00:19

4 1 0
                                    

Rimango immobile, gli occhi paralizzati, fissi sulla

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Rimango immobile, gli occhi paralizzati, fissi sulla... creatura.

Sì, non saprei come altro definirla. 

Non è un uomo, anche se ci assomiglia. Non è uno zombie, non uno di quelli classici. È bianco come la neve, la sua pelle è puntellata da macchie nerastre. Un filo di bava verde cola dalle labbra deformi, le dita artigliate, i denti marciti. 

La creatura si lamenta, ulula, trascina le braccia, le gambe, in una danza macabra, si muove con lentezza. Ma non verso di noi. 

Senza degnarci di uno sguardo, ruota su se stessa, scende le scale, fino a raggiungere una macchinetta. E lì, rimane. 

Ci ha completamente ignorato.

Una risatina alle mie spalle. Aria. Con un'espressione indecifrabile sul viso.

"Oh, bene. Mi stavo preoccupando per nulla. Cosa ne dici di muoverci? Altrimenti il treno parte senza di noi."

"Aria, cosa diavolo stai dicendo?"

Aria sembra tranquilla. Troppo tranquilla.

"Rilassati, Cale. Quel coso non ci calcola nemmeno. È troppo impegnato a mettersi in fila per comprare un biglietto della metro."

"Il biglietto della..."

Ruoto il capo, osservo la scena con più cala. La creatura è immobile, di fronte alla macchinetta. Si lamenta, continua a lamentarsi, mentre armeggia con i pulsanti, con il display. Ogni movimento dura un secolo, una serie interminabile di grugniti.

Aggrotto le sopracciglia, quasi automaticamente. Uno zombie che convalida prima di salire su un treno dovevo ancora incontrarlo.

Aria mi supera, si dirige senza timore verso le scale mobile.

"Beh? Andiamo? Non sono io quella che deve tornare a casa."

Tento di ignorare quel bizzarro scherzo della natura, di risponderle a tono.

"N... ne avrai una anche tu, no?"

La mia voce si fa largo a fatica attraverso le corde vocali, strozzandosi e contorcendosi fino ad uscire fuori tumefatta, instabile. Sembra il sussurro di un serial killer in un film dell'orrore. Aria sembra non curarsene.

"La mia casa è il mondo, Cale. Una come me non ha il lusso di potersi fermare a lungo in un posto. E cambiare appartamento ogni mese sarebbe oltremodo scomodo."

Vorrei chiedere altro, ma le parole mi si bloccano in gola. L'abominio è ancora lì, intento a premere i banner colorati sul touchscreen. Ha una moneta in mano, stretta tra le dita nodose. Sembra estremamente concentrato, come un chirurgo durante un intervento a cuore aperto. Nel mio cervello si fa strada la più realistica delle ipotesi. E devo dire che non suona nemmeno così implausibile.

"Una candid camera. Una stupida candid camera. Non può essere altrimenti."

"Uh, uh! Dillo a quelli lì, allora."

Mi volto di scatto. Altre creature. Molte. Una folla di non-zombie dalla pelle bianca, completamente assorbiti dalle loro futili attività. Chi raccoglie una sigaretta che continua a ricadere per terra, chi tenta senza successo di vidimare un tagliando, chi tira i tornelli per passare dall'altra parte invece di spingere.

Più che mostri, sembrano ritardati mentali in costumi di gomma. 

Mi rendo conto di non averne paura. Non più. Non sembrano pericolosi. Sicuramente fanno parte dello scherzo. I neon tremolanti mi guidano ancora una volta, verso il binario. Ignoro i figuranti, ignoro i richiami di Aria, mi dirigo senza timore verso le porte del treno.

Eccolo, è lì che mi aspetta, a braccia aperte.

Eccomi, sono qui! Portami a casa! Ora! Adesso!

Lentamente, prendo posto all'interno del vagone, mi accomodo sui sedili sdruciti, sotto le calde luci lampeggianti, accarezzando la plastica verde. Ora torno a casa.

Torno a dormire.

E dimentico tutto.

Aria si siede accanto a me, appoggia la testa allo schienale.

Un cicalio ripetuto annuncia la chiusura delle porte, seguito dallo sbuffo insistente delle giunzioni idrauliche. Le creature spariscono dalla mia visuale, sostituite dal freddo, famigliare metallo grigiastro.

Un muggito risoluto, Il treno parte di gran carriera, lasciandosi il resto del mondo alle spalle

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Un muggito risoluto, Il treno parte di gran carriera, lasciandosi il resto del mondo alle spalle.

E il nome della prossima fermata compare a caratteri cubitali sullo schermo a cristalli liquidi.

St. Mary Yard

Un nome che non sentivo da dieci anni.

Un posto che non dovrebbe esistere.


Note e crediti:

La mappa della città di "Endless Night" è basata sulla mappa muta "Brussels-Capital Region municipalities", rilasciata con licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported dall'utente Ssolbergj su Wikipedia (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Brussels-Capital_Region_blank_stylised.svg)

L'interno del treno è opera di SakuraPhoenix @ RPG RPG Revolution (quando esisteva ancora...), usato in precedenza nel videogioco TryAdIne eFfeCt.

GIF creata tramite http://gifmaker.me/

Endless NightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora