Il Pianista AU (part3)

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Otabek stava seriamente pensando di aver fatto qualcosa di veramente eroico nella sua vita passata. Entrare nel conservatorio di Leningrado era qualcosa che un un ragazzo come lui , proveniente da una famiglia come la sua ,  poteva solo immaginare nel calduccio della propria cuccietta ammassata . Eppure quella non era fantasia. Se allungava la mano poteva veramente toccare  il marmo delle colonne dell'atrio , i suoi piedi , i quali nemmeno un mese fa avevano calpestato la terra delle praterie kazake , ora stavano percorrendo lo stesso percorso dei grandi violinisti del passato , i quali nomi ora erano nei libri di storia . 

Se davanti a lui non ci fosse stato il suo coinquilino , sicuramente sarebbe andato  a sbattere contro a qualcuno . In un attimo , mentre ancora la sua mente era staccata dalla realtà , il braccio del ragazzo venne strattonato verso un angolino. Senza  rendersene contro ,ora  Yuri lo stava trattenendo contro un muro , i suoi occhi fissi su di lui . Sentì una strana pressione nell'aria , appena la sua faccia si avvicinò alla sua e poi il biondino tutto serio chiese : " Hai portato quello che Yakov ti ha detto , vero?". Il suo cuore smise di battere  all'improvviso e ritornò in se. Frettolosamente mise le mani nella vecchia giacca del padre e tirò fuori un pezzo di carta piegato , tenuto perfettamente  come se fosse la sua vita stessa . 

"Ora andremo nell'ufficio del preside del corpo docenti. Non dire niente , mostragli il foglio e rimani composto. Capito?" gli disse ancora in modo severo. 

Lui annui. 

La porta del preside del corpo docenti era imponente , Otabek non riusciva a decidersi se restare lì  immobile o entrare dentro , quanta era l'agitazione che lo premeva .
Cosa stava facendo lì?  Si  chiedeva .

Tutta quella situazione gli sbrava estranea e la confusione mista allo smarrimento gli bloccava i piedi al terreno senza possibilita di smuoverli.
Non aveva pensato a cosa fare una volta arrivato a quel punto ; non aveva mai lontanamente immaginato di arrivarci , ma ora quel momento era arrivato e non riusciva a capire se era pronto a quello che stava per succedergli da un momento all'altro.

La sua bocca era lì per aprirsi ,  quando dalla porta uscì un uomo dai capelli scuri e dal completo elegante e con dei  così lineamenti morbidi da far pensare a una ragazza .
Quando l'uomo si accorse della loro presenza  , lui  sorrise nella loro dorezione e fece un breve inchino e guardando verso il ragazzo biondo disse :
"Buon Giorno signor Plisetsky"
L'altro educatamente ricambió il saluto e ripose
"Buon Giorno signor Katsuki" .
Sembrava che il signor Katsuki  stesse per aggiungere dell' altro ma poi come se si fosse ricordato qualcosa di importamte controlló l'orologio e se ne andò  di tutta fretta .

Otabek era evidentemente sorpreso .
Per tutto il tempo non era riuscito a distogliere lo sguardo da quell'uomo dall'aspetto così  particolare e sembrava voler chiedere cosa era appena successo ,  ma l'altro lo precedette :
"Lui era l'assistente del professor Nikiforov , Yuuri Katsuki . È  uno studente all'ultimo anno del conservatorio di Tokyo e figlio del ministro degli esteri giapponesi.
E da quello che ho sentito dire sembra che il padre e il rettore vogliano stringere buoni rapporti tra le due scuole e per questo lo abbiano mandato qui per un po di tempo "
A quelle parole il ragazzo sgranó un po gli occhi.

L'altro capì a cosa si riferiva.

"Se lo stai per chiedere : si  hanno lasciato che un estraneo varcasse il confine . Ma non crederai veramente che lui sia stato mandato qui per fare un viaggio studi? Il figlio di un importante pezzo grosso del governo giapponese non viene lasciato entrare nel URSS così  alla leggera .
Per me o è  una spia per conto dell'imperatore o il governo sta progettando un alleanza a discapito degli americani  . "
Yuri disse le ultime parole avvicinandosi all'orecchio del coinquilino per  non farsi sentire da altri .
Dire certe cose in pubblico era davvero rischioso .

L'altro non replicò.  Non si interessava di certe cose ed era meglio così. 

Yuri non aggiunse altro e lo prese per il braccio e lo trascino verso la porta del Preside .
"Dai muoviti che se facciamo ritardo siamo nei guai".

La stanza era più  piccola e accogliente di quello che immaginava.
Le pareti erano di giallo canarino che risplendeva sotto i raggi freddi della mattina , i mobili erano molto vecchi ma poco vistosi e le tende erano di un rosso bordeaux che dava all'ambiente un  qualcosa di confortevole .
Il colloquio era stato veloce e rapido , l'uomo dietro la scrivania era all'incirca sui sessant'anni,  la voce era pacata ma molto diretta.
Otabek aveva cercato di essere il  più  sciolto possibile , ma il groppo alla gola non sembrava sparire. 
Grazie alla presenza di Yuri però  era riuscito in qualche modo a sentirsi a suo agio.
Il Preside sembrava aver avuto una buona impressione di lui , questo lo rincuoró per tutta la giornata.
Alla fine dei conti era andata molto bene.

Appena furono usciti sani e salvi si diressero verso la prima lezione della giornata.
Dai fogli illustrativi che gli avevano appena dato , sembrava che la classe a cui si dovessero dirigersi fosse quella lungo il corridoio dell'ala Est.

Il professore era un certo Viktor Nikiforov

Yuri On Ice - One ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora