Capitolo 14

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!ATTENZIONE!

Questo capitolo contiene delle scene ed un linguaggio violento.


Gli ultimi due giorni erano probabilmente stati i più strani della mia vita.

Tutto filava liscio.

Io e Luke non avevamo più litigato da quando su quel divano abbiamo iniziato a comportarci come due semplici persone che si stavano conoscendo, il che è positivo per certi aspetti ma molto, molto negativo per altri.

Non volevo legarmi a Luke, nella mia mente cercavo di ripetere che era una persona orribile ma qualcosa mi portava sempre a pensare che era un semplice ragazzo che aveva fatto scelte orribili con conseguenze ancora peggiori.

Riconoscevo però che c'era davvero qualcosa di oscuro in lui, era come se la parte marcia l'avesse dominato per molto tempo e continuava a farlo nonostante lui volesse liberarsene ma non poteva farlo perchè era parte di lui.

Tutti hanno una parte bianca ed una nera, siamo noi e le nostre scelte che fanno prevalere una delle due, ma molte volte queste scelte sono condizionate e c'è la possibilità di prendere una strada sbagliata.

Era questo che pensavo realmente di Luke, volevo convincermi ad odiarlo e reputarlo una persona orribile, ma non ci riuscivo.

Ogni piccolo, minuscolo gesto di gentilezza da parte sua mi impediva di detestarlo, così come ogni gesto crudele alimentava la paura verso la parte nera.

Quel pomeriggio la mia testa era traboccante di pensieri differenti, che neanche il mio adorato diario riusciva a sistemare, decisi di chiuderlo subito dopo aver scritto undici  alla fine della pagina.

Era dalla sera prima che la mia mente era bloccata su queste riflessioni, tendendomi sveglia fino a notte fonda.

Avevo dormito fino alle due del pomeriggio e al mio risveglio i pensieri tornarono a tormentarmi così decisi, dopo una lunga doccia, di scriverli su carta.

Erano circa le quattro quando decisi di uscire finalmente dalla mia stanza, indossai una di quelle tute nere col cavallo basso ed un top a maniche corte del medesimo colore, che lasciava scoperta una sottile striscia di ventre.

Di solito indossavo felponi e tute per coprirmi dagli occhi di Luke ma negli ultimi giorni, soprattutto a causa del soffocante caldo estivo, avevo deciso di fare uno strappo alla regola ma appena scesi le scale me ne pentii amaramente.

Tre paia di occhi si fissarono su di me appena il mio piede toccò l'ultimo scalino scricchiolando leggermente.

Due appartenevano agli strani ragazzi che avevo già conosciuto giorni fa, Michael e Calum, che un secondo dopo tornarono a guardare la tv accesa davanti a loro, l'ultimo era quello di Luke che mi analizzò dai piedi alla testa dove incontrò i miei occhi.

Il suo sguardo era strano, come quello di un cacciatore che ammira la preda, ricambiai l'occhiata nascondendo poi un sorrisino che premeva spontaneamente le mie labbra e le guance che sentivo quasi bruciare.

«Vieni a sederti con noi » mi invitò proprio il biondo.

Mi avviai verso il divano notando che non c'era abbastanza spazio per me quando mi sentii tirare il polso, sussultai quando Luke mi tirò al suo fianco facendomi quasi precipitare.

  «Ehi!» protestai, presa alla sprovvista.

Sentii i ragazzi al nostro fianco ridacchiare guardandoci.

«Ciao Allison!» disse quello dai capelli strani.

«Buon pomeriggio bellezza» pronunciò invece Calum.

Stockholm Syndrome || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora