Incontro.

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Un debole raggio di sole solletica il mio viso proiettando dolci ombre su esso. Mi sveglio e, lentamente, mi alzo. Un leggero spiffero di vento mi provoca dei brividi di freddo e così mi affretto verso la finestra. La chiudo e, prima di girarmi, scosto lentamente la candida tendina. Attraverso il vetro scorgo una macchina: quella dei miei genitori. Mi ero quasi dimenticata che sarebbero venuti. Io ora mi trovo ad affrontare la realtà: cosa fare? Combattere per i miei sogni o seguirli e fare ciò che dicono?
Mi ritraggo dal vetro e vado a lavarmi. Infilo una tuta molto larga e comoda e raccolgo i capelli in un morbido chignon mentre calzo delle comode pantofole viola. Dal piano di sotto proviene un invitante mormorio e mentre scendo le scale cerco di non fare rumore per poter sentire ciò che dicono:
-Evelin ha un vero talento, Janet, Non puoi forzarla a ciò che non vuole fare! E poi io sono qui no? E nulla é per colpa dell'arte ma solo di un tragico avvenimento. E se proprio vogliamo dare la colpa a qualcuno, anzi a qualcosa, va incolpata la mia gentilezza nell'aver aiutato la bambina.- controbatte il nonno.
Da questa espressione deduco che ha già raccontato tutto ciò che é successo ai miei genitori.
-Mi dispiace papà ma non credo che sia la scelta migliore. Non é mai stato solo un divieto per colpa di ciò che ti era "presumibilmente" successo ma anche perché volevamo e vogliamo tutt'ora un lavoro stabile per Evelin. In più la zia Bernadeth aveva già pagato la borsa di studi per l'università...-
La mamma viene interrotta da una esclamazione del nonno, che mi fa soffocare una risata:
-Ah quella zia Bernadeth... una decrepita brutta insulsa rovina sogni...-
Stavolta interviene la nonna:
-Arthur ti prego, sii più educato-
-Sì Giselle, mi spiace.- bonficchia il nonno.
Mi sporgo leggermente da dietro la scala e un sublime odore di cioccolato e cannella si insinua nelle mie narici. Umh... rotolo al cioccolato e cannella...
Santa donna quella mia nonna!
E mentre continuo a gustarmi quel dolce profumo sento una voce gridare:
-Eveliiiin! Ho fatto il rotolo di cioccolato e cannella. Scendi così puoi fare colazione.-
-Sì arrivo subito- grido di rimando e, dopo aver aspettato un po' per non destare sospetti sulla mia vicina presenza, volo giù dalle scale per assaporare la cucina stellata della mia dolciona.
-Buongiorno!- esclamo passando di fretta davanti ai miei genitori e al nonno, ancora impegnati in un'animata conversazione.
Arrivata in cucina la nonna mi accoglie con una bella tazza di latte caldo e miele e naturalmente con il suo fantastico dolce.
Io la ringrazio e la abbraccio. Poi le confesso le mie preoccupazioni e lei sempicemente mi consiglia di essere me stessa e di lottare per i miei sogni.
-Lo farò- acconsento io.
Poi il mio stomaco ha la meglio sui sentimenti e mi siedo a mangiare. Lo zuccheroso sapore di cioccolato si impadronisce del mio palato e il pungente aroma di cannella si spande per la bocca. È uno dei dolci più buoni che abbia mai mangiato. Un vero tripudio di sapori.
-Complimenti dolciona mia!-
La nonna liquida con un gesto della mano i miei complimenti e con un cenno del capo indica il salotto come a dire:《Vai a parlarci.》
E io, con un silenzioso congedo, mi avvio verso la stanza vicina.
-Janet! Evelin deve seguire il suo istinto!- si impone il nonno
Arrivo nel bel mezzo e della conversazione ed irrompo con:
-Mamma. Papà. Nonno. Io voglio seguire il mio istinto: andrò all'
Academy of Art University di San Francisco. E nessuna discussione. Ogni mattina prenderò il treno e mi recheró all'università da sola. Sono abbastanza grande per farlo.-
Butto fuori tutto ciò che ho sempre voluto dire, tutto d'un fiato come se fosse un peso che mi trascino dietro da anni.
Sulla stanza si stende un silenzioso velo e per molto tempo rimango a fissare gli occhi scuri e caldi di mia madre. Poi passo a mio padre. É stato molto silenzioso, più di tanto non vuole parlare e lo capisco dalla sua espressione stanca e arrendevole.
Il nonno invece acconsente con leggeri cenni del capo.
-Io... -ricomincio a parlare ma un forte capogiro mi costringe a sedermi e, all'improvviso, nel mio campo visivo si fa spazio un fitto colore nero e poi non vedo più niente.

*Spazio me*
Ciao a tutti! Come state? Io grazie a voi benissimo! Perché? Siamo a quasi 950 visualizzazioni😍 e... wowww vi amo❤. Spero che questo capitolo vi piaccia e vi avviso che no, la storia NON DOVREBBE finire a breve perché ho molte nuove idee e potrebbe continuare... ma non vorrei che la storia si dilungasse troppo altrimenti vi annoiate e non voglio❤. Niente, al prossimo capitolo! Bacioni❤
P.S.: Auguri a tutte le donne!🌼
Chiara❤

AZZURRO GHIACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora