CAPITOLO 7

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Mentre le bistecche sfrigolano insieme all'olio sulla padella apparecchio la tavola per due. Sinceramente mi sento un po' a disagio ad avere qualcuno a cena ma probabilmente doveva succedere prima o poi...o forse no? Oh beh, ormai è tardi per i ripensamenti. L'atmosfera è molto silenziosa, sembrerebbe di stare nel vuoto più totale se non fosse per il lieve suono prodotto dall'evaporazione dell'olio. "Coca o acqua?"
"Non hai il chinotto?"
Guardo la ragazza con aria interrogativa per quei 3 secondi che impiega la sua espressione facciale a passare da dubbiosa a incolore come sempre.
"La coca va bene".
Dopo aver impiattato le bistecche ci sediamo e iniziamo a cenare con quella succulenta carne, cotta alla perfezione.
"Dopo vuoi guardare un film?"
"Mh, come vuoi"
"Sei consapevole che le domande hanno lo scopo di avere risposte utili, vero?"
"Non lo so, e tu?"
La ragazza mi ha messo all'angolo, non ho la più pallida idea di cosa rispondere.

Finiamo di mangiare e mettiamo i piatti in lavastoviglie insieme a posate e bicchieri, poi ci spostiamo sul divano in salotto, sedemdoci sui lati opposti.
"Che film vuoi vedere?"
"C'è Frozen?"
"Stai scherzando, vero?"
Annie si limita a lanciarmi una delle sue occhiaie sprezzanti
"E Frozen sia".
Il film finisce intorno alle 22:30, e sinceramente mi ha inaspettatamente preso contro ogni probabilità, ma d'altronde è proprio quello il bello. "Senti Eren?"
"Sì?"
"Ti spiacerebbe se restassi qui a dormire?"
Sì, sì e sì. Perché non se ne vuole andare?!
"Nono, resta pure".
Stupide, STUPIDE CONVENZIONI SOCIALI DEL CAZZO!
"Emh grazie"
"Vado a prenderti le coperte".
Salgo al piano di sopra e tiro fuori le lunghe coperte di lana dall'armadio, poi prendo un cuscino dal mio letto e li porto sul divano.
"Beh, dormi ben-"
mi blocco per fissare la bionda che, a quanto pare, non si è fatta troppi problemi a prendere il mio pigiama. "Esattamente quand'è che l'hai preso?"
"Mentre eri in bagno"
"E io con cosa dovrei dormire?"
La ragazza si limita a scrollare le spalle.
"Va bene, fa niente. Notte"
"Notte".
Torno al piano di sopra dopo aver spento le luci e inizio a frugare nell'armadio in cerca di qualcosa di vagamente simile ad un pigiama, ma tutto ciò che trovo è un paio di pantaloncini. "Oh beh, sei tu il coglione mio caro". Mi svesto e indosso quei poveri pantaloni sgualciti per poi infilarmi sotto il piumone con i brividi e spegnere la luce. Chiudo gli occhi nella speranza di un sogno decente, ma realizzo in fretta che anche questa notte avrei dovuto rinunciarci. Tutto sembra rallentare e scomparire come quegli effetti dissolvenza nei power point mentre scivolo nelle terre degli incubi.

Sono solo. Mi guardo intorno per cercare qualcosa di familiare, ma tutto ciò che compare nel mio campo visivo è un vicolo stretto e buio sferzato da una pioggia battente. "Mamma sei qui?". Nessuna risposta. "Papà?". Ancora silenzio. Guardo le mie manine da bimbo per poi rannicchiarmi di fianco ad un cassonetto e scoppiare a piangere. Inizio a disperarmi ma improvvisamente la scena cambia. Non è più il solito scenario, mi trovo in un vuoto calmo dove finalmente, dopo tanto tempo, riesco a sentirmi tranquillo e rilassato mentre un'aura calda mi avvolge.

Like A Winter BreathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora