Capitolo 7

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Mancava ancora un giorno al fine settimana ad Hogsmeade, ed Hermione desiderava con tutto il cuore che il sabato arrivasse presto: era sicura che in questo modo sarebbe riuscita a evitare Malfoy, ma con le lezioni era impossibile. Oltretutto, quel venerdì avrebbe avuto Pozioni. Con i Serpeverde. Maledizione! Perché non ho tenuto la bocca chiusa? Ho rovinato tutto! Pensò mentre cercava di spazzolare i suoi capelli, i quali avevano deciso proprio quella mattina di essere indomabili. Ad Hermione ricordavano vagamente la forma di una balla di fieno. Rassegnata e arrabbiata, sospirò e depose sul comodino la spazzola, tanto non doveva fare colpo su nessuno, men che meno su Malfoy. Dato che era in anticipo, si sedette sul letto e aspettò Ginny, mentre i pensieri erano liberi di fluire nella sua mente. Si sentiva molto stanca, poiché quella notte non aveva dormito granché; si era svegliata almeno una decina di volte, mentre rivedeva in sogno lei che si dichiarava a Malfoy, e lui che, ridendo malignamente, lo diceva a tutti apostrofandola con disgusto

"Ehi, la Mezzosangue si è innamorata di me! Orribile, vero?" e tutti ridevano di lei. Quando il cielo cominciava a schiarire, segno che ormai l'alba era vicina, Hermione aveva rinunciato del tutto a dormire e si era alzata dal letto, decisa a tenersi la mente occupata. Rifece il letto, stirò per bene la divisa, piegò i vestiti nel baule almeno quattro volte, si preparò e tentò di pettinarsi i capelli senza successo. Alla fine decise di prendere la scatola di latta e riguardarne i ricordi: riuscivano a calmarla sempre. E così fu, in effetti. Avvolta da quell'odore rassicurante e fresco, Hermione era così presa che per poco non sentì la porta bussare, mentre Ginny sbirciava all'interno della camera.

"Hermione sei pronta?" chiese.

La ragazza ripose velocemente il tutto nella scatola argentata che infilò sotto al letto e rispose un veloce "Arrivo, Ginny!" mentre prendeva al volo la borsa e usciva. Non si sentiva ancora pronta a raccontare all'amica il fatto della sera precedente, perché significava rivivere ancora una volta quella scena tanto imbarazzante. Le rivolse un mezzo sorriso e insieme andarono come al solito verso la Sala Grande. Ginny si stava gustando con evidente apprezzamento uova fritte e bacon, al contrario di Hermione che aveva appena assaggiato una fetta di torta ai lamponi. Le costava un enorme autocontrollo non girarsi verso il tavolo dei Serpeverde per cercare lui, voleva vedere la sua faccia, o, più che altro, la sua reazione. Si versò dalla caraffa del succo di zucca e, mentre stava sorseggiando il liquido aranciato, sentì familiare fischio accompagnato da un turbinio di ali, segnale che era arrivata l'ora della posta. Tra i rapaci lei e Ginny riconobbero un Leo felice e vivace come non mai, che svolazzò sbandando nella loro direzione sotto il peso della lettera. Atterrò in mezzo a loro due e mentre Ginny strillava contenta "Leo! Sei guarito!" e gli offriva del bacon, Hermione slegò la lettera dalla zampetta e l'aprì.

Cara Hermione,

come stai? Noi tutto bene, abbiamo avuto solo qualche problema con i nani da giardino nel togliere le decorazioni natalizie, una volta sciolti dall'Incantesimo Paralizzante hanno cercato di mordere sia me che Ron, ma per fortuna George e il signor Weasley li hanno catturati prima che potessero prenderci. Immagino che lì ad Hogwarts ci sia ancora la neve, e in effetti anche qui ce n'è parecchia, e giocare a Quidditch diventa più difficile e divertente. Lo studio come procede? Anche se so che è una domanda un po' stupida, conoscendoti. C'è la possibilità che il prossimo fine settimana potremo venirvi a trovare a Hogsmeade, ma dobbiamo ancora discuterne bene con la McGranitt. Salutaci Ginny e scrivici presto. Ci manchi.

Harry e Ron

Hermione fece leggere la lettera anche all'amica, e insieme si scambiarono un'occhiata alquanto eccitata: avrebbero potuto rivedere Harry e Ron tra una settimana! All'improvviso alla ragazza era tornata la fame, così finì la sua torta e insieme a Ginny si diresse nei sotterranei, pronta per Pozioni.

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