12.

52 1 8
                                    

6 anni dopo..

Akemi ormai era diventata una specie di casalinga nei dormitori del quartier generale della squadra, si occupava di tutto.. le pulizie, i cibi, l'igene e ovviamente dei suoi gemellini..
Molto spesso, i gemellini erano delle veri pesti quando non obbedivano alla loro madre e Rivaille aveva deciso di fare la figura parterna a quei bambini quando poteva.
Akemi:- Ah.. Farlan.. t'ho già detto di non prendere i rapporti dello zio Eren.
Farlan:- Ma, mamma.. io volevo..
Akemi:- No.. adesso, vai a riconsegnare il foglio.
Farlan:- Va bene..
Il bambino andò dal moro e gli consegnò il foglio chiedendo scusa.
Erwin:- Mamma, io ho fame.. quando si mangia?
Akemi:- Tesoro, se hai fame vai da Sasha.
Egli corse velocemente verso la cucina dove Sasha stava cucinando dei pasti per i soldati..
Eh, già.. in quei anni, Akemi aveva continuato a vivere la sua vita e si era lasciata aiutare dai suoi amici. Ogni tanto riusciva ad andare al luogo dove era sepolto la cenere del suo amato e lì andava a pregare con molta calma.
Ogni sera, raccontava le storie del padre ai figli così almeno potevano conoscerlo meglio anche se non sapevano com'era fatto d'aspetto. A lei non dispiaceva raccontare tutte quelle avventure che avevano fatto, non dispiaceva ricordare.. faceva bene almeno parlare ai figlio del loro padre.
- Sono arrivati!!-
Urlò un soldato, Akemi uscì dal dormitorio e si fermò per guardare bene.. la squadra di Hanji era ritornata, ma con pochi soldati come al solito.
La ragazza vide che Hanji teneva qualcosa di piccolo tra le sue braccia e le andò incontro.
Hanji:- Aky, ho trovato questa bambina in un angolo di un edificio distrutto.
Akemi:- E i suoi genitori? Sono morti?
Prese la bambina che aveva solo 5 anni e la vide che stava dormendo.
Hanji:- Non so dove siano, ma l'ho trovata prima che i giganti si accorgessero di lei.
Akemi:- Sai come si chiama?
Hanji:- Non me lo ha detto.. tremava e piangeva..
Akemi:- Ho capito. Ci penso io a lei.
Sentì la bambina singhiozzare e Akemi la consolò dolcemente. Ci sapeva fare con i bambini, li adorava..
Andò in mensa e vide che la piccola si era svegliata e si era calmata.
Akemi:- Hai fame?
La piccola annuì piano.
Akemi:- Che ti va di mangiare?
- Omellette..-
Akemi:- Oh, ti piacciono?
- S-si..-
Akemi:- Posso sapere il tuo nome, piccola?
- Mi chiamo Lily..-
Akemi:- Bene, Lily.. benvenuta nella famiglia Smith.
La piccola sorrise timida, la fece scendere dalle sue braccia e la prese per la mano per poi portarla in cucina.
Vide che in cucina c'era un casino bestiale, peggio quando Rivaille doveva pulire per ore una stanza sporchissima. Akemi sospirò e si portò la mano sulla fronte.
Akemi:- Mi arrendo..
Il corvino entrò dentro e gli venne un tic nell'occhio, urlò come una bestia e i tre ragazzi si fermarono guardandolo. Iniziarono a mettere a posto la cucina prima che Levi faccia qualcos'altro..
Levi:- Dimmi che non si è aggiunta in famiglia un'altra mocciosa.
Akemi:- Esatto..
Prese la bambina in braccio e gliela consegnò al corvino.
Akemi:- Tratta bene Lily, ha visto morire i suoi genitori per colpa dei giganti.
Levi:- Già devo fare la figura paterno per i gemellini, perchè devo farlo anche a lei?
Akemi:- Niente storie.. Fuori..
Spinse il corvino fuori dalla cucina e chiuse la porta.
Levi:- Armin!!
Armin:- Si?
Levi:- Ho una cosa per te..
Armin:- Non dirmi che devo badare la bimba?
Levi:- Esatto.. tieni..
Gli diede la bambina e il biondo la guardò.
Verso sera, Armin stava ancora badando la bambina e le aveva fatto un po' calmare con dei libri di fantascienza, mentre Levi era costretto a badare i gemellini che stavano tranquillamente giocando con Mikasa.
La ragazza uscì dalla cucina stiracchiando e sospirò per la stanchezza. Si sedette vicino al corvino e guardò i suoi figli giocare.
Akemi:- Sarebbe bello se Erwin fosse ancora tra di noi.
Levi:- Già..
Akemi:- E dire che uno dei due ha pure preso il suo nome.
Levi:- Domani devono cominciare la scuola, che ne dici se Armin faccia il loro insegnante?
Akemi:- Perchè no? Facciamo anche diventare dei piccoli soldati con l'addestramente che tu e Mikasa farete a loro.
Levi:- Stai scherzando?
Akemi:- Dovresti sapere che un giorno devono cavarsela da soli, anche senza il mio aiuto.. meglio prevenire, no?
Levi:- Akemi, non fare a loro un addestramento che io in passato ho avuto.
Akemi:- Tu provieni dai bassifondi, hai perso la madre.. non hai conosciuto il padre.. Mikasa è un tuo parente.. tuo zio Kenny non si sa niente e viene trovato morto in una delle nostre spedizioni.. i ragazzi non hanno mai conosciuto il padre.. Lily ha perso i genitori e non si ricorda molto di loro.. quale sorte devo fargli infliggere se non gli addestramenti per sopravvivere.
Il corvino la guardò e capì che cosa intendeva.
Levi:- Certo che per essere la ex fidanzata del Comandante Maggiore, sai come far guidare i tuoi figli in una strada sicura.
Akemi:- Spero che un giorno entrino nell'Armata Ricognitiva.
Già, Akemi sperava almeno che i suoi figli crescano come loro padre, disciplinato e forte da riuscire anche a proteggere le persone care.. una parte di loro avevano preso dalla madre, determinazione, teorie mentali, sorriso e sincerità.. l'altra parte avevano preso del padre, disciplinato, forte, capelli biondi e occhi celesti, coraggio e istinto di reagire da intelligenti.. mentre la piccola Lily aveva i capelli castani e occhi verdi, e Akemi sperava che un giorno potesse diventare come lei quando era giovane, ma per il momento volle occuparsi di loro solo nel presente.. e chissà se nel futuro loro possano seguire le orme dei loro genitori.. Akemi ci sperava, i suoi amici speravano almeno di farli sopravvivere fino a una certa età da comprende che il mondo non era come lo immaginavano..
Per Akemi andava bene così, lei andava avanti con i suoi amici, lei continuava a sognare ancora di lottare una volta i suoi figli saranno grandi, lei continuava a sperare che un giorno i Giganti possano sparire come erano apparsi più di cento anni fa..
Per lei sognava un futuro senza il rischio.. e sperava ancora che un giorno possa ritrovarsi con il suo amato e con i suoi genitori..
Lei continuava a sognare ogni giorno che passava.. ma per il momento.. sarebbe meglio andare avanti senza rancori..

Mi guardi fisso e non mi chiedi il perché
io sia ancora lì
Io non ti guardo dritto in faccia
anche se sai che non mi volterò

Io non sopporto più i miei occhi
che ora piangono e perciò
non voglio neanche dirti tutto,
guardarti è tutto ciò che farò

Le tue dita freddissime mi toccano e subito
"Grazie per ogni cosa fino ad ora"
queste parole erano così semplici

Heart AttackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora