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Enola

Quando riaprii gli occhi vidi sopra di me il cielo attraversato dalla seggiovia, il tutto incorniciato dal volto di mio zio e da quelli di Paolo e Paola.

«Stai bene? » chiese mio zio.

Provai a tirarmi su a sedere e con difficoltà vi riuscii.

Per fortuna avevo il casco, altrimenti non sapevo quali sarebbero potute essere le conseguenze.

«Sto bene. Dov'è Diego?»

«È andato al rifugio con Carolina.»

Sentii le lacrime salire. Mi aveva abbandonato in mezzo la pista. Svenuta, a rischio di essere investita da altri sciatori, al freddo... mi aveva lasciato da sola per passare del tempo con Carolina.

«Enola... comunque hai la faccia nera e gli occhi bianchi.» disse Paola.

«Scusa?» chiesi con voce strozzata.

«Guarda.» Paola mi passò i suoi occhiali da sole con le lenti a specchio.

Se prima avevo trattenuto le lacrime, in quell'istante non ne fui più capace. Due bollenti goccioline salate fecero la loro comparsa.

Il mio volto era eccessivamente abbronzato e intorno agli occhi avevo due cerchi bianchi a testimoniare la presenza degli occhiali da sole.

Non era possibile. Avevo messo la crema protettiva proprio per ovviare a quell'abbronzatura imbarazzante. Era un crema protettiva ottima, comprata in farmacia e l'applicavo ogni ora.

Estrassi il piccolo flacone da una delle tasche della mia giacca e lo osservai. L'immagine decorativa mostrava una donna intenta a spalmarsi sul volto una crema bianca. Aprii il flacone. La crema all'interno era arancione.

Ebbi un brutto presentimento. L'apertura era stata forzata.

Qualcuno doveva aver sostituito la crema protettiva con dell'abbronzante.

Mi alzai in piedi e ancora traballante mi rimisi sugli sci per raggiungere il rifugio.

Non appena arrivai spalancai la porta con violenza e cercai Diego e Carolina in quel locale gremito di sciatori che brindavano con dei bombardini o che mangiavano panini farciti con speck.

Li vidi. Erano in un angolo del rifugio con due cioccolate calde tra le mani, sembravano una coppietta felice.

Camminai come una furia verso di loro, il pavimento in legno tremò sotto il peso dei miei stivali.

«Diego!»

Si voltò verso di me e scoppiò a ridere. Carolina non fu da meno e le colò della cioccolata dalla bocca.

«Sembri un panda in negativo.»

Fu quello l'unico commento che Diego riuscì a fare prima che gli strappassi la tazza di mano e gli versassi il contenuto addosso.

Rimase di stucco.

«Sei impazzita?»

«Perché hai messo l'abbronzante nel flacone della crema?» dissi piangendo.

Diego non si aspettava quella reazione. Rabbia sì, vendetta sì, lacrime no.

«Era uno scherzo...non credevo che...» disse a bassa voce.

Alzai una mano nella sua direzione fermandolo prima che mi propinasse scuse ridicole.

«Da ora fino alla fine delle vacanze stai lontano da me.»

Mi asciugai le lacrime e me ne andai lasciandolo senza parole, impedendogli di avanzare scuse di alcun tipo.

ANCHE ORA - Speciale NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora