Capitolo 12

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Da quando avevano fatto l'amore per la prima volta, Alexander e Magnus non erano riusciti a restare separati. Era come se i loro corpi, dopo essersi uniti, non ne avessero mai abbastanza. L'uno era la droga dell'altro. Avevano passato lunghe notti insieme, a volte a casa di Magnus e a volte a casa di Alexander. Quando finivano entrambi di lavorare si incontravano e cenavano insieme, spesso era Alexander che cucinava per entrambi. Magnus aveva deciso di riempire il frigorifero dopo che il ragazzo lo aveva rimproverato per tutte le volte che aveva ordinato cibo dal take-away. Lui non aveva potuto far altro che ridere e accontentarlo, andando a fare la spesa. Così, quando stavano a casa del fotografo, Alexander cucinava per lui. La sua cucina, il suo salotto, tutti gli ambienti della casa erano diventati familiari in poco tempo. Magnus era contento di averlo lì, di non dover passare le sue serate in solitudine. Alexander era stato una bella ventata d'aria fresca nella sua vita e oramai non riusciva più ad immaginare le sue giornate senza la sua presenza, senza un suo bacio o un suo tocco gentile. Persino svegliarsi la mattina non era più faticoso, vedere gli occhi blu del ragazzo e il suo sorriso gli davano l'energia giusta per affrontare la giornata. Ogni mattina si salutavano con un bacio e la promessa più bella del mondo: "a stasera". Ogni volta che Magnus sentiva quelle due parole pronunciate da Alexander, non poteva far altro che sorridere e restare allegro per tutta la giornata. Persino Alexander riusciva ad affrontare gli studenti senza la costante voglia di prenderli a librate in testa.

Anche quella mattina era entrato in Università con il sorriso dipinto sul volto, camminando quasi fluttuante tra i corridoi. Il chiacchiericcio incessante degli studenti faceva da sottofondo ai suoi pensieri, sempre rivolti a Magnus e a tutto ciò che lo riguardava. Si poteva essere più innamorati di così?
Entrò nell'ufficio e vide il professor Stabler già all'opera, una tazza fumante di caffè era sulla sua scrivania. Si voltò verso il suo superiore, sorridendo incessantemente.

‹‹Grazie, professore!››

Alexander si sedette, lasciando la sua valigetta sulla scrivania e prendendo un generoso sorso di caffè. Ne aveva già bevuta un'abbondante tazza a casa di Magnus quella mattina, ma non avrebbe rinunciato ad una buona dose di caffeina per affrontare la giornata.

Il professor Stabler lo guardò di sottecchi, scrutandolo attentamente. Da quando si conoscevano, Alexander non era mai stato così entusiasta, persino la sua pelle sembrava più luminosa. Sicuramente erano gli effetti dell'amore, ma Stabler si chiese quanto effettivamente fosse durata. Non sapeva molto del ragazzo che il suo prediletto stava frequentando, sapeva solo che era un personaggio famoso. Per quanto la loro relazione sarebbe restata segreta? Alexander avrebbe voluto restare all'oscuro per sempre? L'amore era la forza che muoveva le cose, ma spesso non bastava a mantenere viva una relazione. Stabler era solo preoccupato per lui, perché sapeva quanto potesse essere fragile. Vedere Alexander soffrire era l'ultima cosa che voleva al mondo.

‹‹Alec, va tutto bene? Ti vedo molto più sereno in questi ultimi tempi.››

Alexander alzò lo sguardo dal suo computer portatile che aveva appena acceso. Si voltò verso il professore e arrossì lievemente, imbarazzato dalla domanda.

‹‹Oh sì, va tutto alla grande in realtà. Lo sa che esco con... questo uomo... quindi...››

Stabler ridacchiò, lasciando perdere la notizia di cronaca che stava leggendo sul New York Times.

‹‹Lo so, me lo avevi accennato un paio di settimane fa. E poi l'ho visto quando ti è venuto a prendere qui a scuola.››

Se prima le gote di Alexander erano di un tenue colore, ora sembravano due pomi rossi.

Autumn in New York | Malec AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora