La campanella della terza ora suonò. Di nuovo.
Viktor contò le ore che lo sepravano alla fine di quella giornata. Due ore. Mancavano solo due ore.
Dopo tutto niente era cambiato; anche se aveva iniziato un nuovo anno e ora sedeva a un banco diverso , le cose erano sempre le stesse.
La stessa divisa , gli stessi compagni di classe , persino i corridoi erano rimasti uguali dopo i due anni che aveva passato a percorerli .
Solo i suoi capelli avevano assunto un aspetto differente : infatti durante i tre mesi di vacanza aveva deciso di farli crescere e ora gli arrivavano proprio al disotto delle spalle.
Molti dei suoi amici gli avevano fatto dei complimenti a tal proposito , soprattutto le ragazze.
Eppure a lui non importava.A volte si stupiva del fatto di avere ancora , nella tasca della giacca il foglietto accartocciato che aveva scritto a fine giugno .
Non lo avrebbe mai dato alla persona a cui era destinato e sapeva che sarebbe stato meglio buttarlo nel cestino dei rifiuti.
Perché la verità era quella e Viktor ne era cosciente: il suo migliore amico Igor non lo avrebbe mai ricambiato , sopratutto non ora che si era fidanzato con la ragazza dei suoi sogni.
Eppure lui si illudeva ancora che qualcosa potesse cambiare : che povero stupido. Niente sarebbe cambiato.Proprio in quel momemto , la porta si aprì e tutti si azarono per dare il ben venuto al nuovo arrivato.
Ah è vero .
Se lo ricordò solo in quel momento ; ad agosto il loro vecchio professore di letteratura straniera era andato in pensione e oggi ci sarebbe stata la prima lezione con il nuovo insegnante.All'inizio Viktor non lo guardò nemmeno , in quei primi giorni di scuola gia si era immaginato come poteva essere ; vecchio , forse sulla sessantina , sposato o forse divorziato , senza figli e con una lunga lista di scuole gia visitate . Se lo aspettava russo , forse inglese gia che avrebbe insegnato loro letteratura straniera. Normalmente ci azzeccava e ormai non si sorprendeva più di tanto. Quella volta però aveva sbagliato.
Quando si abbassò per prendere dallo zaino il libro di testo e il quaderno , un rumore inusuale attirò la sua lezione.
Qualcuno , il professore , stava cominciando a scrivere sulla lavagna , con fare svelto e preciso.
Non aveva mai sentito nessuno dei suoi vecchi e affaticati insegnati usare un gessetto in quel modo così energico.
Il ragazzo alzò lo sguardo di scatto verso la cattedra e quello che vide lo lasciò interdetto.Davanti a lui una lunga figura slanciata , vestita in un completo nero di tutto punto stava agitando elegantemente la lunga e magra mano come un direttore di orschestra.
Al centro della lavagna era scritto in piccolo il nome Yuri Katsuki e vicino un carattere giapponese .Quando l'uomo si girò verso la sua classe gli occhi dei due si incontrarono per un breve attimo e il giovane si sentì percorrere da una strana scossa.
Quell'uomo sicuramente non aveva sessantanni e di certo non era decrepito , anzi..."Buon Giorno , io sono signor Katsuki Yuri e sono il nuovo professore di letteratura straniera" disse sorridendo con voce delce ma ferma.
Una sua compagna , evidentemente colpita quanto lui alzò la mano curiosa e chiese , quando quando l'insegnante gli permise di parlare :"Scusi , quindi lei viene veramente dal Giappone? " .
A quella domanda così improvvisa e legermente stupida alcuni ragazzi , che se ne stavano ai banchi in fondo si misero a ridacchiare. Anche lui si sarebbe messo a ridere se non fosse stato così sorpreso e curioso.
Il professore pero non ci fece molto caso e annuì , rispondendo in modo gentile e mite:
"Si vengo da un paesino chiamato Hasetsu , nel sud del Giappone , ma ho studiato a Tokyo e poi a Oxford letteratura inglese e letteratura italiana " .
Si passo con un dito il colletto della camicia , lasciando intravedere una porzione di pelle pallida del lungo collo.
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Yuri On Ice - One Shots
FanfictionSerie di One - Shoot su Yuri on Ice . Si accettano anche proposte!!!!