A casa.

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Cerco di capire a cosa possa servire questo quadro. Sembra una specie di passaporto... come il quadro attraverso la quale sono arrivata qui...
Ma certo io e il nonno dobbiamo attraversarlo! 
-Nonno, ho capito come fare, dammi la mano e stringila forte. Non mi lasciare per nessun motivo al mondo!- lo incito io
Annuisce silenziosamente, penso sia l'effetto dell'incredulità. Forse non si aspettava tutto questo. In fondo sono anni che è qui e sinceramente lo capirei: è difficile pensare che si possono passare tutti questi anni rinchiusi in un luogo che non si conosce minimamente. Poggio la mano sul quadro e sento come se tutto il mondo cominciasse a vorticare, vorticare veloce, fortissimo. Sento il mio corpo distendersi allungarsi, come tirato da due possenti braccia a me estranee. L'unica cosa che mi rassicura è la salda stretta di nonno sul mio braccio: è qui con me, qui vicino. È proprio quando sembra che il peggio sia passato che il vortice ricomincia più forte di prima ma io non mollo e finalmente atterriamo su un soffice prato, bagnato da gocce di rugiada. Alzo lentamente la testa un po' stordita, sia per il vortice sia per la caduta sul prato e quando mi giro a guardare ciò che abbiamo intorno scorgo un grande albero, una casa con una bella veranda e tante aiuole curate. La notte è scesa come un velo pietoso sulla terra e la luna illumina tutto di un candido chiarore cereo.
Siamo a casa finalmente!
Mi sollevo da quella posizione supina e aiuto anche il nonno ad alzarsi.
-Siamo a casa nonno!- affermo io mentre il nonno si guarda intorno.
Sono presa da una voglia irrefrenabile di urlare e darmi alla pazza gioia, ma mi controllo e, prendendo il nonno per un braccio, mi avvio verso il vialetto, fino alla porta di casa. Busso alla porta e aspetto.
Sento dei leggeri passi provenire da dentro la casa poi una voce che chiede:
-Chi è?-
-Nonna nonna! Sono io!-
Sento la porta aprirsi e mi getto letteralmente nelle braccia della mia dolciona.
-Oh, Evelin, mi hai fatto preoccupare tantissimo! Due settimane senza tue notizie!- mi racconta la nonna tra un singhiozzo e l'altro
-Due settimane? Ma nonna io... sarò stata via massimo due o tre giorni!-
Sono sgomenta. Due settimane!? Forse il tempo in quella dimensione é differente da quello reale. Ma non me ne preoccupo più di tanto perché vedo la faccia sconvolta di nonna alla vista di suo marito che, per anni, aveva creduto morto. Ritrovarselo  davanti, così, da un giorno all'altro penso non sia facile da accettare.
E come in una scena a rallentatore vedo la nonna con gli occhi velati di lacrime scendere lo scalino e annullare la distanza fisica tra lei e il nonno. In quell'abbraccio vedo amore, speranza e dolcezza. Lei si abbandona sulla spalla di nonno, che le accarezza dolcemente la testa con le mani nodose.
-Mi sei mancata Giselle-mormora il nonno
-Anche tu Arthur - risponde lei.
In questo momento mi sento un po' in imbarazzo perché é un momento intimo tra i miei nonni e io non dovrei "impicciarmi".
-Evelin vieni qui!- la nonna mi chiama e io corro subito da lei tuffandomi nell'abbraccio dei miei nonni.
Finalmente siamo tutti insieme ed uniti.

Entriamo in casa e la nonna ci prepara una bella tazza di latte caldo con del miele mentre ci serve un suo dolce alla cannella.
Il nonno subito la loda per quest'ultimo e io non posso evitare di sorridere alla scena. Quando anche la nonna si siede le spieghiamo tutto dall'inizio alla fine compresa la mia parte di storia. Lei é sgomenta però si dice rallegrata della nostra prontezza d'animo.
-I tuoi genitori sono preoccupati... forse dovresti avvisarli del tuo ritorno- la nonna si rivolge a me e io non posso darle torto.
Mi alzo lentamente e, con fare inerte, mi avvio verso il piccolo tavolino dove la nonna appoggia il suo telefono. Il tavolino é di mogano, la sua superficie é liscia e sopra vi è adagiato un delicato merlettino bianco, probabilmente realizzato dalla nonna. Accosto la mano alla cornetta del telefono e la sollevo. Compongo il numero mentre il mondo scorre a rilento davanti ai miei occhi. Sento l'abitudinario ''bip'' prima della composizione del numero e poi una voce assonnata risuona nelle mie orecchie:
-Pronto?- biascica
-Papà sono io- replico
-Evelin! Stai bene? Cosa é successo?-
Un fiume di domande mi invade e io rispondo semplicemente:
-Ti spiegherò tutto a tempo debito, venite da nonna domani. Ora vado a dormire... buonanotte.
-Buonanotte, ci manchi...-
-Anche voi, ciao papà- riaggancio e mi volto verso i nonni:
-Vado a letto. Mamma e papà verranno qui domani e gli spiegherò tutto- avviso i nonni
-Buonanotte Evelin-
Poi mi avvio in camera e mi abbandono al sonno, scacciando ogni preoccupazione e lasciandomi cullare dalle sicure braccia di Morfeo.

*Spazio me*
Ciao a tutti! Eccomi tornata con un nuovo capitolo. Mi sono impegnata molto e per questo spero vi piaccia, dato che é più lungo del solito.
Al prossimo capitolo! Ciao e Baci
Chiara❤

AZZURRO GHIACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora