Il sogno

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Aveva sempre avuto il sogno di andare in Francia.

 Fin da quando era bambino si faceva regalare libri che parlassero della Francia e passava la sue torride giornate estive a Nicosia,sfogliando gli atlanti geografici che parlavano di questa lontanissima e bellissima nazione.

 A differenza dei sogni che hanno i bambini di dieci anni, questo crescendo non era scomparso ed era diventato un obiettivo che Marco era pronto a raggiungere a tutti i costi. 

Tutte le persone del paese, a partire dai genitori, non erano d'accordo a questo ideale di libertà e di riscatto.

 I compagni iniziarono a metterlo da parte perché era a loro dire "strano". 

Sicuramente era introverso e amava fantasticare, ma era tanto curioso. 

Arrivato alle superiori, precisamente al Liceo Classico di Enna, fu molto triste nell'appurare che neanche in quella scuola era presente il francese, come gli avevano fatto credere i professori per distoglierlo dal Liceo Magistrale Linguistico.

 Nonostante ciò fece il suo dovere e fu un alunno modello, l'obiettivo si avvicinava....

Vi lascio immaginare l'espressione che fecero i parenti, quando, durante il pranzo di Ferragosto dell'estate successiva al diploma, lui rifiutò pubblicamente un lavoro nelle poste del Paese, che il padre aveva faticosamente sudato raccomandandosi  con il suo principale.

Alla sorella maggiore, insegnante di Italiano, cadde una vassoio di parmigiana. Il papà era molto arrabbiato, e lo si capiva anche dal suo silenzio. 

La mamma non riuscì a trattenere le lacrime, anche se non si sa se era dovuto alla parmigiana che era spiaccicata per terra insieme all'(ormai ex )piatto del "servizio buono" o per la scelta del figlio.

Il padre era incredulo e fissava Marco in un modo cagnesco che faceva presagire la ripresa di questo discorso non in pubblico mentre la nonna guardava in disparte questa scena quasi comica e sorrideva: finalmente qualcuno in quella famiglia era pronto a cambiare e a superare la linea di confine di quel paese.


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