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Il mio corpo si blocca all'istante, le parole del becchino come lame di ghiaccio piantate nella schiena. I suoi occhi gialli mi fissano intensamente, un'espressione indecifrabile si fa strada sul volto deforme. Poi, uno sbuffo sconsolato.

"Cos'è quella faccia? D'accordo, lo so che è tardi, ma ho bisogno di una mano. Se foste così gentili da aiutarmi, ve ne sarei infinitamente grato. Sapete, anch'io ho un letto dove tornare a dormire."

Il becchino solleva la pala, indica due lapidi di pietra

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Il becchino solleva la pala, indica due lapidi di pietra.

"Sapete, con l'incendio e tutto il resto ho avuto un bel da fare. Scavare ventidue fosse in una notte non rientra nella mia routine."

"L'incendio?"

"Ma sì, quello che ha bruciato la chiesa dodici anni fa! Non li leggi i giornali, pupo?"

Annuisco, le parole mi muoiono in gola, il fiato esce a fatica.

"M... ma... ma St. Mary... sì, insomma... è tutta intera?!"

Il becchino ruota il capo in direzione della cattedrale, sistema la tuba con calma innaturale.

"Uh? Ah, certo che sì! Ed è una bella seccatura, sai? Ogni anno, per una sola ora tra mezzanotte e l'una di uno specifico giorno, St. Mary risorge dalle ceneri in tutto il suo splendore. E anche i morti ritornano, tutte e ventidue le vittime. Io devo premurarmi che se ne ritornino a nanna, prima che finisca il tempo, altrimenti è contro le regole. Vedi, ne mancano ancora due qui. Ti sarei grato se mi aiutassi a cercarli. Se la chiesa sparisse con loro ancora in giro, tornerebbero in vita. E questo è un peccato mortale."

Un tremolio nel terriccio, una mano emerge da un tumulo. Il becchino sbuffa, impugna la pala, la colpisce con violenza.

"E piantala! Te l'ho già detto che devi stare là sotto! Zitto e buono, mancano solo quindici minuti!"

Okay, ormai è chiaro: devo essere impazzito. Non riesco a svegliarmi, dunque non è un sogno. Non è nemmeno la realtà, St. Mary è crollata da tempo. Quindi, sono pazzo. Sto avendo delle visioni. Forse dovrei iniziare a ridere come uno scemo. Forse aiuterebbe.

O, forse, Aria ha ragione. Sono rimasto invischiato in qualche fenomeno sovrannaturale. Tra aver perso il senno ed essere prigioniero di un gioco sadico da libro dell'orrore, preferisco la seconda. Almeno, esiste ancora una possibilità di salvezza. Dalla follia, invece...

Digrigno i denti, stringo i pugni.

"Va bene, d'accordo. Dove sono questi fantomatici zombie?"

Il becchino digrigna i denti, i suoi occhi si riempiono d'odio.

"Zombie? Sono esseri umani in carne ed ossa, invecchiati ad hoc! Porta un po' di rispetto!"

Alza la mano, come per tirarmi un ceffone. Poi, si ferma, come se non fosse accaduto nulla. Gli occhietti saettano verso il campanile, lo scrutano con aria assorta.

"Ad ogni modo, uno è là dentro. Di solito, rimane fermo a contemplare il luogo in cui è morto. E di solito è molto puntuale. Non questa volta, però. Ti sarei grato se potessi... convincerlo a scendere, prima che la chiesa scompaia. Dell'altro... beh, dell'altro ce ne occuperemo dopo."

Roteo gli occhi. La trama si fa sempre più stupida. Sembra quasi la quest scadente di un gioco di ruolo. Ma ormai ho deciso, vado fino in fondo. La situazione è troppo strana per tapparsi gli occhi ed ignorare il resto.

"Okay, okay. Non farla tanto lunga. Vado su e lo riporto giù. C'è altro che devo sapere?"

Il becchino alza l'indice, abbozza un ghigno.

"Solo una cosa: se non riesci a trascinarlo fuori da St. Mary entro lo scoccare dell'una..."

Il pollice scorre davanti al collo, i denti chiusi in una morsa. Poi, un sorriso macabro.

E la mano scheletrica puntata verso Aria.

"... sarà lei a prendere il suo posto!"

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