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In dieci minuti di viaggio, neanche l'ombra di una fermata. Di solito, queste linee automatiche ricevono i dati sul flusso di passeggeri in tempo reale, per evitare stop inutili. Quello che mi preoccupa è che ci sia qualcuno ad attendere il convoglio a St. Mary Yard.

Quella fermata non si chiama più così da oltre dieci anni. Le hanno cambiato nome in fretta e furia dopo che...

"Cale, è entrato di nuovo il salvaschermo?"

Sbuffo contrariato. Aria ha deciso che non sono autorizzato  a concentrarmi sui miei pensieri. Tentare di farle cambiare idea sarebbe solamente una perdita di tempo.

"Stavo solo cercando di ragionare. Sai com'è, stiamo viaggiando verso una stazione fantasma."

"Uh, dici? Non l'ho mai sentita nominare."

"St. Mary era la chiesa più grande della città. La fermata era chiamata così per questo motivo."

"Era?"

"È stata divorata da un incendio nel 2004. Nel disastro sono morte ventidue persone, tra cui due vigili del fuoco. E un mio amico d'infanzia."

"Dodici anni fa, eh? È normale che non me lo ricordi, allora

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"Dodici anni fa, eh? È normale che non me lo ricordi, allora. Non avevo un televisore o una radio... e non sapevo ancora leggere."

"Non sapevi ancora leggere? Ma nel 2004 eri già piuttosto grandicella, no?"

"Non sono affari tuoi."

Okay, Aria. Anche perché, a parlare con te rischio di impazzire più di quanto non abbia già fatto finora.

"Va bene, va bene. Certo che sei permalosa, eh? Ma pensa t..."

All'improvviso, un sussulto. Poi, un altro. Un altro. Un altro ancora.

Il treno sferraglia, rallenta, si blocca di colpo. Un urlo rauco e metallico accompagna lo stridio delle ruote sui binari, un urlo raccapricciante. I pannelli informativi si spengono, uno alla volta, i neon perdono vigore. Afferro una maniglia, evito di volare a terra. Aria si schianta sul pavimento, riesce a proteggersi il volto all'ultimo secondo.

"Che cavolo...?"

Un ultimo sussulto, l'intero convoglio scosso da un tremito. Poi, il nulla. Silenzio. Il motore è morto. Tutto è fermo. 

Aiuto Aria a rialzarsi, rivolgo il mio sguardo al finestrino. Neon. Pareti di cemento grigio. Siamo in galleria. Aria mi prende per mano a tradimento, ruota il capo verso la testa del treno.

"Dici che riparte?"

"Può darsi. Magari se aspettiamo dieci minuti..."

Questa notte sembra non voler finire mai. Prima, la data del cellulare, poi l'incappucciato, i non-zombie, la fermata inesistente. Ora, questo. I miei nervi stanno incominciando a cedere.

Le lampade della galleria sussultano, le luci traballano. Iniziano a spegnersi. Una dopo l'altra. E il ritmo aumenta, aumenta in modo insostenibile.

"U... uh?"

Un nero di pece si insinua tra di noi, cala come un manto gelido. Solo una timida luce d'emergenza, appena sopra la porta, sembra resistere all'avanzata delle tenebre. Non vedo assolutamente nulla. Ma posso sentire, sì. Almeno spero.

"A... Aria? Aria, dove sei?"

"Qui, piagnone. Sto cercando la maniglia per l'apertura d'emergenza."

Apertura d'emergenza? Perché? Per il blackout? Vuole scendere dal treno? No, è da pazzi. La cosa più logica da fare è aspettare che la corrente ritorni. Non ci vorrà molto, ne sono certo.

"Trovata. Ora la attivo."

"Fermati e torna a sederti. Sono sicuro che la corrente tornerà tra pochi minuti."

"Libero di fare quello che vuoi. Io odio restare chiusa in gabbia, non..."

Aria si interrompe. Un brivido gelido lungo la schiena. La sensazione orribile di essere osservato. Mi volto pian piano, poco per volta. In questo buio, non dovrei essere in grado di vedere nulla.

Eppure, loro sono lì.

Occhi.

Un muro di occhi, dall'iride giallastra. 

Puntati su di me.

Puntati su di me

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"Aaaaaaah!"

Grido a squarciagola, cado a terra per lo spavento. Gli occhi si aprono e si chiudono a tempo, in un ritmo macabro, senza alcun rumore. 

E si avvicinano, sempre di più.

È un trucco, uno stupido trucco. Ma ho paura. Voglio uscire, voglio uscire di qui!

"Aria! La maniglia! Apri! Apri la porta!"

Sento il cigolio del meccanismo idraulico, uno sbuffo d'aria. Senza attendere un secondo di più, mi lascio guidare dall'udito. E corro a perdifiato verso la luce d'emergenza, unico punto di riferimento in questo nero assoluto.


Note e crediti:

Foto dell'incendio creata utilizzando materiali rilasciati sotto licenza CC0 ad uso commerciale.

GIF creata tramite http://gifmaker.me/

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