Capitolo 13

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#Angela

Mi sembrava come se il mio cuore non era d'accordo con quello che stavo facendo, non era d'accordo nell'allontanarmi da Francesco e sapevo che allontanarmi da lui era una delle cose che non sarei mai riuscita a perdonarmi, sapevo che lo avevo perso, sapevo che ora lui aveva tutto il diritto di rifarsi una vita ma so anche che se scoprivo che stava iniziando a farlo con un'altra persona ne sarei potuta morire. Ma questo alla fine probabilmente lo meritavo, ero stata io a lasciarlo senza una spiegazione e andando via come un ladro dalla nostra casa e specialmente dalla sua vita, speravo con tutta me stessa che un giorno potesse perdonarmi e che io stessa sarei stata capace di perdonarmi e di ritrovare me stessa, la stessa ragazza persa quel giorno in cui ha saputo che il suo bambino non era nato.

Dopo varie ore di volo ero arrivata in Spagna, presi tutte le mie cose e scesi dall'aereo e dopo aver preso il mio bagaglio mi buttai nel primo taxi che trovai diretto verso un hotel che avevo prenotato un paio di minuti prima di salire in aereo, dovevo ricominciare da zero e sapevo molto bene che sarebbe stata molto dura, non sapevo nemmeno da cosa dovevo cominciare o forse si, mi serviva un lavoro. Avevo abbastanza soldi ma non ne avevo per iniziare una nuova vita e quindi sapevo che dovevo mettermi in cerca di un lavoro e di una casa, arrivai in hotel e mi recai alla reception che subito mi mandarono due ragazzi a prendere le poche valigie che avevo, li seguii in camera e una volta sistemati i bagagli gli diedi una mancia e li accompagnai alla porta chiudendola subito dopo che fossero usciti. Mi guardai intorno e mi sembrava tutto così strano, mi sembrava tutto così vuoto, mi mancava il suo odore, mi mancava vederlo sul divano con la chitarra tra le mani a suonare la prima melodia che gli veniva in mente. Sarebbe stata più dura del previsto, non sarei MAI riuscita a dimenticarlo e di questo ne sono sempre stato consapevole.

#Francesco

Ero tornato da poco a casa dopo essere stato ore a terra vicino al vetro in aeroporto, speravo di vederla ritornare indietro da me ma non è stato cosi, ormai aveva deciso e conoscendola sapevo benissimo che per quanto una cosa gli facesse male lei l'avrebbe fatta lo stesso, è sempre stata così ed e proprio questo che mi ha fatto innamorare di lei, il suo essere testarda il suo modo di affrontare le cose, le aveva sempre affrontate a testa alta ma questo era troppo per lei, lo è stato dal primo istante in cui lo guardata negli occhi mentre gli dicevo che nostro figlio non era mai nato, è stato in quel momento che l'ho persa, li ho persi entrambi e sapevo che non sarei mai riuscito a superare tutto questo.

Sapevo benissimo che mi sarebbe mancata più dell'aria che respiravo, sapevo che MAI e dico MAI sarei riuscito a rimpiazzarla e in cuor mio sapevo anche che sarei ritornato lo stronzo di prima, lo stronzo che proprio lei aveva salvato. Mi ha salvato nel vero senso della parola, ma ora mi stava letteralmente ammazzando piano piano. Non sapevo cosa fare avevo solamente paura, paura di non rivederla mai più, paura di averla persa per sempre e forse era proprio cosi.

Sentii suonare il campanello di casa e istintivamente mi alzai di corsa dal divano e corsi verso la porta, mi sentii crollare tutte le speranze addosso quando vidi Alessio davanti alla porta spaventato dalla mia reazione e dal volto rigato di lacrime.

Alessio: Che cazzo è successo?

Entrò come un fulmine in caso irando in casa come un matto alla ricerca di qualcosa probabilmente alla ricerca di Angela, poteva cercarla quanto voleva lui non l'avrebbe mai trovata.

Io: Che stai facendo?

Alessio: Angela dove sta?

Nel nulla le lacrime iniziarono di nuovo a bagnare il mio viso, non ce la facevo più stavo scoppiano, alzai il tavolino e lo buttai per aria mentre urlavo e piangevo, Alessio subito corse verso di me e cercava di fermarmi ma non riuscivo a calmarmi e come se tutta la frustrazione raccolta in questi mesi fosse uscita tutta via trasformandosi in rabbia e tristezza.

Alessio: Cazzo fermati, mi spieghi cosa diamine sta succedendo qui?

Crollai a terra e lo abbracciai, lo abbracciai come se stessi abbracciando Angela e forse lui in quell'attimo capii anche perchè buttando il tavolino per aria avevo fatto cadere il foglio che mi aveva lasciato Angela a terra.

Io: Mi ha lasciato, è andata via senza dire nulla come se fosse una ladra, ha preso tutto ed è partita, sono andato all'aeroporto ma non sono riuscita a fermarla.

Alessio: Cosa gli sta passando per la testa a quella ragazza?

Io: Non sta bene, sta soffrendo e non poco.

Alessio: Anche tu non stai bene.

Mi alzai da terra e mi sedetti sul divano con Alessio a parlare e spiegargli tutto quello che è successo, sembrava non credere ad ogni mia parola conosceva Angela molto bene e sapeva che questa decisone avrebbe ucciso prima lei, aveva capito che Angela non era consapevole di quello che stava facendo. Gli avevo detto che avevo pensato di andare a cercarla in Spagna ma mi aveva detto di no perchè se Angela se ne era andata era perchè voleva stare da sola e riflettere su tutto quello che ci era successo e che se mi avesse visto li avrei solo peggiorato le cose e molto probabilmente aveva ragione. Ma avevo deciso che avrei fatto passare un mese o forse pure un po di più e se non sarebbe tornata lei la sarei andata a cercare io e me la sarei riportata a casa, perchè io senza di Angela non sono un bel nulla e ho bisogno di lei per andare avanti vedo solo tutto nero senza di lei.

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