Capitolo 14

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Il treno sfrecciava a tutta velocità attraverso le verdi campagne. Un ragazzino piccolo, probabilmente del primo anno, dal viso pallido e allungato e dai capelli altrettanto chiari se se stava seduto. Era solo nello scompartimento, la testa sorretta dal braccio appoggiato al finestrino, e guardava fuori con espressione svogliata. Hermione lo riconobbe subito. Era Draco. La ragazza si avvicinò un po' di più, sorpresa che non si girasse alla sua presenza. 

"Draco?" lo chiamò, con una voce che usano gli adulti per rivolgersi ai bambini piccoli. Ma neanche in quel caso il ragazzino biondo si girò. 

"Scusa, questo ragazzo ha perso il suo rospo. L'hai visto da qualche parte per caso?" 

Hermione trasalì nel sentire quella voce, e si voltò. Sulla soglia c'era una bambina dai capelli un po' troppo crespi. Era la se stessa di sette anni prima. La ragazza non poté fare a meno di rimanere irritata dal tono di voce con cui aveva parlato. Ora capiva cosa intendevano Harry e Ron. Malfoy voltò la testa, squadrando sia la ragazzina che il bambino di fianco a lei.

"No, non ho visto niente" rispose con tono annoiato e irritato insieme.

"Oh, capisco. Non importa, grazie lo stesso. Andiamo, Neville" disse lei rivolgendosi al bambino che doveva essere il proprietario del rospo scomparso. Era piuttosto grassoccio, e aveva per giunta le orecchie a sventola. Sarebbe stato un bersaglio alquanto divertente. La bambina fece per chiudere la porta dietro di sé, quando Draco la fermò

"Io sono Draco Malfoy" si presentò. Gli era andata male con quel ragazzo a Diagon Alley, tanto valeva tentare con lei, la quale si girò con espressione sorpresa, per poi sorridere e rispondere:

"Hermione Granger" Draco notò che aveva i denti davanti piuttosto sporgenti. Al che, anche lui le rivolse un timido sorriso. Uno vero. La ragazza uscì dallo scompartimento. Draco si trovò a pensare che avrebbe voluto essere suo amico. Un istante dopo entrarono altre tre figure, due maschi e una ragazzina bassa con i capelli corvini e una faccia sgradevole, che sembrava un carlino. Erano Tiger e Goyle in compagnia di Pansy Parkinson. I due bambini, più larghi che alti, cercarono di sedersi dallo stesso lato di Draco, ma Pansy li precedette e, con una gomitata, li fece capire che voleva sistemarsi lei di fianco al ragazzo. I due sprofondarono nelle poltroncine opposte, poi cominciarono a parlare 

"Ehi Draco, sai chi abbiamo incontrato qui fuori?" chiese Goyle. Il ghigno e gli occhi porcini lo facevano assomigliare davvero ad un maialino.

"Quel perdente di Neville Paciock, insieme a quella smorfiosa della Granger" intervenì Pansy, senza dare possibilità a Draco di rispondere. A lui, comunque, quella ragazza non era sembrata così tanto antipatica, ma non diede alcun segno di interesse particolare, limitandosi ad alzare le spalle. 

"Ma non è tutto! Io lo so chi è quella!" continuò Pansy, mentre catturava tutta l'attenzione di quegli scimmioni senza cervello di Tiger e Goyle.

"E chi sarebbe?" chiese allora Draco, con voce piatta. Non che gli importasse veramente, voleva solo che la conversazione terminasse il più in fretta possibile.

"E' una Mezzosangue, una Nata Babbana! Entrambi i suoi genitori non hanno un pizzico di sangue magico nelle vene!" disse poi, gonfia d'orgoglio per come il pubblico pendeva dalle sue labbra. Per Draco fu come essere trapassato da una spada. Hermione, che aveva osservato la scena in disparte -si rese conto di non poter essere vista o sentita- provò la sensazione di dover andare a vomitare. Nonostante tutti quegli anni era una ferita che non voleva rimarginarsi, oltretutto Pansy riusciva a insultarla in modo ancora più viscido di Malfoy. Poi, all'improvviso, la scena venne risucchiata da un vortice scuro, e tutte le figure, il treno, il paesaggio intorno si dissolsero come fumo, lasciando spazio ad un nuovo ricordo. Come ben presto capì, Hermione si trovava nella Sala Grande, per la cerimonia dello Smistamento. Si rivide percorrere gli scalini per sedersi sullo sgabello a tre gambe, il Cappello Parlante marrone e polveroso talmente grande da arrivarle sul naso. Poi, all'annuncio:

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