Chapter 3

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"Geronimoooooo" disse, quello con i lineamenti asiatici di cui non ricordo il nome, scendendo velocemente dalle scale lanciando cinque uova tutte insieme che successivamente finirono una dietro l'altra proprio sulla mia testa.

Le risate che fino a poco fa riecheggiavano nel salotto si placarono nel preciso istante in cui lanciai un urlo cosi forte da poter danneggiare un timpano.
"Non siete per niente maturi" urlai in preda alla rabbia
"E adesso, voi metterete tutto apposto. Mentre io mi siederó sul divano, a guardarvi"
Loro spalancarono la bocca e sgranarono gli occhi, ma dopo aver notato la mia faccia impassibile e soprattutto molto arrabbiata capirono che era ora di ripulire il macello che avevano combinato. A volte qualcuno cercava di protestare ma subito dopo chiudeva la bocca sapendo che tanto sarebbe stato come andare contro un muro.

Mi sedetti sul divano e li osservai uno ad uno finché il mio sguardo non si posò su Matthew.
Sapevo benissimo chi era. 
Lo riconobbi subito, sin dal primo momento in cui ci siamo scontrati vicino allo skate park, solo non sapevo se fosse davvero lui e probabilmente non lo so ancora. Ma se è come penso, Lui era il bambino, quel bambino che ogni giorno invitavo a casa mia per giocare insieme ad Emily, quel bambino che due giorni dopo già consideravo come un fratello, quel bambino che era l'unico con cui parlavo, quel bambino che mi proteggeva dagli altri che mi chiamavano maschiaccio, quel bambino che mi ha dato tanto da ricordare e che a 13 anni è dovuto andare via da questa città per via di suo padre... ora era qui e sembrava felice, magari non si ricordava neanche di me. Però io si, io me lo ricordo benissimo, mi ricordo tutte le foto che le nostre mamme ci facevano insieme, mi ricordo quando sua mamma veniva a casa nostra e parlava con mia madre di quando il papà di Matt la picchiava, mi ricordo quando dormivamo insieme e la mattina la maggior parte delle volte lui si svegliava a terra perché mi muovevo (e mi muovo) nel sonno, mi ricordo quando facevamo le peggio cavolate insieme, mi ricordo quando volevo salire su un albero però una volta su non riuscivo più a scendere e lui mi aiutava, mi ricordo la lettera che mi scrisse per il mio compleanno lunga quasi quattro fogli che ho ancora e che tengo custodita e al sicuro nel comodino, mi ricordo quando sua madre venne quel giorno da noi e ci disse che era stanca, stanca di essere maltrattata, ci disse che lo avrebbe denunciato e poi che sarebbe andata per un po' a vivere da un'altra parte, mi ricordo quanto piansi all'età di 13 anni sulla spalla di Matt perché era il mio unico vero Migliore amico oltre Emily, e mi ricordo infine tutte le notti a venire che ho passato a piangere perché mi mancava. Mi rimaneva Emily, anche lei mi ha dato tanto da ricordare, quella ragazza cresciuta senza mamma e senza papà, che viveva dai nonni materni e che sempre all'età di 13 anni perse, e così venne mandata da una famiglia affidataria, fortunatamente vicino a dove vivevamo noi, ci vedevamo tutti i giorni, mi ricordo quando un giorno venne da me con il cappuccio e i capelli legati,dopo ore a litigare lo tolse sciolse i capelli e mi disse "volevo cambiare un po' e li ho fatta rosa" rimasi un po' shockata da ciò che vedevo ma in fondo mi piacevano, mi ricordo anche di tutte le foto che adesso sono tutte stampate e attaccate, alcune al comò, altre al muro e altre allo specchio, mi ricordo quando veniva a casa mia e facevamo i pigiama party insieme a Matt che si lamentava perché era una cosa da femmine, ma poi ci divertivamo un sacco, mi ricordo quando sette mesi dopo si tinse i capelli dal lilla all'azzurro. Però... mi ricordo anche che due giorni dopo morì, con la sua nuova mamma stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali per tornare a casa, di sera, è una macchina le stravolse. Piansi ancora di più.  Perché io ero lì sul ciglio del marciapiede ad aspettare la mia Emily per giocare insieme.
Mi avevano portato via Matt, mi avevano portato via Emily, quella ragazza che come me odiava essere chiamata femmina. Non avevo un padre. Solo una madre, che per di più tornava tutti i giorni tardi da lavoro.
Mi era stata tolta definitivamente la possibilità di vivere la mia vita in modo felice. Ed è così che dopo i miei 13 anni compiuti a Novembre non parlai più con nessuno, mi chiusi in me stressa, non mi feci più degli amici, respingevo tutti, tutti i bambini che mi si avvicinavano e provavano a parlarmi li cacciavo. Mia mamma molteplici volte provò a farmi conoscere nuovi amici, ma niente, era inutile nessuno poteva colmare il vuoto che avevo. Un giorno però mentre andavo a scuola un gruppetto di ragazzi iniziò a ridere e prendermi in giro perché non parlavo, proprio mentre stavo per rispondere, cosa al quanto rara, un ragazzo mi si avvicinò e prese le mie difese mandando via tutti, si chiamava Jacob e diventammo quasi subito amici. Non credevo possibile una cosa del genere, quello stesso giorno siccome sapevo che mia mamma non lavorava, gli chiesi se voleva venire a mangiare a casa mia, e lui accettò, quando lo presentai a mia mamma era così felice che io finalmente mi fossi fatta un amico che si mise a piangere.
Da quel giorno io e Jacob diventammo inseparabili. Non poteva colmare il vuoto lasciato, ma era riuscito ad aggiustare i pezzi restanti del mio cuore ormai in frantumi.
Ed è così che nella cover trasparente del mio telefono tengo due foto, in una eravamo io Matt e Emily, con un sorriso a 32 denti felicissimi ma tutti sporchi di fango perché per sbaglio Emily mi urtò facendomi cadere nel fango, però anche dopo essersi scusata Matt la fece cadere nel fango vicino a me e infine io tirai Matt dalla caviglia nel fango perché aveva fatto sporcare Emily. E l'altra era Jacob che mi teneva in spalla, mentre eravamo al mare insieme.

