Capitolo 9

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L'ufficio della Preside era meraviglioso agli occhi di Hermione. Sebbene la situazione abbastanza tragica e la presenza fastidiosamente vicina di Gazza avrebbero dovuto preoccupare la ragazza, Hermione era troppo concentrata a studiare tutti quegli strani oggetti che tappezzavano la stanza e -ne era sicura- fossero appartenuti per la maggior parte a Silente. Il Cappello Parlante dormiva beato su uno scaffale alto, e, ogni qualvolta sbuffasse, sollevava piccole nubi di polvere. Le pareti erano ornate dei quadri degli antichi Presidi di Hogwarts, in particolare Hermione poté vedere con commozione che lo stesso Silente e Piton erano raffigurati in due cornici adiacenti, ed entrambi dormivano profondamente data la tarda ora. La ragazza guardava con occhi rapiti e sognanti ogni angolo di quell'ufficio bizzarro, dato che non c'era mai stata prima, e si era quasi dimenticata del motivo per cui si trovava lì, fino a quando una voce non la riportò bruscamente alla realtà.

"Signorina Granger!" La professoressa McGranitt scendeva con passo svelto e nervoso gli scalini che la dividevano dal piano terra della stanza. La vestaglia in tinta scozzese verde frusciava ad ogni suo passo, al contrario dei capelli (e qui Hermione non riuscì a non rimanere sorpresa di quanto la donna potesse risultare rigida ed ordinata anche in piena notte) che invece erano tenuti nella solita crocchia strettissima. Quando l'anziana donna si trovò sullo stesso piano dei due guardò Hermione con un misto di meraviglia e disapprovazione, che fece vergognare molto la ragazza. Abbassò gli occhi, trovando all'improvviso interessante una macchiolina sul pavimento, mentre sentiva le orecchie scottare. Accanto a sé poteva sentire i ghigni soddisfatti di Gazza -che, per inciso, non le aveva ancora lasciato il braccio- evidentemente molto orgoglioso della sua impresa, e in quel momento si ritrovò ad odiarlo talmente tanto che la testa cominciò a farle male. 

"Proprio lei qui, a quest'ora!" continuò la McGranitt, sempre con quel tono che ad Hermione faceva venire voglia di sotterrarsi all'istante. 

"L'ho colta sul fatto, signora! Stava girovagando per i corridoi in piena notte!" la interruppe Gazza, troppo soddisfatto per contenere l'entusiasmo, beccandosi però un'occhiataccia da parte della Preside. 

"Grazie, Argus" disse con un sorriso tirato la McGranitt "Come dicevo, prima di essere interrotta (e rilanciò un'occhiata alquanto autoritaria all'uomo, il quale smise subito di sorridere), non mi sarei mai aspettata la sua presenza qui, signoria Granger. E' vero che stava girovagando per i corridoi, in piena notte oltretutto?" 

Hermione tenne lo sguardo abbassato, troppo imbarazzata per parlare. Con un grande sforzo annuì appena, e sperò che la Preside cogliesse il suo gesto, cosa che per sua fortuna fece. La donna continuò il suo interrogatorio, ma ad Hermione sembrò che la sua voce assummesse una sfumatura più lieve, quasi comprensiva.

"E il motivo di tale gesto, vorrebbe dircelo?" La ragazza stavolta scosse la testa: prima di tutto non voleva far sapere alla McGranitt e specialmente a Gazza di lei e Draco, e secondo, se avesse detto il perché dei suoi giri notturni avrebbe anche rivelato la presenza del ragazzo. La Preside sospirò e disse "Ci può fare il piacere di lasciarci da sole un attimo, signor Gazza?" 

"Ma signora! E la sua punizione? Che ne sarà della sua punizione?" rispose il custode con una nota di disperazione nella voce. Si vedeva lontano chilometri che non vedeva l'ora di usare uno dei suoi metodi di tortura per punire gli studenti, ed Hermione, se possibile, si ritrovò ad odiarlo ancora di più. Con riluttanza il vecchio uscì zoppicando fuori dall'ufficio, mentre borbottava qualcosa a proposito delle punizioni ai suoi tempi. Rimaste sole, la McGranitt si voltò per andarsi a sedere dietro la scrivania di legno e fece accomodare la ragazza di fronte a lei. Fece apparire due tazze e una teiera piena di tè fumante e, dopo essersene versato per se stessa e per Hermione, le ordinò gentilmente

"Beva, signorina Granger. La farà sentire meglio" Hermione obbedì e, con suo grande stupore, si sentì effettivamente più rilassata. 

"Non mi vuole ancora dire il motivo per cui era fuori dal dormitorio?" le chiese mentre mescolava una zolletta di zucchero nella sua tazza. La ragazza bevve un altro sorso e appoggiò il tè sul tavolo.

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