Il pianista AU (part 2)

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Otabek non aveva mai dormito cosi pacificamente in tutta la sua vita . Quel letto minuscolo era come una soffice nuvola di piume per la sua schiena , ormai abituata a dormire quasi sempre sul pavimento e a stare ore china sul pianoforte.
La coperta , rattopata in alcuni punti non gli copriva nemmeno i piedi , ma a lui non importava , tutto questo per un ragazzo del Kazakistan in piena era sovietica non erano altro che particolari insignificanti , infatti si sentiva in una suite di lusso .
Non percepi nemmeno i raggi deboli di sole che filtravano dalla finestra cigolante e che gli accarezzano timidamente il viso , quando finalmente si fece giorno.
Aprì gli occhi solo quando senti qualcosa di soffice e peloso sollitecargli il naso e poi la bocca , all'inizio il ragazzo non realizzò cosa fosse e credette di stare ancora sognando , poi delle zampette gli graffiarono la fronte e solo allora decise di alzare la testa .
Quando aprì gli occhi ancora impastati dal sonno , qualcosa gli cadde sulle mani con un miagolio di scherno.
Il ragazzo guardò in basso e una palla di pelo bianca e nera lo stava guardando sdegnato dall'alto al basso con dei grandissimi occhi color ghiaccio .
La palla lo stava ancora graffiando con i suoi artigli , prima che il suo compagno di stanza lo salvò , prendendolo tra le braccia .
"Potya ! Brutto cattivo ti ho detto di stare fermo sotto la coperta !" Disse a quello che Otabek realizzò era un gatto .
Yuri continuò a sgridarlo fino a quando l'animale , dispiaciuto non comincio a fargli le fusa , e allora anche l'altro lo accarezzó comprensivo.
Lo mise dentro il piccolo armadio vicino al letto , dove erano ammassate un po di coperte ; e solo dopo aver fatto questo il ragazzo si giro verso di lui preoccupato .
"Scusa per prima" disse poi rivolto a lui "però non dire niente a Yakov . Potya non è un gatto cattivo e solo che non gli piacciono gli estranei e qui dentro non sono permessi animali e lo caccerebbe via se scoprisse che lo tengo in camera mia" .
Il ragazzo difronte a lui aveva i capelli dorati spettinati e che gli cadevano davanti alla faccia , i suoi occhi verdi erano più calmi e chiari di quanto erano stati l'altra sera , i suoi tratti risplendevano contro la luce gialla del sole e Otabek per una strana ragione avrebbe voluto fermarsi e fissarli all'infinito .
Poi riprendendosi disse solo : "Ok non c'è nessun problema " .
Rimasero senza dire niente per qualche secondo , poi il biondo propose di vestirsi e andare al piano di sotto per fare colazione .
Il russo si vesti con gli stessi vestiti (o forse erano degli altri però simili? ) della sera prima , invece il kazano che prevedendo che fuori fosse freddo quanto l'ultima volta , si mise gli unici indumenti "pesanti" che si era portato da casa . Cioè una maglia di cotone bianca , dei pantaloni lunghi e una giacca scura , che era stata di suo padre .
Fatto ciò il suo coinquilino prese da sotto il letto , una valigia di legno e se la mise con cura sulla spalle e andò verso la cucina.
Il padrone di casa era già sul divano ad aspettarli , fece un cenno a tutti e due , e a bassa voce disse buongiorno , poi con una mossa veloce della mano lanciò a loro qualcosa avvolto in un fazzoletto , prima lui e poi a Yuri .

"Questo è il vostro pranzo , la colazione è in cucina , veloce prima che si raffreddi ". Disse l'uomo guardando la porta e infatti come aveva appena detto due tazze di latte fumanti erano sul tavolino di legno ad aspettarli invitanti.
I ragazzi si avvicinarono e il piu basso senza nemmeno soffiarci , bevette in un solo sorso tutta la ciotola e con una mossa si puli la bocca.
Otabek al contrario fu più cauto , bevve a sorsi , e a volte si sorprendeva di quanto brucciasse , avendo paura persino di bruciarsi.
Quando ebbe finalmente finito , Yakov prima di lasciarli andare disse :
"Ragazzo fai attenzione , la città in questo periodo è più fredda e ghiacciata del solito , non ti fermare a guardarti intorno , segui sempre Yuri e non perderlo mai di vista , qui non siamo nelle valli sterminate del Kazakistan, e guarda dove metti i piedi "
E poi rivolto al biondo "Non cacciati nei guai , se ti fermano ancora le guardie cittadine questo ragazzo è perduto intesi " e detto questo gli diede una pacca sulla spalla .

La porta di legno si aprì e davanti a loro si rivelarono le case monotone e cementate del quartiere residenziale in cui abitavano , le poche che non erano in cemento o che non erano state costruite recentemente erano dei ruderi di legno che cadevano a pezzi.
Svoltato verso a destra invece gli edifici cominciavano ad alzarsi e a diversificarsi .
Nella distesa bianca di neve , tra il cemento completamente ghiacciato si apriva il cuore di Stalingrado , palazzi pieni di una storia antica che nessuno ormai avrebbe potuto ricordare , circondate da mura squadrate e grige , mentre nelle strade affollate da gente , si vedevano circolare delle macchine.
Otabek non aveva mai visto una macchina.
Avrebbe voluto fermarsi e alzare gli occhi per ammirare tutto questo fino a quando le ginocchia non avessero cominciato a fargli male , ma con una spinta leggera il suo compagno gli ricordo cosa il suo padrone di casa gli aveva appena detto , e a mala voglia continuo a seguire il biondo tra la folla di gente e vie , senza mai perderlo di vista .
Erano appena arrivati sulla maestosa piazza , dove si affacciava il famoso palazzo di cui aveva sentito tanto parlare , quando improvvisemte Yuri si fermò , davanti a lui infatti erano passati due uomini in una divisa scura e austera , quando capi chi fossero Otabek abbassò lo sguardo ; erano guardie di pattuglia armate .
Uno delle due guardie si soffermó un istante sul biondo , per poi continuare a camminare senza dire nulla , dopo un istante il biondo riprese a camminare come se non fosse successo niente , ma la sua schiena si era evidentemente irrigidita .
Che cosa era appena successo ? , non ebbe tempo di chiederlo , perché improvvisemte il suo compagno si fermò di nuovo .
"Siamo arrivati ". E infatti davanti a lui apparve in tutta la sua maestosità il rinomato conservatorio , un edificio in marmo bianco , alto decine e decine di metri , che con la sua altezza torreggiava sul paesaggio corcostante .
Il ragazzo resto interdetto per un istante , poi Yuri prendendolo per la manica della giacca disse:
" Muoviti , se resti ancora un po con la bocca aperta , ti ci entreranno le mosche" e lo trascino dentro .

Yuri On Ice - One ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora