Earth, August 17th, 2731

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Part 2 - Invasion

Chapter 6 - Earth, August 17th, 2731


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Castiel esaminava il cadavere disteso sul lettino dell' obitorio: Era un uomo di 63 anni morto di infarto, con capelli corti e radi e la pelle bianca e cadente.
Il suo viso tuttavia tradiva una forza che perdurava anche nella morte.
Roger Cammings. Era questo il suo nome.
Ma Castiel non riusciva a vedere Roger, vedeva solo Dean.
Dean ricoperto di sangue. Perforato dalle pallottole. Senza un arto. Bruciato.
Iniziò a mancargli il respiro.
Si sentiva come schiacciato sotto un enorme pressa, senza forze.
Fece dei grandi respiri per calmarsi, ma peggiorò solo la situazione.
Ansimava vistosamente, stringendosi una mano sul cuore con gli occhi chiusi, mentre il cuore accelerava i battiti e respirare diventava sempre più faticoso.
Gli altri alunni lo guardarono confusi, qualcuno sorrise e sussurrò che non aveva la stoffa per diventare medico.
Il professore interruppe la sua spiegazione sui problemi cardiovascolari e sollevando gli occhiali gli disse di andare a prendere una boccata d'aria.
Castiel annuì e cercò di recuperare il controllo.
Crollò nel bagno, piangendo in un angolo, senza riuscire a smettere di pensare a Dean disteso su quel lettino, senza quella luce che gli brillava negli occhi.
Sentiva la sua voce risuonargli nella testa, e ogni parola provocava una nuova lacrima.
"Cassy... Io devo andare. Ti prego, cerca di capirmi. E' lo spazio! Io sono nato per questo!"
Improvvisamente sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
Si voltò di scatto e riconobbe il suo insegnante, il signor Cameron.
"Fa paura, la morte. Non è vero?" Gli disse porgendogli un fazzoletto.
Castiel lo guardò a lungo, cercando di trattenere le lacrime. Annuì.
"E' normale. Sopratutto adesso che è così vicina..."
"Non è questo, è solo che..." Al solo pensiero scoppiò di nuovo in lacrime.
"Solo che?" Lo aveva incalzato Cameron, accarezzandogli una spalla.
"C' è una persona... E lui... Lui vuole arruolarsi..."
Il professore annuì e fece un respiro profondo, stringendo la sua spalla.
"Immagino che sia molto importante questa persona per te..."
"La più importante!"
Seguì un lungo silenzio, poi il professore gli prese il mento con la mano, sollevandolo alla sua altezza.
"Allora studia! Diventa il miglior medico di questo cazzo di mondo! Così se la tua persona starà starà male o verrà ferita, tu potrai curarlo."
Quelle parole riaccesero un po' di speranza nel cuore di Castiel, avrebbe fatto qualsiasi cosa per Dean, per proteggerlo.
"Lo farò!" Disse asciugandosi le lacrime con la manica della felpa. "Diventerò il miglior medico di questo cazzo di mondo, e lo salverò, qualsiasi cosa accada."
Il professore annuì soddisfatto e sorrise.
"Ben detto figliolo! Ora torna dentro e impara tutto ciò che puoi, perchè non so quanto tempo ancora ci rimane, prima che tutto finisca. Perciò mettiti sotto, sei uno dei migliori studenti del mio corso dannazione, se c'è uno che può farcela, quello sei tu!"
Castiel lo fisso dritto in quegli occhi scuri e profondi, che sembravano due pozze di petrolio. Eppure c' era forza in quegli occhi, una forza che gli diede il coraggio di rientrare nell' aula e fissare Roger Cammings.
il rietro a casa fu ancora peggiore di quello che si immaginava: Forse la guerra fuori non era ancora scoppiata, ma in casa, era iniziata il giorno in cui Dean aveva annunciato di volersi arruolare.
John e Mary Winchester stavano facendo tutto ciò che era in loro potere per impedirgli di andare: Puntarono sulla loro autorità, sui sensi di colpa, sui ricatti, sulle lacrime.
Ogni cosa pur di non vedere il loro amato figlio andare in contro alla morte.
Dean tuttavia era irremovibile.
Nemmeno le suppliche di Sam erano servite a fargli cambiare idea.
Michael e Gabriel erano gli unici eccitati dall' idea: Continuavano a chiedergli quando avrebbe visto gli alieni, che armi avrebbe usato, se avrebbe guidato un astronave...
Smisero di giocare a cowboy e indiani per passare a soldati e alieni.
Ogni volta che Mary li vedeva giocare e fingere di morire scoppiava in lacrime, mentre Castiel gli urlava di smettere.
Quella sera Dean era venuto a trovarlo, come ogni notte da quando erano bambini.
Aveva portato un film e delle caramelle gommose, sorridendo in maniera un po' impacciata quando era entrato dalla finestra.
"Ho pensato che magari ti andava una serata cinema e schifezze!" Aveva detto sedendosi sul letto.
Castiel stava leggendo un libro, anche se in realtà fissava la stessa pagina da ore, senza riuscire a leggere nulla.
Lo aveva fissato per qualche minuto, cercando di scacciare l 'immagine di Roger Cammings, poi aveva riposto via il libro, facendogli posto sotto le coperte.
Dean aveva messo il film e aperto le caramelle, sperando di poter passare una serata tranquilla con il suo amico.
Ma Castiel non rideva quando c' erano le battute, non mangiava, non parlava.
"Ehy tutto ok Cassy?" Gli aveva chiesto dandogli una leggera spallata.
Castiel aveva lo sguardo perso nel vuoto, e solo dopo un po' riuscì a rispondere.
"Potrebbe essere l' ultima volta..."
"Cassy per amore del cielo, non iniziare!"
"Porterai il mio medaglione vero? Per proteggerti..."
Castiel stringeva forte il suo, con gli occhi che brillavano e il viso arrossato.
"Certo... Lo porterò sempre con me!"
Dean sorrise, pensando che questo l' avrebbe fatto sentire meglio.
Invece Castiel scoppiò a piangere, pensando che quello poteva essere uno degli ultimi sorrisi che avrebbe visto.
Non si era mai reso conto di quanto preziosi fossero i suoi sorrisi, ma ora che erano gli ultimi, non riusciva a farne a meno.
"Cassy ti prego non piangere, andrà tutto bene..." Dean gli aveva passato un braccio intorno alla spalla, facendolo appoggiare al suo petto.
"Non succederà nulla vedrai... Farò una passeggiata sullo spazio e tornerò indietro da te!"
"Promettilo Dean, prometti che tornerai da me!"
Dean aveva guardato le lacrime scendere dai suoi occhi azzurri, le aveva asciugate con il pollice, fermandosi ad accarezzare la sua guancia.
"Te lo prometto Cassy..."
Gli diede un bacio sull fronte e guardò fuori dalla finestra, dove ancora le stelle dominavano il cielo.
In quello stesso momento i governi mondiali avevano mandato delle astronavi in spedizione, con lo scopo di individuare possibili minacce o appurare le intenzioni pacifiche dei visitatori.
Il mondo intero tratteneva il respiro, attendendo l' esito della missione HOPE.

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