Capitolo 8.5

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Magnus Bane: ‹‹Sono stanco dei soliti canoni di bellezza.››


Eliza Kudrow – 25 ottobre 2016
Magnus Bane ha lasciato a bocca aperta l'intera New York con i suoi ultimi scatti, raffiguranti una nuova bellezza mai vista sulla scena pubblica. Ora è qui con noi, insieme al suo nuovo soggetto, e insieme ci parleranno di questo nuovo progetto.




Signor Bane, lei si riconferma ancora una volta come miglior fotografo di moda. I suoi ultimi scatti stanno facendo impazzire il web e molti parlano di una nuova era. Cosa può dirci di questo suo nuovo scoop?

‹‹Sapevo che avrei suscitato scalpore, ma non pensavo che le foto avrebbero fatto il giro del mondo. Mi creda, ne sono entusiasta, ma spero che il messaggio sia chiaro. Le mie foto sono nuove, partendo innanzitutto dalla mia modella. Nessuno sapeva di questo progetto, se non i diretti interessati.››

Lei ha tappezzato New York con questi scatti in bianco e nero. Le persone si fermavano e le ammiravano a bocca aperta! Cosa le hanno detto i suoi colleghi?

‹‹Mi hanno chiesto se fossi pazzo. (Ride). In realtà era da tempo che volevo realizzare una cosa simile, aspettavo solo la persona giusta. Non appena ho visto Isabelle ho pensato che lei lo fosse e, oltre ogni mia aspettativa, lei ha accettato. Non è facile esporsi in questo modo, soprattutto per qualcuno che non è mai stato in questo pazzo mondo della moda.››

La moda ha sempre voluto canoni ben precisi, lo sappiamo tutti. Lei non è stato il primo a fare foto che denunciassero questi precetti, ma ha comunque lasciato tutti a bocca aperta.

‹‹Il merito non è solo mio. Io ho cercato il soggetto, ho creato l'ambiente e ho fotografato. Il merito è solo di Isabelle, perché lei è di una bellezza rara, sopraffina. Senza di lei non sarei riuscito a creare questo capolavoro! Rispondendo alla sua domanda, ha ragione. Io non sono stato il primo e sicuramente non sarò l'ultimo. Lei lo sa bene quanto me: non fotografo solo per i soldi, l'ho sempre sottolineato nel corso degli anni e nelle interviste. Se pensassi ai soldi probabilmente non avrei realizzato questo progetto. Se pensassi ai soldi non avrei declinato numerose offerte vantaggiose. La fotografia non deve solo essere strumento di vendita, deve anche essere strumento di messaggio. La mia anima vede il mondo e io cerco solo di mostrare anche a voi ciò che esiste di bello. Isabelle, così come ogni donna e uomo, è sinonimo di bellezza. Bisogna saper catturare l'essenza di una persona, mostrare agli altri quello che vediamo. Non è semplice, ma è possibile.››


Quindi qual era l'obiettivo di questo suo servizio secret? Ci sarà un seguito?

‹‹Se Isabelle vorrà, io la fotograferei per ogni cosa e la proporrei per qualche stilista che conosco. Il mio intento era solo di far entrare nella testa delle persone, di quelle che si sono sempre viste la porta delle opportunità sbattute in faccia, che se vogliono tutto è possibile. Sarà un concetto astratto e già sentito, ma è estremamente vero e io volevo dimostrarlo. Non bisogna mai rinunciare ai propri sogni al primo ostacolo, non bisogna mai pensare di non essere abbastanza. Io per primo da giovane credevo di non essere abbastanza! (Ride).››

Come è possibile che il grande fotografo di moda Magnus Bane si sentisse... inadatto?

‹‹Tutti prima o poi nella vita dobbiamo affrontare quella condizione di disagio. Non le è mai capitato di guardarsi allo specchio e sentirsi fuori posto? Come se il mondo le si stringesse addosso? A me sì, e sarei uno sciocco se lo negassi, perché è ciò che mi ha reso quello che sono oggi. Ma non mi sono fatto abbattere. Mi sono fatto largo nel mondo strisciando, poi gattonando e alla fine sono riuscito ad alzarmi in piedi. Mi sono fatto male nel percorso, qualche volta ho persino pensato di rinunciare, ma non ho mai mollato. Bisogna stringere i denti, chiudere gli occhi e credere in se stessi. Io non mi fidavo di me stesso, ora invece mi guardo allo specchio e non vedi più quel ragazzino insicuro che ero. Adesso mi guardo allo specchio e vedo la strada che ho percorso e non posso far altro che sorridere e essere grato a me stesso per ciò che ho realizzato.››

Credo che tutti debbano prendere ad esempio le sue parole, è un messaggio veramente profondo e importante quello che ci sta dicendo. E lei, signorina Lightwood, che ne pensa?

‹‹Penso che il signor Bane abbia ragione, infondo è quello che ho sempre cercato di fare io nella mia vita. All'inizio mi sono fatta abbattere dalle difficoltà, ma poi sono riuscita a riemergere. Forse più forte di quella che ero prima.››

Cosa può dirci di quegli scatti? Come si è sentita?

‹‹Ricevere una chiamata dal famoso fotografo Magnus Bane è stato un colpo al cuore, non me lo sarei mai aspettata. Quando sono andata nel suo studio e mi ha spiegato il progetto inizialmente volevo rifiutare. Era il mio corpo con cicatrici ben visibili. Le poche foto che avevo già fatto per qualche stilista erano state modificate, le mie cicatrici erano sempre state coperte perché imperfezioni. Il signor Bane, invece, mi chiedeva di mostrarle. È stato uno shock.››

Ma lei ha accettato e si è spogliata davanti a lui, ha lasciato che il mondo vedesse le sue debolezze.

‹‹Alla fine sì, ho accettato, ma non è una debolezza. Le cicatrici che ricoprono il mio corpo sono la mia storia, segnano il percorso della mia vita e ciò che il destino mi ha riservato. Io, quando mi guardo allo specchio ogni giorno, le osservo e penso alla mia storia. Ma non è più una storia di cui mi vergogno. Ancora oggi ha la capacità di ferirmi, di lasciarmi senza fiato per il dolore, ma... (si ferma, ha le lacrime agli occhi, ma prende un respiro profondo e continua) Ma sono io, le cicatrici mi rendono la donna forte che sono oggi. Non voglio più sentirmi imbarazzata nel mostrarle, non devo più coprirmi dagli sguardi delle persone carichi di compassione. Ognuno ha vissuto un trauma, il mio è ben visibile, ma mi ricorda ogni giorno quello che ho affrontato.››

E suo padre, il magnante della tecnologia americana, che ne pensa? E sua madre? So che è nella politica, questo non ha influito su di loro?

‹‹Anche se lo avesse fatto, non vedo come possa aver influito in modo negativo. Tutti sanno ciò che è accaduto alla nostra famiglia, la notizia cinque anni fa era su tutti i giornali. Io, mia madre e mio fratello maggiore portiamo i segni di quell'incidente e li porteremo per tutta la vita. Questo non fa che rendere i miei genitori umani davanti agli occhi delle persone. Mia mamma è una donna che ha sofferto, dentro mio padre si è rotto qualcosa. Perché dovremmo vergognarcene? Siamo esseri umani, proviamo sentimenti. Se io non mi sento intimidita nel mostrare le mie cicatrici, loro dovrebbero solo appoggiarmi.››

Ricordo quella notizia, il suo fratellino minore perse la vita in quell'incidente. A distanza di cinque anni, mi lasci porgere le mie più sentite condoglianze.

‹‹La ringrazio da parte di tutta la mia famiglia.››

Sono contenta di averla finalmente potuta vedere. Per uscire da questo argomenton un po' tetro, ha dei progetti futuri riguardo la sua carriera?

‹‹Sinceramente? No. Non so cosa mi riserverà il futuro, so solo che perseguirò il mio obiettivo comunque vada.››  

Autumn in New York | Malec AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora