Ahimè, come ormai era scritto da molto tempo, ho deciso di sospendere definitivamente il libro. Se non l'ho fatto fino ad oggi è solo perché ho sempre sperato di ritrovare la voglia di continuare. Ma crescendo in questi anni (siccome il libro l'ho iniziato 3 anni fa), ho capito che quello che stavo scrivendo non mi piaceva. Ho capito che era una storia banale. L'avevo iniziata a scrivere principalmente per farla leggere ai miei amici, anche se nel suo piccolo ha avuto un successo molto grande secondo i miei standard. Poi il 2019 è stato l'anno in cui non ho neanche pubblicato un capitolo.. è stato il colpo di grazia per questo libro. Quindi con dispiacere, e anche delusione da parte di me stesso, la storia finisce qua. La storia finisce incompleta. Vorrei potervi almeno raccontare la fine del libro, ma non sono mai riuscito ad immaginarla. Avevo solo abbozzato l'ultimissima scena.
Come ben si può capire dal finale del 13esimo capitolo, Nicolas veniva ucciso e la narrazione passava subito a Selena (dove tra l'altro a fine di questa mia premessa vi metterò la bozza del 14esimo capitolo che avevo iniziato a scrivere veramente troppo tempo fa). Quindi con qualche altra scena movimentata, volevo arrivare ad un finale dove Selena (perché Zoe l'avrei fatta morire) andava a trovare Nic al cimitero e lì incontrava Jake del mio primo libro ("se chiudi gli occhi"). Un finale un po' bizzarro, dal momento che neanche ricordavo più la trama del primo libro, ma che poteva portare a un terzo libro con loro due protagonisti.
Proprio per questo ho abbandonato, perché le due le storie erano banali, erano frettolose e non volevo più scrivere libri banali.
Vi posso però dire che sto iniziando un nuovo libro che non pubblicherò di volta in volta (cosa che mi ha sempre danneggiato, dato che finivo con lo scrivere capitoli velocemente solo per vedere le reazioni e le statistiche), ma che pubblicherò una volta finito. Voglio metterci tutto l'impegno impossibile, in fondo si impara dalle esperienze precedenti, no?
Detto ciò non vi voglio annoiare, quindi vi pubblico la bozza che avevo iniziato a scrivere del 14esimo capitolo. Non posso dire "spero vi piaccia" perché tanto non avrà finale :)
Vedrete probabilmente molte parole attaccate perchè ho scritto su word e wattpad almeno in passato era rotto, ora non so :)
(Per gli errori grammaticali chiudete un occhio, non l'ho ricontrollato)
CAPITOLO 14
(Qualche ora prima)
Il buio mi pervase tutto il corpo. Restai pietrificata. Strinsi gli occhi dalla paura ma nonostante questo iniziai a sentire i graffi sulla faccia e su tutto il corpo. Non stava succedendo davvero, ma il mio cervello stava rendendo tutto cosi reale. Probabilmente dalla paura iniziai ad urlare ma non fui capace di sentirmi.
Un fascio di luce mi illuminò una piccola superficie della spalla. Questa luce proveniva dalla porta quindi mi ripresi un attimo prima di alzarmi e avvicinarmi alla porta provando a chiamare Nic nella speranza che rispondesse. Niente, nessuna risposta. Arrivata alla porta girai il pomello e portandomi dall'altra parte della porta, notai fosse casa mia. Alla mia sinistra c'erano le camere da letto: quella dei miei genitori e quella di mia sorella; a destra invece si poteva andare in cucina mentre davanti a me avevo il bagno che era completamente buio e in lontananza c'era una luce rossa che dondolava. Sembrava non tanto un pallino ma quasi un pendolo. Notando quell'aggeggio persi almeno l'anima dalla paura ma non osai comunque entrare. Mi diressi in cucina, la stanza da dove proveniva la luce. C'era tutta la mia famiglia a tavola che mangiava. Mia madre probabilmente aveva preparato lo stufato da quanto si poteva vedere. Il posto accanto a mia sorella era vuoto quindi molto lentamente mi sedetti. Mia madre alzò lo sguardo e mi sorrise. -Che c'è tesoro? Non hai fame oggi?- mi disse a causa del mio sguardo molto pietrificato. Io non le risposi passando per maleducata e lei guardò mio padre come per farmi sgridare per il mio comportamento. Lui non ebbe tempo di sgridarmi che la luce si spense. Era tutto completamente buio ma gli occhi di mio padre, mia madre e mia sorella erano rossi. Queste lucine erano completamente ferme. Non sparivano e non si muovevano. Io iniziai a non sentirmi più le gambe dalla paura e provai a mettere le mani davanti a me per sentire il tavolo o qualsiasi altra cosa posta sopra il tavolo. Non c'era più nulla quindi, con il poco coraggio che avevo in quel momento, provai ad avvicinare la mano su una delle due luci rosse che rappresentavano gli occhi di mia madre. Partii dal basso nella speranza di poter sentire prima il suo corpo ma anche quello era sparito. La mia mano probabilmente oltrepassò in linea d'aria gli occhi di mia madre, quindi portai il braccio verso l'alto. Ero sul punto di toccare l'occhio. Lo afferrai. Era vero. Provai quindi a tirare verso di me quella lucina e si accese una luce poco sopra alla mia testa. Quello che avevo tirato era una cordicina per la lampada attaccata al muro. Ma dove mi trovavo? Girai lo sguardo davanti a me e vidi solo un oblò. Guardai fuori e vidi il mare. Mi girai indietro e vidi la camera dove alloggiavo durante il viaggio con il traghetto. Mi avvicinai alla porta e la aprii senza aspettare molto. Oltre la porta c'era il corridoio completamente vuoto che portava a tutte le altre camere. La luce andava ad intermittenza e mi accorsi che il traghetto era un po' inclinato quindi molto probabilmente stava sprofondando. -NIC- provai a chiamare, e lo ripetei più volte ma senza trovare alcuna risposta. Più andavo avanti, più l'acqua iniziava a salire. Avevo finito il corridoio che ormai si trovava all'altezza delle ginocchia. Salii le scale e andai al piano terra e trovai i passeggeri. Erano tutti tranquilli. Più avanti c'era una sala da pranzo molto lussuosa e tutti stavano mangiando tranquillamente. Mi accorsi di non essere più bagnata sulle ginocchia. In mezzo alla sala, ad un tavolo, mi parve di vedere Nicolas, quindi lo raggiunsi correndo. Lui era tutto elegante con lo smoking ed era seduto insieme ad una ragazza. Non sapevo chi fosse. Poteva essere sua sorella, se ne aveva una, poteva essere una sua amica oppure.. poteva essere Zoe. Mi avvicinai al tavolo chiamando Nicolas. Lui mi guardò con uno sguardo storto e una volta raggiunto il tavolo vidi che Zoe non aveva il volto. Era solo... pelle. La cosa mi spaventò ma probabilmente era solo la mia testa a creare tutto questo e non conoscendo il suo viso, non riusciva ad inquadrarlo in primo piano. Constatato ciò mi girai dietro e notai che nessuno aveva il volto. Non conoscevo nessuno. Ma chi erano tutti loro? Perché non farmi vedere solo Nicolas?
-Mi scusi, perché è venuta ad importunare me e la mia ragazza?-. La voce era la sua, mi stava parlando. Io mi voltai spaventata e gli dissi -Nicolas cosa sta succedendo?-. Lui mi guardò ancora una volta male, un po' con rabbia per il disturbo recato. -Tesoro, perché parli con una stracciona come questo essere? Guarda come si veste!- intervenne Zoe. Io mi guardai. Il vestito non era più quello che indossavo.. avevo un maglione strappato e sporco con dei pantaloncini. Okay che mi trovavo in un posto lussuoso, però avevo comunque il mio stile. Sarò sincera. Le ho tirato uno schiaffo. Uno schiaffo soddisfacente. Forse ne avevo bisogno. A conseguenza di quello schiaffo si sentì un sussulto da parte di tutti in sala.... poi mi chiedo come, se non avevano la bocca. Nicolas se ne andò senza dire nulla. Io rimasi ferma un po' allibita dalla sua reazione e anche dal mio comportamento ma provai a raggiungerlo nel momento in cui lui varcò una porta. Entrata nella stanza mi trovai in qualcosa di diverso di un traghetto. Era..era una scuola? Non la conoscevo. Non era la mia scuola. Ero in fondo alla classe ma non c'era nessuno..tranne Nicolas. Nicolas si trovava davanti, esattamente alla diagonale opposta e iniziò a parlare.
-L'ho conosciuta qui Zoe.. la prima volta-. Io mi alzai per raggiungerlo e mi sedetti accanto a lui.
-Sembrava una ragazza normale.. carina.. intelligente. Le piaceva la motocross e anche a me piaceva. Cavolo sembrano passati già 2 anni da quando la incontrai, invece è passato solo un mese-. Seguì un momento di pausa. Poi si alzò e mi chiese di seguirlo. Mi tenne la porta e io lo superai. Eravamo in una casa dove c'erano altre persone, quindi io gli chiesi chi fossero e lui mi rispose -la famiglia di Zoe-. Ero abbastanza stranita non capendo come mai io potessi vedere le loro facce non avendole mai viste dal vivo. Riferii questo mio pensiero a Nicolas e lui mi disse che era lui a fare da tramite tra la realtà e la mia immaginazione. Sembrava stupido, sembrava finto ma allo stesso tempo sembrava tutto reale. Non conosco la scienza e anche se la conoscessi.. chi può dire non sia fattibile ciò che stava succedendo?
Nicolas mi spiegò che pure lui era svenuto e come accade nei sogni, dove si vedono persone che si conoscono, anche qui era la stessa cosa. Solo che non era la mia testa a controllare lui. Lui si controllava da solo.
-Voglio dirti una cosa Selena. Questa battaglia non può finire bene per tutti. Io mi ci sono intrappolato e involontariamente ho incastrato pure te. Ora devo andare. Devi svegliarti pure te- mi disse Nicolas alzandosi e andando verso una porta. Prima di chiudersela alle sue spalle mi disse "è tempo di andare a caccia di Pokemon" sorridendo. Una volta chiusa la porta mi avvicinai io provando ad aprirla ma sembrava bloccata. Ero rimasta sola, fino a quando non sentii la voce di Nicolas e di altri provenire dall'esterno (*il mondo reale*). Ora la porta era aperta e ci uscii.
(Tempo presente)
Ormai il sangue mi era arrivato fino alla bocca. Avevo una ferita profonda al fianco e nessuno di loro avrebbe potuto curarmi. Non bastavano le garze e nemmeno tenere stretto sulla ferita. Sentivo perdere le forze ogni secondo di più e ormai era diventata questione di minuti. A sto punto c'era solo una cosa da fare: creare casino.
(Continua Selena)
Nicolas alzò la testa verso la persona che lo stava tenendo in ostaggio e con uno sguardo vivo, cosa che ancora non avevo visto in lui, gli sputò addosso il sangue e gli disse -Cosa stai aspettando? Tua figlia mi ha già ucciso con la coltellata-. Nicolas appoggiò la sua fronte completamente sudata sulla pistola di Chuck. Aveva chiuso gli occhi nel momento in cui si appoggiò, poi li riaprì e sorrise facendo colare il sangue dagli angoli della bocca. -Vaffanculo Stronzo- furono le sue ultime parole prima di sparagli. Io urlai dallo spavento e mi nascosi dietro le braccia per non vedere. Zoe che era venuta in mio soccorso si paralizzò completamente. Fu un qualcosa di davvero immediato che nessuno avrebbe potuto fermare. Il padre di Nic corse verso l'assassino nonostante lui gli avesse puntato la pistola contro per farlo fermare e iniziarono a prendersi a pugni. Mentre succedeva questo, la madre di Nic cadde a terra e con le lacrime agli occhi strisciò verso suo figlio cercando di risvegliarlo, anche se in uno stato più normale sapeva sarebbe stato inutile provarci. -Nic..parlami-. Era questo quello che le sentivo dire e rimbombava nella mia testa. Era morto. Il sangue girava intorno alla sua testa. Sarah in tutto questo cercò di bloccare il padre di Nicolas e con un po' di fatica alla fine ci riuscì. Simona invece era rimasta anche lei scandalizzata però si alzò comunque in piedi mettendosi all'angolo della stanza. Ora stava meglio. Stava meglio anche
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Lontano Da Casa
AventuraIn classe arriva una nuova compagna, si chiama Zoe che fa la conoscenza di Nicolas e da lì le loro vite si intrecceranno ma per uno dei due sarebbe stato meglio restare a casa quel giorno.