A distrarmi da questi miei pensieri profondi fu Taylor che mi sventolava la mano davanti alla faccia, e Shawn (credo) che mi scrutava da dietro.
"Allyson, ehi sei viva"
"Sisi, ci sono. Potete smettere di sbattermi?"
"Si infatti Shawn, prima che finisca per vomitarti addosso" ironizzò Jack G, me lo ricordo perché un Jack è molto alto e l'altro al contrario è mediamente basso.
"Avete finito?" Domandai ancora un po' scossa.
"Certo che abbiamo finito, è da quasi 15 minuti che cerchiamo di farti riprendere dal tuo stato di trance. Avevi lo sguardo perso nel vuoto. A cosa pensavi?"
"Io? Nulla di importante" dissi con nonchalance.
"E no, tu non ce la racconti giusta. Scopriremo a cosa pensavi" disse uno ad un certo punto
"Sisi. Piuttosto voi che ci fate tutti qui?"
"Ah già un piccolo dettaglio che forse tua madre ha tralasciato, loro stanno quasi tutti i giorni qui e due volte alla settimana dormono qua" finì Taylor.
"Non ti dispiace vero sorellina?" Replicò gentile
Rimasi malissimo, nessuno apparte Matt Emily e Jacob mi aveva mai chiamata così. Devono aver notato la mia faccia perché sempre Taylor dice "Ally? Stai bene?"
"S-si scusa... comunque va bene"
"C'è un problemino però" continuò lui grattandosi la nuca

Oh no, mi sarei dovuta aspettare il peggio?

...

<<<spazio autrice>>>
Che problemino ci sarà????

💕

Un bacio

Tra odio e amore c'è una sottilissima linea, e io sono in mezzo||•Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora