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Eravamo in viaggio ormai da ore, e nella piccola automobile, oltre al gracchiare di una voce proveniente dalla vecchia radiolina, regnava il silenzio. Ma pian piano, bisbigli e sussurri preoccupati cominciarono ad affollarsi tra i sedili anteriori.
Tesi un orecchio, e curioso di scoprire quale fosse il soggetto di tanto sgomento, osai sbirciare fuori dal finestrino, e mi resi conto che le candide scogliere e le dolci onde tra cui ero cresciuto, erano solamente un lontano ricordo. Lo scenario che erse dinnanzi ai miei occhi impauriti era a dir poco agghiacciante. Il cielo era tinto di un intenso blu oltremare, e si nascondeva timido dietro nuvoloni dall'aspetto minaccioso. Tutt'intorno, l'eco di terribili fulmini, che portava con sé sfortunate novelle, riecheggiava nell'aria, ove danzavano fugacemente foglie secche e cartacce.
Tutto era caotico e fuori posto. Sembrava la fine del mondo o almeno, lo era per il mio.
Avevo una strana sensazione nel petto, come se stesse per accadere qualcosa di orribile e, in qualche modo, inevitabile.
E infine scoppiò.
Un mostruoso fulmine squarciò a metà il cielo, come per annunziare l'inizio di quella cruenta battaglia in cui saremmo stati a breve coinvolti. Subito, cominciarono a piombare giù gravi gocce d'acqua simili a dardi infuocati, e il vento iniziò a mugghiare furibondo, abbattendosi su di noi con tutta la sua forza.
«Tesoro, forse è il caso di accostare...»
«Non c'è da preoccuparsi, Kitty! È solo un temporale!»
Per una volta, come avrei voluto che avesse avuto ragione, che si fosse trattato di un innocuo e banale temporale estivo.
Ma mentre avanzavamo incoscienti, la musica cambiò. Anche se fuori la battaglia continuava imperterrita, il rumore incessante della pioggia e del vento, parvero arrestarsi. All'improvviso la radio si ammutolì, ed un gelo sempre più intenso calò tra di noi, proprio come un serpente famelico in cerca di una preda.
Lanciai nuovamente uno sguardo allarmato verso il firmamento, e mi accorsi che le nuvole erano diventate di un bianco quasi innaturale e l'aria divenne asciutta, carica di elettricità.
«Papà attento!» gridai terrorizzato invano.
Fu un istante.
Non ho rimembranze molto nitide di quel maledetto trascorso, so solamente che qualcosa di enorme ci piombò davanti, tagliandoci così la strada. In compenso, ricordo perfettamente le urla, il rumore stridulo dei freni, e un suono terrificante simile ad urla strazianti, che ancor oggi mi fa accapponare la pelle.
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Senza Tempo
RomanceC'erano poche cose certe nella vita del timido James, ad esempio il fatto che fossero passati tre anni dal surreale incidente che lui e la sua famiglia ebbero, che niente sarebbe stato più come prima e che giorno dopo giorno si ritrovava intrappolat...