Earth, August 24th, 2731

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Chapter 10 - Earth, August 24th, 2731


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Un giorno. Cosa puo' cambiare in un giorno?
I vestiti che indossi, i tuoi gusti musicali, un nuovo amore?
C'è qualcosa di così importante da poter stravolgere la tua vita in un solo giorno?
Sotto un cielo azzurro e freddo come il ghiaccio, in ginocchio tra fiamme e macerie, Dean Winchester stringeva tra le mani il corpo senza vita di sua madre.
I rumori erano come ovattati, li sentiva lontani, sbiaditi.
Vedeva davanti a lui i resti della sua casa, della sua città, come in un brutto sogno dove niente sembra reale e al tempo stesso così vero da lacerarti l' anima in mille pezzi.
Dean teneva la testa della madre appoggiata al petto, con i lunghi capelli biondi che le coprivano il volto insanguinato.
Spostò una ciocca di capelli in modo da vedere meglio il suo viso, quel viso che per anni lo aveva svegliato ogni mattina e gli aveva dato un bacio prima di dormire.
Il viso che ricordava Dean però era gentile e buono, ricordava un sorriso caldo e gli occhi che si illuminavano.
Quello che aveva davanti non sembrava il suo viso, il corpo che teneva tra le braccia non sembrava il suo, così esile eppure così forte, esanime tra le sue braccia tremanti.
Si guardò intorno e vide il fratello disteso sul corpo di suo padre, aveva i suoi jeans preferiti e la maglietta da football che usava per dormire.
Perchè era quello che stavano facendo, prima che scoppiasse nuovamente l' inferno, dormivano, cercando almeno nei sogni di trovare un po' di pace.
Con la coda dell' occhio vide Elizabeth stringere tra le braccia i due piccoli Novak, che con le loro esili braccine cercavano di circondarle la vita e rifugiarsi sotto il suo viso.
Ma Castiel? Dov' era lui?
Per un attimo sentì mancargli il respiro, pensando che poteva essere li disteso da qualche parte.
Non avrebbe potuto farcela, non con lui.
Poi ricordò, e tornò a respirare.
Con una mano strinse quella dell' amico, quasi a controllare che fosse reale.
Quando intrecciò le dita con le sue e sentì il suo torpore, tirò un sospiro di sollievo.
Castiel era sempre stato dietro di lui, abbracciandolo silenziosamente con tutta la forza che aveva.
Il viso dell' amico era proprio accanto al suo, stretto nell' incavo tra il collo e la spalla, come aveva fatto a dimenticarlo?
Non aveva senso, ma ormai, niente aveva più senso.
Alzò gli occhi al cielo, quel cielo che era per anni era stato il suo sogno, la sua speranza, l' azzurro che lo guidava in ogni passo.
Quello stesso cielo ora era scuro e minaccioso, squarciato da gigantesche astronavi che portavano morte e distruzione, strappandolo alla sua vita.
Sentì una rabbia terrificante bruciargli dentro, così forte e intensa da coprire il dolore e la paura.
Sentiva in lontananza la sirena d' emergenza che suonava, gli avvisi dei militari che esortavano tutti i civili a correre nei rifugi anti bombardamento.
Sentì la voce di Elizabeth ripetergli che dovevano scappare immediatamente.
La sua voce rispecchiava il terrore che albergava dentro di lei.
Gli occhi di Sam, dubbiosi e spaventati, incrociarono i suoi, aspettando una decisione.
Castiel dietro di lui tremava e invocava il suo nome.
Ma lui non aveva paura, non voleva piangere, non voleva scappare.
Voleva uccidere. Voleva sangue. Voleva vendetta.
C' era solo odio nel suo cuore, non c' era spazio per nient' altro.
Ogni battito che il suo cuore faceva portava più rabbia dentro di lui, la sua mente si stava annebbiando, uscendo da una realtà che era diventata insopportabile.
Guardò il cielo, strinse il corpo della madre, e sotto la pioggia fredda tutto divenne chiaro.
Sapeva cosa doveva fare.
Si alzò, scostandosi bruscamente da Castiel ed Elizabeth, che cercavano disperatamente di trattenerlo.
Lui spinse via entrambi e si mise a correre.
Castiel provò a seguirlo, ma il suo viso si perse tra la folla di gente che accalcava le strade.
Persi e confusi, attesero il suo ritorno, vegliando sui corpi dei caduti.
Quando qualche ora dopo Dean emerse sulla soglia distrutta della sua casa, Castiel stentò a riconoscerlo.
Tutta la dolcezza che c' era stata in lui, tutto l' amore, tutti quei sogni che lo rendevano così vivace e spensierato, erano scomparsi, lasciando solo un viso privo di emozioni e sentimenti.
Spaventato, Castiel gli corse incotro e lo abbracciò.
Dean non si mosse, non parlò nemmeno.
"Dean... Dean, dove sei stato?" Chiese Castiel scuotendolo.
Lo guardò negli occhi, ma oltre quel verde smeraldo non vide la luce, vide l' oscurità.
"Dean! Maledizione ci hai fatto prendere un colpo, ma dov' eri finito?" Sam corse verso di lui, con la paura dipinta in volto.
Dopo un breve silenzio, senza guardare nessuno di loro, Dean parlò.
"Mi sono arruolato. Parto per l' addestramento domani."
Castiel si sentì svenire, tanto che dovette aggrapparsi a lui per non cadere.
Non era possibile, continuava a ripetersi.
"Ma come hai potuto? Come puoi lasciarci così? Proprio adesso che..." Sam non riuscì a finire la frase, se non con le lacrime.
Castiel si sentì invadere dal panico, non poteva perdere anche lui.
Iniziò a tirargli pugni sul petto e sul volto, spingendolo via.
"E adesso che faremo? Che ne sarà di noi?" Chiese Sam tra le lacrime.
"Dio si prenderà cura di noi... Lui ci guiderà attraverso le tenebre..." Rispose Elizabeth stringendo Sam a sè.
Solo in quel momento Dean sembrò rinvenire.
"Non pronunciare quel nome! - Urlò - Non pronunciare mai più quel nome in mia presenza!"
"Dean ti prego, so che sei arrabbiato, ma Dio è con te, dentro di te... Lui..."
"Dio è morto! - La interruppe Dean - E' la morte è il mio nuovo Dio."
Castiel non riusciva a capacitarsi di quello che stava succedendo, voleva credere di avere davanti il se il ragazzo con cui era cresciuto e che aveva amato, ma sapeva che non era più così, per quanto male facesse.
Provò ad accarezzargli delicatamente la guancia, come aveva fatto tante volte in passato per calmarlo.
Per un attimo Dean chiuse gli occhi e si lasciò confortare, per la durata di un paio di respiri, tutto sembrò tornare come prima.
Poi improvvisamente qualcosa cadde vicino a loro, Dean sussultò, gli scostò bruscamente la mano e lo guardò con gli occhi di un fantasma.
Castiel aveva voglia di piangere, ma era troppo a pezzi anche per far uscire le lacrime.
Chiuse gli occhi e strinse forte il suo medaglione, cercando risposte e coraggio.
Aveva paura, così tanta paura che il suo intero corpo tremava e formicolava.
Pregò Dio, pregò suo padre, pensò a sua madre e ai suoi fratelli, poi ricordò l' ultima volta che Dean gli aveva sorriso, e prese una decisione.
Uscì da quello che restava della casa, senza dire una parola.
Io ti riporterò indietro Dean...
Pensò incamminandosi verso la sua meta, sotto una pioggia incalzante.
Ti proteggerò ad ogni costo. Anche se dovessi uccidere, anche se dovessi morire.
Ad ogni passo che faceva la paura svaniva sempre di più, come la pioggia sulla sua pelle.
C' era solo una consapevolezza dentro di se, più forte di ogni altra emozione.
Io ti salverò.

Twin stars - Earth, year 2731Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora