La sveglia iniziò a suonare, che ore? Le 6:00. Non avevo la minima voglia di alzarmi quel giorno, era un venerdì e a scuola non avrei dovuto fare né verifiche né interrogazioni, ma qualcosa mi fece alzare lo stesso. Mia madre. Io tutto stanco sorrisi a mia madre come per dire "cosa ti ho fatto per meritarmi questo?". Passo dopo passo trovai le ciabatte e andai a lavarmi, successivamente feci colazione e mi iniziai a vestire e prima di uscire di casa mi rivolsi a mia madre:
-Mamma, mi puoi riaffiorare la mente e dirmi tutto quello che potrei fare se non andassi a scuola?
-Potresti, ad esempio, aiutarmi con le pulizie.
-Grazie di avermi dato un motivo per andare a scuola, mà.
-Figurati è sempre un piacere, buona scuola.
Uscito chiusi la porta e presi l'ascensore e nei 20 secondi che ci metteva a scendere mi guardai, come ogni mattina, allo specchio che gentilmente hanno messo dentro per farti capire quanto non hai voglia di vivere la mattina. Poi di pomeriggio è tutta un'altra storia, fidatevi.
Arrivato a scuola andai dai miei 2 amici che mi aspettavano sempre prima di entrare, dato che tra i 3 ero sempre quello che arrivava ultimo tenendo conto che mi piaceva camminare ma allo stesso tempo uscivo di casa sempre tardi. Entrammo in classe e a mancare all'appello era solo una persona e indovinate chi? Ovviamente il mio compagno di banco, ma dato che con lui non avevo un buon rapporto non me la presi più di tanto. Mi sedetti e presi il libro di storia, come così fecero tutti ma il bello accadde alla seconda ora.
Qualcuno bussò alla porta e come è giusto che sia io pensai subito "fa che sia la bidella ti prego" ma ovviamente le mie preghiere andarono a vuoto dato che ad entrare fu il vicepreside, e come lui entrò noi tutti quanti ci alzammo.
-Sedetevi pure ragazzi. Vi voglio presentare la vostra nuova compagna di classe.
Una ragazza entrò dalla porta tutta silenziosa.
-Lei è Zoe, trattatela bene.
Ovviamente scherzava, noi siamo bravi ragazzi..okay, forse non tutti ma buona parte si. Il professore di storia parlando con Zoe disse:
-Benvenuta Zoe, trovati pure un posto.
Davvero ha detto trovati pure un posto? Si vedeva lontano un miglio che l'unico posto libero era quello vicino a me. Ovviamente. Zoe allora si sedette accanto a me e giusto per fare il gentile la salutai e lei ricambiò con un tono di voce che se fossi riuscito a sentire l'avrei ritenuto un test valido per l'udito. Non saprei, io non sono bravo con le ragazze, non so come bisogna comportarsi però sentivo già che avrei preferito lei al mio compagno di classe assente, dato che non è facile perdonare uno che ti mette la colla sulla sedia. Proprio no. Durante l'intervallo le ragazze andarono da lei per conoscerla meglio mentre io andai dai due miei amici che subito mi guardarono con quella faccia che vuol dire solo una cosa:
-State già ingranando?
Io lo guardai e dissi:
-Direi di no, lo sai come sono.
-Beh dai, non puoi negare che però è bella.
-Nono, non dico quello.. solo sai no? Eh sai.. esatto.
-Si certo. Comunque se ci rinunci dimmelo così ci provo io.
-Certo te lo farò sapere.
Sfortunatamente per Zoe, come capita a quasi tutte le persone che cambiano scuola, durante l'ora di Italiano la prof le chiese di presentarsi, allora lei con qualche secondo di incertezza si alzò e andò davanti alla lavagna. Per le persone che non sono abituate non è facile parlare davanti ad un numero elevato di persone, soprattutto se sono della tua età e anche per il fatto che se dici qualcosa di sbagliato perdi subito delle amicizie o magari vieni marchiato con qualche nomignolo a vita. La Zoe che si girò verso di noi era una Zoe scocciata e nonostante le apparenze poteva essere insicura su tutto, timida, imbarazzata, ma quando iniziò a parlare di sé non esitò un secondo durante il suo discorso.
-Mi chiamo Zoe Collins, ho origini americane ma sono nata in Italia. Ho 16 anni, quasi 17. Sono appassionata di motori, infatti mi piace molto andare in motocross.
Un compagno facendo finta di tossire disse "maschiaccia". Che bel modo di iniziare. Ma per non farla sentire l'unica appassionata di motori, appena disse quello alzai subito la mano. Non so perché ma quando una persona parla di qualcosa che io conosco mediamente bene voglio sempre farmi notare, far capire che non sei l'unica persona a conoscere quel mondo. La prof vide la mia mano alzata e guardandomi disse:
-Chiedi pure e dille il tuo nome.
-Okay. Ciao Zoe, sono Nicolas il tuo compagno di banco temporaneo. Giusto per curiosità, presumo che essendo appassionata di motocross, tu segua la Mxgp. Hai un pilota preferito?
Una frazione di secondo dopo che le posi la domanda mi chiesi tra me e me: "Perché?". Ma indifferentemente da questo lei mi guardò e rispose:
-Romain Febvre. E tu secondo me sei uno da "Antonio Cairoli".
Io preso dall'imbarazzo sorrisi e le risposi: "La patria è sempre la patria". Dopo questo evento lei continuò a parlare mentre io arrabbiato con me stesso continuai a ripetermi "PERCHÈ?". Effettivamente potevo starmene zitto, non so cosa mia sia preso in quel momento ma quel che è fatto è fatto, in fondo che poteva mai essere? Finita la presentazione Zoe ritornò al suo posto e mi chiesi come mai in terza superiore si facessero ancora le presentazioni dato che in prima superiore una nuova compagna arrivata a metà dicembre non la fece..perché lei si?
La giornata proseguì nella normalità e finalmente dopo 6 ore la campanella iniziò a suonare e tutta la massa di ragazzini e quelli quasi maturandi iniziarono ad uscire a palate e appena trovai uno spiraglio per uscire corsi subito. La giornata per me poteva finire lì, andare a casa, mangiare, giocare, guardare la tv e magari (sottolineo magari) aprire qualche libro di scuola, ma non fu così perchè mentre mi incamminavo a piedi ascoltandomi la musica, arrivato al semaforo aspettai il verde e nell'attesa mi girai dietro giusto per far passare quei pochi secondi e vidi Zoe. A quel punto cosa vuoi fare? Dire "ciao" e continuare ad ascoltare la musica? No, infatti misi in pausa e la salutai e giusto per rompere il giaccio le dissi:
-Se stai andando a piedi immagino sia qua vicino casa tua.
-Esatto, lo stesso vale per te immagino.
-Sai che forse c'hai ragione?
La feci sorridere. Beh almeno con questo sorriso avevo eliminato l'imbarazzo della domanda fatta in classe.
-Posso sembrarti avventata lo so, però siccome devo mettermi al pari con la classe volevo chiederti se potevi accompagnarmi a comprare i libri così puoi anche dirmi dove siete arrivati.
-Mh.. penso sia fattibile, però prima lasciami arrivare a casa che devo chiedere.
-Si. Si si, certo.
Con un silenzio che durò qualche secondo arrivammo sotto casa sua. Lei mi salutò dicendo: "Allora, forse a dopo!" e io sorridendo risposi "forse a dopo".
Arrivato a casa non c'era nessuno, tutti erano a lavoro quindi mandai un messaggio a mia madre:
"Posso uscire oggi?"
E dopo venti minuti.
"Okay."
Nel frattempo mi misi a mangiare ma siccome non avevo molta fame presi le Pringles e mentre guardavo il Tonight Show di pomeriggio cercai il numero di Zoe nel gruppo della classe, dato che le ragazze l'avevano già aggiunta e le scrissi:
"Ciao, sono Nicolas. Ci sono". Come primo messaggio mi limitai a non mandare emoji, non facciamole intendere niente, anche se lei rispose "Perfetto" con la faccine sorridente.
"A che ora?".
"Va bene le 3:30 sotto casa mia?".
"Okay, a dopo".
Di solito è strano che una ragazza chieda aiuto ad un ragazzo il primo giorno, la maggior parte dei nuovi arrivati se era ragazzo chiedeva aiuto ai ragazzi, viceversa per le ragazze. Avevo i miei dubbi però ero comunque felice dato che non uscivo con una ragazza da tanto tempo, anche se questa non era un'uscita normale ma per la scuola.
Si fecero le 3:05 e mi iniziai a vestire per poi poco dopo uscire e alle 3:27 mi trovai già sotto casa sua anche se dovetti aspettare fino alle 3:35.
-Ciao, scusa il ritardo, è da tanto che aspetti?
-Nono sono appena arrivato, giusto un paio di minuti.
Non era una bugia. Io potevo anche aspettare 15 minuti tanto non mi cambiava niente, ho sempre detestato la gente che mi giudicava per quei 2 minuti di ritardo che facevo, diamine.. c'hai fretta? Quando è un altro a fare ritardo mica mi lamento.
-Allora, sai già in che cartoleria dobbiamo andare?
-Realmente no, sai.. questa non è la mia zona.
-Ah no? E da dove vieni allora?
-Dall'Emilia-Romagna.
-Oh mama. Beh è bello lungo il trasloco dall'Emilia-Romagna fino in Piemonte.
-Si, soprattutto se sei al sud dell'Emilia.
-Dove?
-Savignano sul Rubicone.
-Mai sentita.
-Immaginavo.
-Comunque, siccome sei nuova ti porto io in cartoleria, tanto non è lontana. Almeno hai l'elenco dei libri da comprare?
-Si.
Nel piccolo tragitto da percorrere non parlammo molto, in fondo non c'era niente da dirsi dal momento che eravamo come sconosciuti e non potevo di certo andarle a dire "Che hai fatto questa settimana?" oppure "Cosa fai nel weekend?". Tanto alla fine qualcosa, qualcuno l'avrebbe detta. Arrivati alla cartoleria Zoe diede l'elenco dei libri alla cartolaia.
-Vediamo.. tra questi libri al momento ne ho solo 3. Italiano, matematica e spagnolo. Il resto deve ancora arrivare.
-Li posso prendere ora questi 3?
-Certo. Sono 57,90€. Ah mi serve nome, cognome e numero di telefono così quando arrivano i libri ti posso avvisare.
Dopo aver fatto tutto uscimmo e...e ora cosa? Avevamo finito.
-Ah, giusto. Mi puoi dire a che pagina siete arrivati cosi me lo segno?
Ci sedemmo in una panchina al parco vicino e presi il libro di italiano. Un mattone.
-Di italiano siamo arrivati a pagina 134(?)
-È una domanda?
-No credo sia una risposta.
-Sicuro?
-Eeeeeh.. massì siamo arrivati lì.
Successivamente le dissi le pagine di matematica e di spagnolo, fino a quando non ci alzammo dalla pancina e:
-Bene. Grazie.
-Figurati.
-Posso chiederti una cosa?
-Dimmi.
-Avevi qualcosa da fare per caso, oggi?
-Nono, altrimenti non sarei potuto uscire.
-Ah okay.. dato che sono solo le 4:10, non so. Ti andrebbe di fare un giro? Giusto per conosce un po' il quartiere.
-Mh.. certo, certo va bene.
-Sto esagerando vero? In fondo è come se stessi chiedendo ad uno sconosciuto di fare un giro.. era meglio se..
-Momento, momento.. momento. Calma, intanto ci conosciamo da più di 7 ore se non sbaglio e legge vuole che dopo le 5 ore non si è più sconosciuti. Tu mi hai solo chiesto di vedere un po' dove vivi e mi sembra giusto. Quindi non ci vedo niente di strano, però se tu credi di star esagerando allora io posso benissimo andare.
-Okay, forse hai ragione. Scusa.
-Tranquilla.
Iniziammo a girare un po' per l'isolato, ma dato che non c'era molto da vedere sarebbe stato un breve giro. Le volevo chiedere del trasloco e tutto quanto, giusto per avere un argomento da trattare ma parlammo di cose normalissime. Musica, film, serie tv. Un po' le cose che chiedi al primo incontro, fino a quando non ritornammo sotto casa sua.
-Sembra un bel luogo tutto sommato.
-Beh dal momento che non c'è molto si può definire un posto tranquillo.
Prima che lei rispose arrivarono i suoi genitori appena tornati da una lunga e intensa spesa, dato che avevano 4 borse stracolme. Ma tra tutti i momenti della giornata proprio ora dovevano arrivare? Mi toccava presentarmi nell'imbarazzo.
-Ciao Zoe.
-Ciao, vedo che avete fatto spesa.
-Forse un po' troppa.
-Ah si. Lui è Nicolas, un compagno di classe che mi ha aiutato a trovare una cartoleria per ordinare i libri.
Era il mio momento, mano ferma e sangue freddo. Odio le presentazioni.
-Salve, sono Nicolas.
Allungai il braccio per stringere la mano a sua madre e lei rispose:
-Ciao, sono Sarah e lui è mio marito Chuck. È un piacere conoscerti.
Io strinsi la mano anche al padre e risposi "È un piacere anche per me". Boom, fatto presentazione finita.
-Beh noi saliamo a posare la roba. Voi divertitevi.
-No salgo adesso, tanto Nicolas stava per andare a casa.
-Di già?
Ahhh che momento di imbarazzo. La madre allora finì la frase con delle parole che se non sei in un film allora è puro sogno:
-Beh Nicolas, allora se non ti dispiace, vorremmo invitarti a cena questa sera, sempre se per i tuoi va bene.
Mi ci vollero dei secondi per realizzare quella frase ma dopo un ragionamento ben logico risposi:
-Appena arrivo a casa chiedo. (Sorridendo dall'imbarazzo)
Salutai tutti e me ne andai a casa con mille pensieri in testa. Solo nei film vedevo i genitori invitare ragazzi a casa della figlia, mai nella realtà. Arrivato a casa vidi mia madre che era appena tornata dal lavoro e la salutai mentre andavo in camera mia.
-Ah aspetta mamma.. Io emh.. mmh..
-Che hai combinato?
-Nono io niente.. Oggi in classe è arrivata una nuova compagna.
E così iniziai a raccontarle della giornata incluso anche l'invito a cena e lei con sguardo perplesso mi chiese:
-Ti sembrano brave persone?
-Penso di si.
-Okay allora puoi andare.
-Così? Davvero? E se fossero assassini?
-Scappi.
-Wow mamma tu sei veramente fonte di saggezza.
Lei mi sorrise con sguardo malefico e io me ne andai in camera. Sarò sincero, una giornata così non mi era mai capitata ed ero un po' agitato. Ero uno che parlava poco con le ragazze, figuriamoci andare a cena.
Tutto questo poteva sembrare l'inizio di una favola dove le cose vanno solo a migliorare, ma sfortunatamente dovetti maledire quella mattina in cui alzandomi decisi di andare a scuola.
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Lontano Da Casa
AdventureIn classe arriva una nuova compagna, si chiama Zoe che fa la conoscenza di Nicolas e da lì le loro vite si intrecceranno ma per uno dei due sarebbe stato meglio restare a casa quel giorno.