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Lo scavafosse puzza di cadavere. Non ho nemmeno bisogno di avvicinarmi per avvertire il rancido fetore emanato dalla sua putrida pelle grigio topo.

Uh, troppi aggettivi. Devo smetterla di leggere. È faticoso e, spesso, non ne vale nemmeno la pena. Purtroppo, sembra sia necessario per ingranare in questa società. Specie, se sei costretta a cambiare città ogni ventotto giorni, contro la tua volontà.

Ma questi sono dettagli, no? Interessano solo a me.

"Sai che sei proprio carina?"

La sua voce rigurgita le parole come se stesse vomitando l'anima. Sempre che ne abbia una, di anima.

"Sono popolare tra i ragazzi, ne ho avuto parecchi. Tutti più giovani e meno decomposti di te."

Lo scavafosse si irrigidisce alla mia risposta, mugugna qualcosa di incomprensibile. Lo ignoro, torno a concentrarmi sulla torre del campanile. Cale è lassù. Forse, non da solo. C'è un pensiero che continua a tormentarmi, che non mi da pace.

Se lo spirito fuggiasco fosse quel suo amico d'infanzia... Cale sacrificherebbe me per lui?

Temo di sapere già la risposta. Io e Cale ci conosciamo da meno di un mese. Due emarginati a contatto. Lui vive nel suo mondo, io vorrei uscire dal mio. Abbiamo più cose in comune di quanto vorrei ammettere, ma siamo poco più che estranei.

Se lo spettro è quello di Jani, sono nei guai.

"Non vedo l'ora di tumularti..."

Il sibilo del becchino mi riporta alla realtà - se così possiamo chiamarla.

"Uh, quanto romanticismo."

"Non sentirai nulla, te lo prometto. La terra scorrerà sulla tua pelle, poco per volta, con delicatezza. Smetterai dolcemente di respirare e ti unirai al coro delle salme che prima di te sono passate di qui."

"Sembra che tu non abbia la minima fiducia in Cale."

Lo scavafosse sogghigna. C'è qualcosa di inquietante nel suo sorriso tirato.

"Non è questione di fiducia, cara."

Non faccio in tempo a rispondere. La piazza trema per un lungo istante, la chiesa scossa fin dalle fondamenta.

"Ma che cavolo...?"

Controllo l'orologio del cellulare. Mancano ancora cinque minuti, la torre dovrebbe essere ancora stabile! 

"Cosa significa?! Avevi detto che..."

Il becchino solleva la pala, la impugna come una mazza.

"Scherzetto!"

Evito il fendente per un soffio, la punta di metallo si conficca tra le piastrelle. Mi rialzo, fisso il demone negli occhi, cerco una spiegazione. Un luccichio nelle orbite giallastre, il mio sangue si ferma per un lungo attimo. Lo scavafosse libera la pala, la lingua vermiglia lecca le labbra deformi.

"Perché accontentarsi di un'anima... quando posso averle tutte e tre?!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 02, 2017 ⏰

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