"Che ci fai tu qua?" Le parole mi uscirono come un sussurro, con voce roca e spezzata, le lacrime rigavano il mio viso ma fortunatamente si mescolavano con la pioggia e non c'era il pericolo che lui mi vedesse in quel momento. Non avevo bisogno né di lui con la sua battutina pronta, ne della sua compassione.
"Sai" iniziò "venivo qui quando ero bambino per urlare e sfogarmi, sai non ho avuto una bella infanzia, anzi si può dire che sia stata bruttissima" si bloccò un attimo e mi guardò, ci fissammo per una frazione di tempo che sembrò durare un'eternità.Mi guardava come se volesse penetrare l'armatura che mi ero creata, come se volesse entrarmi dentro e capire che emozioni stessi provando in quel momento, spezzai il contatto visivo col moro per voltarmi nuovamente verso cielo, che in quel momento aveva sicuramente il colore dei miei occhi e alcune gocce d'acqua finirono sul mio volto, tenevo ancora il sacchettino della farmacia in mano.
Senza distogliere lo sguardo dal cielo e dalla pioggia che delicatamente si poggiava sulla mia pelle chiesi "Perché?" Dal tono della mia si poteva scorgere confusione e allo stesso tempo curiosità, ero curiosa di sapere come mai quel ragazzo che tanto detestavo per il suo comportamento, si stava 'confidando' in un certo senso, con me. Perché io?Mi girai e notai la sua faccia confusa. Mi rigirai verso il cielo che piano piano stava diventando scuro, e con tante nuvole molto più scure che lasciavano cadere l'acqua.
Mi voltai nuovamente verso il ragazzo e notai con stupore che mi stava già guardando.
Notai la sua faccia confusa, suppongo a causa della domanda. Così girandomi e continuando a guardare il cielo riformulai la domanda "Perché stai dicendo questo a me?"Non rispose, si limitò ad alzare le spalle e poi mi rivolse un sorriso, non come quelli che faceva di solito, un sorriso malinconico. Un sorriso triste, ma allo stesso tempo dolce. Un sorriso strano... ma bello.
Poi si alzò e mi porse la mano senza proferire parola. Un po titubante l'afferrai chiudendo gli occhi e aspettandomi che lui avrebbe lasciato la mia mano facendomi cadere.
Ma così non fu. Mi alzai e non ritrassi la mano finché lui non decise di parlare " Come va la schiena?"
"Potrebbe andare meglio... molto meglio"
"Vedo che hai preso la crema" disse indicando il sacchettino che tenevo in mano e da cui si poteva intravedere la crema che avevo acquistato.
"Si" risposi secca.
"Sei fradicia"
"Anche tu" mi limitai a dire
"Saresti rimasta lì a fissare la pioggia tutta la notte se non ti avrei trovata?"
"Credo di si. Sarei rimasta qui al freddo, con le nuvole e la pioggia che rispecchiano i miei sentimenti"Non disse più niente. Arrivati nella via di prima con i negozi e le case abbandonate mi bloccai, non volevo tornare a casa, anche se dovevo ammettere che c'era freddo e che forse mi stavo raffreddando.
"Ti muovi?" Chiese con tono calmo
"Io non voglio andare a casa"
"Perché?"
"No, mi sento l'undicesima incomoda"
"Lo sei" disse ridendo. Mentre io rimasi seria ma decisi di camminare. Ormai era buio, Sarei tornata a casa. Ma poi mi sarei fiondata subito in camera.Arrivammo davanti alla villa, Cameron aveva le chiavi, appena arrivammo dietro alla porta si sentirono delle urla. Aprimmo la porta ma nessuno ci notò, finché Jack J disse "eccola, è arrivata... purtroppo... Ma non potevi perderti, finire in un posto e poi non tornare più qui o venire rapita?" Chiese poi guardandomi con odio, rabbia.
"E tu non puoi sforzarti almeno un po' di essere maturo?" Dissi per poi correre su per le scale e fiondarmi in camera buttandomi a pancia in giù sul letto. Sentii delle urla sempre da parte di Jack J "non abbiamo bisogno di lei, è un errore, e poi perché è venuta qui? Di certo non rimpiazzerà Mahogany, non ne è all'altezza." Disse e poi lo sentii salire le scale.
Sentii nuovamente urlare Matt, e poi solo il rumore di una porta sbattuta con violenza.Era tutta colpa mia. Avevano litigato per colpa mia.
Non conoscevo questa Mahogany, ma di certo non volevo prendere il suo posto, non è stata una mia scelta venire a vivere qui. Magari se non li avessi mai incontrati tutto ora sarebbe normale. Magari avrei continuato a vivere nel mio dolore senza incrementarlo ulteriormente. Magari avrei continuato a non conoscere il gruppo più popolare della scuola. Perché si, già io li conoscevo, certo non di persona, ma tutta la scuola ne parlava sempre.
Magari avrei continuato ad osservare Matt da lontano con l'incertezza se fosse lui, lo stesso Matt che conoscevo. Magari avrei potuto non venire a vivere qui e così le vite di tutti sarebbero state come sempre. Magari avrei dovuto togliere il disturbo, ma poi mia madre mi obbligherebbe a tornare. Magari sono davvero un errore. Magari non sono davvero alla loro altezza. Magari aveva ragione Jack.Mi venne da piangere, cercai di sopprimere le lacrime sul nascere, ma non ci riuscii. E così scoppiai a piangere in modo più silenzioso possibile.
Sentii la mia porta aprirsi 'dannazione ma perché non ho chiuso la porta' mi affrettai ad asciugare le lacrime con un movimento del polso, poi alzai lentamente lo sguardo per incrociare gli occhi azzurri ghiaccio di Nash, adoravo i suoi occhi perché erano sempre accesi, sempre vivi di colore.
Venne verso di me e mi abbracciò, all'inizio non ricambiai ma poi mi sciolsi, questo gesto mi lasciò un po' interdetta, non me lo aspettavo.
Poi sussurrò "non dare peso alle parole di Jack, noi ti adoriamo così come sei con il tuo strano carattere. Ti voglio bene"
Sembrava sincero.
"Anche io" dissi ancora un po' stranita."Sai sei carina anche quando piangi e cerchi di non farti vedere" disse ridacchiando, gli sorrisi.
Poi mi lasciò un bacio veloce sulla guancia e scese giù.Mi appoggiai all'armadio facendo aderire la mia schiena alla superficie e facendomi sussultare, mi ero scordata della schiena, e della crema che dovevo mettere. Ma il punto era: come?
Avevo ancora il volto rigato dalle lacrime. A volte ero così impotente anche con me stessa, non sono riuscita a sopprimere neanche le mie stesse lacrime.
Non potevo chiedere aiuto per mettere la crema. Non sarei uscita dalla mia camera neanche domani. Dovevo trovare un modo per spalmarla in tutta la schiena.
Mi tolsi la maglia avevo ancora il costume, mi feci una doccia velocissima, mi misi l'intimo e un pantaloncino stretto del pigiama. Dopo di che mi piazzai davanti allo specchio che c'era tra il comò e il comodino, nonostante forse sarebbe stato più comodo sedermi vicino al comò e usare quello specchio. Ma ovviamente io dovevo complicarmi tutto, presi il tubetto della crema ne misi un po' sulla mano e tentai, invano, di arrivare almeno a metà schiena...
Ok è da 6 minuti che cerco di spalmare questa maledetta crema, perché era così difficile?
Stavo andando a prendere dal comò un fazzoletto ma proprio in quel momento la porta di camera mia si spalancò mostrando la figura di...Di chi????
Bho
Hahahahaha secondo voi chi è??
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Tra odio e amore c'è una sottilissima linea, e io sono in mezzo||•Cameron Dallas
FanfictionAllyson Smith, ragazza cresciuta senza padre. Molto fredda, scontrosa e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, ma a volte anche allegra e divertente. Non crede all'amore a causa di suo padre. Sua madre Lidia Gillins troverà un nuovo compagn...