Capitolo XII : Dance with the devil

63 10 1
                                    


Ore 6.30 ( a.m)
Ero davanti le porte dell' aereoporto d i Seattle con il biglietto per Chicago. Il cuore mi martellava nel petto e mi tremavano le mani.
<< Devi farlo. Ora o mai più >> dissi tra me e me . Feci un respiro profondo ed entrai. Non avevo idea di cosa sarebbe successo a Chicago, ma la voglia di scoprire cosa stava succedendo nella mia vita era più forte della paura , più forte di ogni timore ed insicurezza. Mentre ero immerso nei miei pensieri ,il telefono iniziò a squillare. Mi fermai sull'uscio delle porte scorrevoli e risposi.

<< Alec ,che succede?>> .

<< Come mai ti sei svegliato così presto ? Dove sei ? >> chiese Alec dall'altro capo del telefono. Aveva la voce rauca .

<< Non avevo molto sonno >> mi limitai a dire. << Tu dovresti riposare oppure ti ricovero di nuovo >>.

<< Dove sei ? >> chiese di nuovo.

<< Al parco a fare una corsetta mattutina, sai che mi rilassa >> .

<< Non fare troppo tardi , intesi ? >> .

<< Va bene. Ci vediamo più tardi , okay ? >> .

<< Okay , ciao >>.

<< Aspetta Alec >> dissi d' impulso.

<< Dimmi >> .

<< Ti amo >> dette quelle parole riagganciai. Nessuno doveva sapere dove stavo andando , nessuno doveva sapere per quale motivo stavo andando a Chicago. Spensi il cellulare e lo buttai in strada , sperando che qualche auto lo distruggesse. E così accadde. Un' auto celeste passò sul mio cellulare ed esso si disintegrò in milioni di pezzi. Avevo comprato dei cellulari prepagati per quello che stavo per fare. Avevo degli agganci con alcune persone di Chicago che potevano aiutarmi con la ricerca e non avevo bisogno d'altro . Avevo paura, certo che ne avevo, ma stavo cadendo malato per tutto questo. Non poteva continuare, non potevo uccidermi per colpa loro. Stringendo il mio borsone entrai in aereoporto e mi lasciai tutto alle spalle. Mi diressi al bancone per il check-in. Una donna in divisa azzurra era intenta ad inserire dati su dati al computer.

<< Buongiorno, posso esserle utile ?>> disse la signora con un sorriso enorme .

<< Devo imbarcarmi per la tratta Seattle - Chicago >> dissi e consegnai il foglio della prenotazione e il documento di identità e carta d'imbarco. La donna , con fare molto meccanico , controllò se era tutto al suo posto.

<< Perfetto signor Holt, è tutto in ordine . Spero si trovi bene con la Continental Airlines e le auguro buon viaggio >> disse la receptionist.

<< Se qualcuno chiede di me, lei non mi ha visto >> dissi allungando una banconota da cento dollari sul bancone. Lei l'afferrò subito e , con molta non chalance , la mise nel taschino della camicia.

<< Lei non è mai stato qui >> disse la receptionist . Mi fece l'occhiolino e mi indicò dove fare il check-in ed il controllo della polizia. Finiti i controlli ,mi avviai alla pista.

<< Benvenuti sulla Continental Airlines , vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia aerea e spero che il vostro viaggio sia confortevole >> disse l'hostess in fondo al corridoio dell'aereo.
Guardai fuori dal finestrino ed ascoltai passivamente le regole da rispettare in aereo . In poco più di dieci minuti , l'aereo iniziò a correre sulla pista e , poco dopo , ci alzammo in volo. Un vuoto allo stomaco mi fece mancare il respiro, ma era una sensazione che mi interessava. Mi erano sempre piaciute queste sensazioni.

<< Ciao , ti va se ci divertiamo un po' nel dell'aereo ? >> disse la ragazza accanto a me. Lunghi capelli corvini , carnagione chiara come anche i suoi occhi , azzurro Alaska , e con labbra piccole e sottili. L'unica cosa che stonava con quel viso angelico era il naso aquilino.

I Will Be Your Remedy ( A Different Love 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora