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«Ragazzi! Ragazzi! Non ci crederete mai!»
Con ancora indosso i panni da lavoro e con viso più paonazzo del solito, la massa scomposta, qual era il nostro caro amico Sandy, avanzò verso di noi urtando e travolgendo qualsiasi che ebbe avuto il coraggio di trovarsi al cospetto, o anche solo nelle vicinanze, del suo sgraziato cammino.
«Cos'hai da urlare Sandy?» domandò Ambrose curioso.
Eravamo al "Brody Juice", il più famoso nonché unico bar della cittadina, che fin da quando ebbe aperto i battenti, qualche calda estate prima, fu il nostro ritrovo preferito. Ogni giorno dopo la scuola, o per Ambrose e Sandy quando ne avevano la possibilità dopo un turno in fabbrica, ci ritrovavamo tutti lì, sempre al solito tavolo, per scambiare due chiacchiere, fumare qualche sigaretta e gustare il miglior frullato di tutta la Contea. Era sempre piuttosto affollato, per lo più da coppiette innamorate, bambini golosi di latte al cioccolato e arzilli vecchietti sempre impegnati, oltre che in bui racconti della Grande Guerra, in accesi tornei di bridge.
«Ragazzi!» si abbandonò delicatamente come un sacco di patate sulla sedia «Un momento... avete un'aria losca. Di cosa stavate parlando?»
«Di come stanno crescendo bene le bocce di Emma.» ammise schietto Ambrose.
«Ambrose! Andiamo! Sei sempre il solito cafone.» lo ripresi con voce stridula.
«E io sarei il cafone? Sbaglio, o fino a due minuti fa-»
«Sandy!» interruppi Ambrose dandogli un calcio allo stinco da sotto il tavolo «Cosa dovevi dici, amico?»
Conoscevo Sandy sin da quando eravamo bambini e forse era proprio per questo motivo che di alcuni argomenti preferivo discuterne con Ambrose. Sandy non era una persona estremamente affidabile, non sapeva mantenere un segreto, anche se di poco conto, per più di cinque minuti, al solo pensiero si sentiva male. L'esatto opposto di Ambrose, che pur di rivelare qualcosa preferiva di gran lunga la morte.
«Ah sì! Vi ricordate di mio cugino Flip?»
«Quello che vende auto rubate?» domandò Clotty facendo il suo ingresso con Emma al seguito.
«Buonasera signorine.» dicemmo in coro.
«E chi se lo scorda! È proprio un tipo.» disse Emma, quasi come se stesse riflettendo ad alta voce.
Si guardò intorno in cerca di una sedia, aguzzando i piccoli occhi tanto simili a chicchi di caffè, ma fallì nel intento e si accomodò sul mio grembo. Subito il suo dolce profumo, delicato come una primula appena fiorita, mi inebriò la mente e i soffici capelli color del grano mi solleticarono la guancia. Avrei tanto voluto scostarli, in modo da poter osservare quel suo piccolo naso all'insù e quel suo sorriso, che non faceva altro che mandarmi in pappa il cervello da qualche tempo.
«Indovinate un po'! È andato a Londra!» proseguì Sandy «Dice di voler mettere la testa apposto, dice di aver trovato persino un lavoro!»
«Certo che ne dice di cose tuo cugino.» disse Ambrose, con sguardo ancora divertito per le mie guance in fiamme.

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Senza Tempo
RomanceC'erano poche cose certe nella vita del timido James, ad esempio il fatto che fossero passati tre anni dal surreale incidente che lui e la sua famiglia ebbero, che niente sarebbe stato più come prima e che giorno dopo giorno si ritrovava intrappolat...