22.

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Sentii delle morbide labbra appoggiarsi sulla mia fronte. Mugolai qualcosa prima di aprire gli occhi.

Mi allungai per stiracchiarmi la schiena e le braccia.

V: ben svegliata
S: che ore sono?
V: quasi ora di cena
S: oddio quanto ho dormito!- dissi alzandomi
V: almeno ti sei riposata per bene
S: tu che hai fatto?
V: rifinito gli ultimi particolari e sono andato a correre con maverick
S: oh bello
V: per cena pensavo di mangiare qui
S: a me va bene

Andai a farmi una doccia per rinfrescarmi e rilassarmi un po. Mi misi un paio di leggings e una felpa nera della monster di vale.

Amavo le felpe dei ragazzi, quelle larghe, comode e calde.

Arrivò uccio con la cena, aveva portato la pasta al pomodoro e insalata con pomodori dell'hospitality.

Mangiammo parlando della nuova moto di vale, delle sensazioni positive e negative. Domani finalmente sarebbe risalito in sella e non vedevo l'ora io per lui.

Il mio cellulare iniziò a suonare, vale lo prese prima di me.

Aprì la videochiamata con i ragazzi, vidi che erano in palestra.

V: eccoli
tutti: ciao vale
V: ciao ragazzi
Nico: ma Sofi?
V: è da maverick ha lasciato qui il cellulare
Mig: come è da maverick?- chiese stupito
V: eh si mi ha abbandonato
S: non è vero- dissi sbucando con la testa nell'angolino dello schermo
Nico: eccola la nana- disse euforico
S: ha parlato lo stangone
Pecco: come stai?
S: oh bene dai- dissi più per convincere me che loro
Pecco: riposati che quando torni ti toccherà sopportarti mig e nico
S: oh meo deo- dissi mettendo una mano sulla testa- no io sto qui non torno più
Nico: vengo a prenderti con la forza se non torni
Mig: e io con lui
Nico: ma dove vorrai andare tu che sei nano
Mig: ma nella botte piccola c'è il vino buono
S: oddio sono partite le beghe- dissi ridendo- pecco come fai a sopportarli, ti faranno santo
Mig: san Francesco Bagnaia- disse ridendo

Pecco lo spinse un pochino dandogli una pacca sulla spalla e migno cadde dalla ciclette.

Nico aveva inquadrato la scena e scoppiamo tutti a ridere. Mig si alzò messaggiando i glutei.

Mig: aia che male, ridete ridete poi la pagate
V: come stanno andando gli allenamenti?
Pecco: bene bene
V: tutti?
Mig: oh per uno non molto bene ma è solo un periodo passerà

Capii che si stava riferendo a nicco, anche se erano molto legati questa volta mig dava ragione a me.

Da quanto avevo capito quella greta non gli andava molto a genio. Cercò di dire che qualcosa non andava in modo vago. Forse perché era sicuro che sarebbe passato quel periodo o forse per non farmici pensare molto.

Vale capii e non chiese altro, cambiammo argomento. I ragazzi gli chiesero della nuova moto, come si trovava, ecc..

Li salutammo, ormai era ora di andare a dormire. Misi il pigiama e mi sdraiai nel letto appoggiando la testa sulla spalla di vale e un braccio sul suo petto.

#pov'snicco
Sentii qualcuno chiamarmi, aprii gli occhi e vidi davanti a me sofia.

Oh il suo nome.
Peccato che non è lei ma è mia sorella.

Mi ero addormentato sul letto, da qualche giorno ormai dormivo male la notte. Mi stiracchiai e presi il cellulare. Vidi delle foto su instagram di Sofi e sapevo che quei sorrisi che faceva erano solo perché non le piaceva far vedere che stava male.

Sapere che la causa ero io mi distruggeva. Composi il suo numero sulla tastiera. Ormai lo sapevo a memoria per tutte le volte che l'avevo digitato e poi cancellato per paura che rifiutasse la chiamata.

Mi decisi e schiacciai la cornetta verde. Feci un lungo respiro.

Dai rispondi.
Amore rispondi.

Nulla da fare, non rispose. Buttai il cellulare sul letto e mi sdraiai a pancia in su con le braccia sotto la testa.

Sentii la mia suoneria scattai veloce per prendere il cellulare sperando fosse lei.

Quando vidi che era mig mi rattristai un po.

N: pronto
M: ehi dove sei?
N: a casa perché?
M: come perché? Dovevamo vederci al bar di tua mamma
N: ah già mi sono dimenticato
M: muoviti che ti aspetto

Mi preparai e andai. Appena arrivato salutai mia mamma dandole un bacio e andai verso il tavolino dove si era seduto mig.

Parlammo di tutto come sempre, poi arrivò il momento dell'argomento che volevo trattare meno di tutti.

M: l'hai sentita?
N: l'ho chiamata stamattina ma non mi ha risposto
M: c'è il fuso orario
N: non ci avevo pensato
M: nico sai che quella greta non l'ho mai sopportata e che Sofi le abbiamo voluto tutti bene fin dal primo giorno, è un periodo così ma devi reagire non puoi lasciarti andare così
N: sono un cretino e non riesco a perdonarmi quello che ho fatto.. e non sentirla o vederla mi fa stare a pezzi
M: ho un'idea ma devi stare muto però

Vidi che prese il cellulare e fece partire la chiamata. Mise in vivavoce e mi fece in segno con il dito di stare zitto.

S: ehi mig

La sua voce, quanto mi mancava.

M: Sofi come va?
S: mah si va avanti
M: ho visto alcune foto con dei sorrisi un po forzati
S: beh non è facile
M: nemmeno per lui
S: certo immagino quanto sia difficile
M: sono serio

Mimai a mig di chiederle se mi aveva sentito e così fece.

S: ho trovato una sua chiamata ma dormivo
M: prova a sentirlo anche solo per sapere come sta
S: ho bisogno di un po di tempo mig

Lo disse con una voce bassa e triste. Forse mi vuole dimenticare, vuole allontanarsi per riuscire pian piano a cancellare quello che prova.

S: ci tengo nonostante tutto ma ci vuole tempo
M: tranquilla quando vuoi sai che ci sono
S: grazie mig

Riattaccò e mi guardò in faccia. Sono sicuro che poteva vedere la scritta "sono un cretino" sulla mia fronte.

Non servivano parole, ci conoscevamo troppo bene e il suo sguardo mi stava facendo capire già tutto ciò che pensava.

N: devo fare qualcosa non posso perderla
M: ha bisogno di tempo
N: per dimenticarsi di me- dissi con le mani tra i capelli
M: non si dimenticherà di te

Non ne ero cosi sicuro, avrebbe potuto decidere di dimenticarmi. Prima ero troppo geloso per Bulega e ora l'ho fatta soffrire di nuovo.

La faccio stare male, fino ad ora l'ho solo fatta soffrire, forse ha ragione lei. Merita di essere felice. Pensai con la testa fra le mani e gli occhi lucidi.

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