Erano circa le due e mezza. Eravamo in una piccola stanza, ed eravamo io, Anakin che mi teneva la mano, e alcuni del consiglio Jedi. Obi-Wan era nell'altra camera che preparava la mia amica ad essere...bruciata.

Qui i funerali sono così.

No, non potevo vederla bruciare, non potevo...e poi tutta quella storia dei Sith, potevo riportarla in vita.

-Anakin io non ce la faccio vado a parlare con Obi-Wan-

Dissi guardandolo per un secondo per poi staccarmi dalla sua mano andando nella stanza. C'erano delle ragazze che la pettinavano e che la sistemavano. Obi-Wan era lì accanto che la accarezzava.

-Obi-Wan...ti prego non..-

-no non la bruceremo tranquilla, ecco vedi quella lastra e quei fiori?-

C'erano anche dei fiori lì vicino, sarebbe stata stupenda. Corsi verso di lui ad abbracciarlo, avevo una possibilità di salvarla.

-grazie grazie grazie-

-io sapevo di lei ed Anakin, non dirò niente su questa storia, ma mi devi promettere che ti prenderai cura dei gemelli con Skywalker, per favore...-

Con un nodo alla gola, annuii.

-certo-

Dissi, poi le ragazze iniziarono a mettere i fiori attorno a Ayla, gigli e rose bianche, le sue preferite, le misero le mani congiunte sopra il petto mettendole tra esse un giglio, le sistemarono di nuovo i capelli e le fecero per mettere la bara di vetro sopra ma le fermai. Con delicatezza presi un piccolo bocciolo di rosa e glielo misi tra i capelli, era semplicemente stupenda.

-però aspetta-

Tirai fuori dalla tasca della mia tunica una spada laser. La sua, recuperata dalla battaglia. In quel momento sembrava una dolce e gentile principessa. Ma si sapeva che lei non era così, o non del tutto.

Era tosta, era determinata, decisa. Lei era Ayla Kenobi.

Glila misi tra le mani, sul petto.

-ora sei perfetta, la mia Jedi combattiva-

Gli sorrisi per poi abbracciarla, cercando di non scompigliarla.

La sua voce che mi diceva un 'grazie' risuonava ancora nella mia testa. Poi la portarono nell'altra stanza, lontana dalle mie braccia, dal mio cuore.

Quella fu una delle giornate più piovose dell'anno, come quella sera, con Roan. Tuonava, il cielo era grigio, l'odore di pioggia che si diffondeva nei corridoi. E io che con Anakin accanto mi recavo nella camera dove l'infermiera ci aspettava per affidarci i gemelli, o per lo meno dirci dove andare ogni volta per accudirli, soprattutto io, anche se Anakin era il padre.

Era alto, poco più di me, ma quel giorno andava in giro a testa alta nascondendo l'aria triste dietro un'aria seria e responsabile, che non aveva quasi mai.

-andrà tutto bene-

Lo rassicurai prima di entrare nella porta grigia che ci separava dalla camera, tenendo la mano sul pulsante per aprirla.

-no invece-

Poi la porta si aprì da sola e un'infermiera robot ci portò alle due 'culle' dove erano riposti.

-mi spiace per l'accaduto-

Disse con aria malinconica, io annui, Anakin rispose acidamente.

-anche a noi-

-lei deve essere il maestro Skywalker?-

Lui annui avvicinandosi ad una delle culle, guardando l'essere lì dentro con aria felice-triste. Io feci lo stesso, era così piccolo, dormiva inconsapevole che sua madre fosse morta.

Tu non sei cattivo ||Anakin SkywalkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora