Yuri On Ice - One Shots

Il pianista AU - part 4

L'uomo si palesò davanti ai suoi occhi , senza preavviso e lucente come un raggio di sole riflesso sul mare , il suo viso pallido e privo di imperfezioni , così raggiante da sembrare un illusione , intento a guardare alla classe con un espressione assorta , alla vista della loro comparsa si rilassò e si trasformo in un sorriso.

Otabek non riusciva a credere a quello che stava succedendo . Quelle immagini lo colpirono come una folata di vento , senza però realizzare la realtà dei fatti.

Che cioè , in quel momento lui si trovasse davanti al leggendario pianista Viktor Nikiforov , uno dei pochi mostri ancora in vita della musica classica , e se tutto questo non bastasse , a rendere la situazione ancora più assurda , lui stava per assistere a una sua lezione ; una lezione in cui lui si sarebbe seduto davanti a quell'uomo , avrebbe respirato la stessa aria , sarebbe stato nella stanza insieme a Viktor Nikiforov .

Il suo compagno dal suo canto non sembrava per niente preso dalla sua stessa incredulità.
Anzi difronte alla vista del professore sembrava , per un certo verso anche molto strafottente , come se la sua aurea non lo scalfisse per niente.
Questo lo fece sentire molto a disagio : si sentiva un estraneo in quella perfetta bolla di vetro.
Tutti lì erano perfettamente composti , mentre il suo cuore aveva cominciato a battere in un modo irregolare.
Per non dare troppo nell'occhio , dopo quell'entrata inaspettata Otabek fece un timido e frettoloso saluto e mentre stava per seguire Yuri verso i banchi , si accorse che accanto al professor Nikiforov , in una piccola scrivania accanto alla finestra , era seduto il ragazzo che avevano incontrato poco prima :
Yuri Katsuki figlio del ministro degli esteri giapponesi .

Prima che potesse rivolgergli un saluto , il ragazzo venne sorpreso da un altro dettaglio.
Proprio nel momento un cui si stava per sedere vicino al suo inquilino , si accorse che lo sguardo di quest'ultimo era , anche lui , concentrato verso il giovane assistente , ma una strana espressione aleggiava in quegli occhi chiari. Sospetto e disprezzo. Per un momento Otabek credette di esserselo immaginato.

Però anche dopo che la lezione ricominciò , quella sensazione non riusciva ad abbandonarlo , come se tra il biondo e il moro dall'altra parte della cattedra ci fosse un contro in sospeso.
Ma con i minuti quella sensazione svaní .
Infatti appena il professore inizio a rivolgersi alla classe , con la sua voce calma e i suoi occhi magnetici , ogni pensiero sembrò superfluo.
Un uomo così era capace di avere l'attenzione del proprio pubblico anche senza l'utilizzo di uno strumento da suonare , bastava la sua presenza.

I suoi gesti erano così minimi e calibrati , la sua postura così fluida ed elegante , che mentre lo si osservava camminare si aveva l'idea di vedere una ballerina che si spostava in punta di piedi.
Poi le sue dita iniziarono a toccare dolcemente i tasti del piano forte , e l'atmosfera sembrò trasformarsi di nuovo.
Otabek , in quel momento mentre, se ne stava seduto immobile, si sentì come un bambino incredulo con gli occhi pieni di meraviglia , il suo cuore non smetteva di battere. Non poteva credere che stava assistendo dal vivo ad una sua esibizione .
Ma la magia si spense improvvisamente , proprio come era iniziata .

Alzandosi dallo sgabello da dove era seduto, il professore si rimise nella posizione di pochi minuti prima , accanto al suo assistente . Lo sguardo che i due uomini si scambiarono poteva sembrare impercettibili agli altri studenti presenti in classe , ma Otabek non poté non afferrare quello strano calore che emanavano tra di loro , una sensazione inusuale , per dei colleghi universitari , sopratutto così diversi tra loro.

Il ragazzo in ogni caso preferì non prestarci troppa attenzione , forse , pensò , che fosse tutta colpa della suggestione provocata da quella dimostrazione , pero non riusciva a convincersi totalmente , perché accanto a lui , il suo coinquilino si era irrigidito tutto d'un tratto .