizione adatta. Mi alzo dal letto e noto che sono le quattro del mattino, non mi sento stanca bensì irrequieta. Il freddo mattutino si sparge nella stanza facendomi rabbrividire e pentire di aver abbandonato le accoglienti e calde coperte. Entro in cucina e mi preparo una camomilla, sperando che essa mi faccia passare i miei pensieri rendendoli polvere. Dopo che la camomilla è pronta me la verso in un grande bicchiere e ritorno nella mia stanza, mi affaccio alla finestra e la luna è lì che mi fa compagnia. La camomilla mi riscalda un po' e il mio sguardo è sempre rivolto al cielo, così limpido, così oscuro, così bello e magnifico, pieno di insidie.

Non so per quanto tempo sto ad ammirare il cielo, ma è il tempo giusto per vedere l'alba. Il sole con la sua luce inizialmente fioca sorge, rilevando tutta la sua potenza, la sua lucentezza ma soprattutto l'inizio di un'altra giornata. La notte pian piano diventa più luminosa e la luna lascia spazio alla suo coetaneo. Sono gli opposti, non si incontrano mai e sono rare le volte che lo fanno e anche piuttosto brevi. Non riesco a capire a come fanno a vivere separatamente per tutto questo tempo per poi sperare che arrivi in fretta il tempo per incontrarsi. Io non ce la farei, non riuscirei a vivere solo di speranze e attese, sarebbe troppo e il dolore lascerebbe spazio a tutti gli altri sentimenti. Mi stacco dalla finestra e con gli occhi più stanchi ritorno a dormire, sperando che tra qualche ora non muterei in qualche zombi dell'oltretomba.

***

Il suono della sveglia diventa dannatamente fastidioso ed io cerco in tutti i modi di farla cessare, riuscendoci sì, ma con il prezzo di una sveglia in pezzi e del mio umore ancora peggio. Lancio un urlo di rabbia e ritorno a chiudere gli occhi, fregandomene altamente della scuola. Poi però un pensiero mi fa aprire di scatto gli occhi, anche ieri non ci sono andata e se continuo di questo passo dovrò studiare anche d'estate ed io non ci penso proprio. Malamente mi alzo dal letto, facendo cadere anche le coperte. Sono un totale disastro confermo. Corro verso il bagno, scivolando sul tappetino della doccia che non avevo notato.

<<Perfetto non può andare meglio di così.>> urlo per la mia sbadataggine.

Mi alzo dolorante, mi sciacquo il viso cercando di svegliarmi e poi i denti. Dopo mi vesto e vado in cucina cercando di mettere qualcosa sotto i denti. Prendo una briosce e del latte ma finisco miseramente per addormentarmi con la brioche tra le mani, svegliandomi solo quando la mia faccia va a sbattere contro la tazza. Impreco in tutte le lingue del mondo visto che sono in un ritardo cronico. Mi risciacquo la faccia, prendo lo zaino e con le cuffiette nelle orecchie corro verso scuola.

Quando sono vicina alla struttura noto Bradley indaffarato con il cellulare, intento a chiamare qualcuno. Il suo lavoro è davvero impegnativo, penso ironicamente.

Corro ancora e scommetto di avere i capelli arruffati e il viso assonato.

Brad appena mi vede ride sguaiatamente ed io gli faccio il segno del vaffanculo continuando a correre. Finalmente varco il cancello e affaticata come non mai mi concedo un minuto per respirare. Sono una stupida, ecco cosa sono e la giornata era iniziata stupendamente con l'alba ma poi è andata da tutt'altra direzione. La sfiga mi perseguita. Corro ancora stremata verso la mia classe e spero vivamente di non puzzare come un cammello, ci mancherebbe solo questo e la mia tomba è pronta per accogliermi. Entro senza neanche bussare, la mia educazione è andata a farsi benedire. La prof mi trucida con lo sguardo e con un gesto solo mi inviata ad uscire e ad entrare alla seconda ora. Evito di rivelare il mio malumore e gli e ne dico di tutti i colori una volta che chiudo la porta. Stremata e arrabbiata mi dirigo verso il cortile. Quando arrivo dai bidelli, la signora sta per dirmi qualcosa ma io la fermo ancora prima di parlare facendole cenno di non preoccuparsi. Esco fuori, all'aria aperta e mi accodo su una panchina. Mi sdraio e dopo pochi minuti mi addormento.

Troverò la luce nel buio del tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora