Primo giorno

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Ed eccomi qua, davanti al Cardano. La mia nuova scuola.
E' enorme, molto più grande delle scuole che ho già frequentato. E' composta di quattro torri, ma solo due appartengono alla mia scuola.
Cam mi ha accompagnato con la sua moto. Il ragazzo si toglie il casco, mostrando i suoi meravigliosi capelli neri -Pronta per il primo giorno?- mi chiede, con un sorriso che gli fa brillare gli occhi color oceano.
-E chi lo è mai?- rispondo, ricambiando il sorriso.
Mi saluta con un bacio sulla fronte e poi corre via, mischiandosi con il traffico.
Entro in classe e tutti mi fissano in modo strano. Sarà per la canottiera corta, i pantaloncini attillati e le calze a rete? O sono sporca di sangue da qualche parte? La seconda ipotesi mi spaventa di più.
La professoressa Minetti mi fa accomodare in fondo, accanto a due ragazze. Una ha capelli lunghi e biondi e gli occhi azzurri, l'altra gli occhi verdi e i capelli neri, un po' più corti. Entrambe mi sorridono mentre prendo posto.
Passo le prime tre ore ad annoiarmi, mentre si susseguono professori di cui, sicuramente, domani non ricorderò nemmeno la faccia.
Arriva finalmente l'intervallo. Se così si può chiamare, visto che dura solo un quarto d'ora e devi esseri in classe in classe prima del suono della campanella altrimenti ti prendi una nota sul registro. Ma che mi importa? Tanto passerò il resto della mia esistenza ad andare da una scuola all'altra. E poi, mi sono già fatta bocciare tre volte negli ultimi dieci anni. Una volta in più o una in meno, che differenza fa?
Al suono della campana, le mie nuove compagne di banco si girano verso di me e cominciano a parlarmi.
-Ciao- comincia la bionda -Io sono Melanie e lei è Hilary- indica la ragazza dai capelli neri.
-Ehi- un ragazzo riccio con gli occhiali si avvicina -Da quale scuola vieni?-
-Da una scuola di New York- rispondo.
-Wow! E come mai te ne sei andata?- mi chiede una ragazza dai capelli rossi.
Ed ecco la domanda che mi fanno ogni volta che cambio scuola. Che palle! -Perché a me e ai ragazzi con cui vivo piace molto viaggiare- mento, per l'ennesima volta.
-Vivi con dei ragazzi? E i tuoi genitori?- mi chiede un'altra ragazza.
Un tuffo al cuore. Odio quando me lo chiedono. Se solo penso a cosa è successo ai miei genitori quasi cinquecento anni fa...
-Okay! Basta con le domande. Vieni con noi- Hilary mi prende per un braccio e mi porta via, insieme a Melanie.
Percorriamo un corridoio e Melanie apre una porta che conduce ad un balconcino.
-Grazie!- dico sospirando. Non sapevo che altro dire.
-Figurati- sbotta Melanie -Fumi?- mi chiede poi, offrendomi una sigaretta.
-Sì! Grazie!- dico sorridendo -Sono mesi che non fumo-
-Come mai?- mi chiede Hilary.
-Il mio ragazzo mi ha beccato e da quel momento mi ha proibito di fumare. Mi controllava, visto che era il bibliotecario della mia vecchia scuola. Ora posso fumare in completa libertà- dico, sorridendo di nuovo.
-Da quanto fumi?- chiede Melanie.
-Dieci anni- rispondo tranquillamente, mentre accendo la sigaretta.
-Come?!- sbottano le ragazze all'unisono.
Il fumo mi va di traverso e comincio a tossire. Decisamente anti sgamo -No, scusate! Mi sono confusa con un amico! Saranno due o tre anni, non ricordo- cazzo, ci è mancato poco!
La porta del balconcino si apre ed appare un ragazzo interamente vestito di nero, gli occhi verde scuro e i capelli castani. Ha uno sguardo talmente profondo che non riesco a trovarne la fine.
-Ciao Nick!- lo salutano le ragazze.
-Ciao. Chi è lei?-
-Lei è Luna. E' arrivata oggi nella nostra classe- risponde Hilary.
-Piacere, Nick- si presenta il ragazzo, porgendomi la mano.
-Piacere- dico, mentre allungo la mano.
-Hai le mani congelate!- sbotta all'improvviso.
-Ehm... Lo so! E' così da quando sono piccola!- spero di averlo convinto.
Continuo a guardare quelle pozze verdi, cercando di trovarne il fondo. Poi mi rendo conto di quello che sto facendo e distolgo lo sguardo. Ma che diavolo mi prende? Non mi comporto così da quando... Da quando mi sono innamorata di Cam... Circa due secoli fa.
-Avete una sigaretta?- chiede Nick.
Hilary gli offre una sigaretta, mentre la porta del balconcino si riapre. Appare Cam e immediatamente butto la sigaretta.
-Ehi, finalmente ti ho trovato- comincia -Quante volte ti ho detto di smettere di fumare? Non ti fa bene!-
-Che fai qui?- mi avvicino per baciarlo.
-C'è un problema a casa. Quando esci?-
Mi giro verso le ragazze, non conoscendo ancora gli orari.
-Oggi usciamo a  mezzogiorno. Tra un'ora- risponde Melanie.
-Tra un'ora corri verso l'entrata. Ti vengo a prendere- dice Cam.
-Che tipo di problema?- gli chiedo.
-Il più grave-
-Di già?- chiedo, stupefatta.
-Sì. E' per quello che ti vengo a prendere- fa per andarsene -Non ti voglio più vedere con una sigaretta in mano- viene verso  di me e mi bacia dolcemente. Chiudo gli occhi e mi godo quel momento, che dura troppo poco -A dopo- dice e saluta tutti con la mano, squadrando un po' Nick.
-Tutto a posto?- chiede Hilary.
-Sì, la casa nuova si è allagata. Abbiamo chiamato l'idraulico e ha detto che sarebbe venuto questo pomeriggio, ma a quanto pare i tubi non hanno retto- spiego.
-Perché mi ha guardato così male?- chiede Nick, buttando la sigaretta.
-E' un tipo molto geloso. Non gli piace che i ragazzi mi ronzino attorno, soprattutto quelli che non conosce-
La campana inizia a suonare, interrompendo la nostra conversazione. Torniamo velocemente in classe -E' sexy il tuo ragazzo!- sbotta Melanie.
-Già. E' talmente bello che spesso penso sia solo un sogno- sospiro.
Entriamo in classe, per subirci un'ora di matematica con una prof fin troppo scazzata.

Appena suona la campana, saluto le ragazze e mi fiondo all'entrata. Come promesso, Cam è vicino al cancello ad aspettarmi. Mi bacia sulla guancia e mi passa un casco.
-I Cacciatori hanno attaccato Meg e Britney all'università. Ci avranno seguiti da New York- dice partendo.
-Lì abbiamo rischiato grosso. Mi dispiace, mi sono dilungata troppo a prendere le sacche di sangue- dico.
-Non è colpa tua. Non potevamo sapere che ci sarebbe stata un'imboscata fuori dall'ospedale-
Un mese fa sono andata con i ragazzi a fare scorte di sangue. Ero agitata, perché era la prima volta e non riuscivo a trovare le sacche. Ci ho messo troppo tempo e fuori dall'ospedale i Cacciatori ci hanno attaccato.
All'inizio non ci sono stati problemi, perché non ci hanno seguito fino a casa. Ma poi Meg ha ucciso quell'inserviente e ce ne siamo dovuti andare.
Arriviamo a casa in dieci minuti -Ragazze, state bene?- chiedo, appena entrata.
-Sì, stai tranquilla. Siamo riuscite a difenderci- risponde Britney.
-Dobbiamo parlare- Nate entra nella stanza, lo sguardo serio -Sanno dove abitiamo?-
-No, siamo riuscite a seminarli- risponde Meg.
-D'ora in poi nessuno esce più da solo, mi raccomando. E guardatevi intorno quando uscite. Potrebbero tenderci un'imboscata-
-Mi dispiace, ragazzi- tutti si girano a guardarmi -E' colpa mia se ci hanno trovato. Se non mi fosse attardata tanto a prendere le sacche lo scorso mese...-
-Luna, ti ho già detto che non è colpa tua. E' successo. Adesso dobbiamo solo stare attenti. Ma credimi, non è colpa tua- comincia Cam, abbracciandomi -Non potevamo sapere che erano fuori ad aspettarci-
Mi lascio cullare da quell'abbraccio, facendomi coccolare dalla persona che più amo al mondo.
-La colpa è mia- sentenzia Meg -Quando ho visto il sangue di quell'inserviente ho perso la testa-
-Non è colpa di nessuno, ragazze- interviene Nate -può capitare. Ce la caveremo- viene verso di me e mi mette una mano sulla spalla. Poi si rivolge a Cam -Ogni giorno dovrai allenare Luna, in modo che sappia combattere nel caso dovesse esserci qualche attacco mentre è sola-
Cam annuisce.
-Comincerete domani- continua Nate -ora potete tornare alle vostre faccende-
Decido di salire in camera a leggere un po'. Scelgo uno dei miei libri preferiti, "Lo strano caso del dottor Jekyll e il signor Hide".
Mi immergo nella lettura, con la musica a palla nelle orecchie. E' l'unico modo che posso usare per leggere. I vampiri sentono rumori, anche se leggeri, a distanza di chilometri. Se tengo la musica alta riesco a concentrarmi meglio sulla lettura.
Una mano mi tocca la spalla. E' Cam.
Lascio il libro sul letto, mi siedo sopra di lui e intreccio le dita tra i suoi lunghi capelli neri, mentre mi guarda con quegli occhi così profondi, da farmi perdere la testa. E la perdo sul serio.
Mi avvicino a lui per baciarlo, prima con dolcezza e poi in modo più sfrenato e passionale. Lui mi accarezza la schiena con forza e mi sfila la canottiera.
Gli tiro via la maglietta e metto le mani sul suo petto. Con la velocità di vampiro si gira e mi butta sul letto. Mi leva anche pantaloni e calze e io faccio lo stesso con pantaloni e boxer. Infine mi leva slip e reggiseno.
Si butta su di me, baciandomi con passione le labbra, il collo, le orecchie... Una cosa che mi fa andare sul serio fuori di testa. Dopo passa al seno nudo, baciandolo con dolcezza e sfiorando appena i capezzoli con la lingua.
Spesso penso a come sarebbe la vita senza di lui. Probabilmente mi sarei uccisa secoli fa. Ero sul punto di farlo quando ho incontrato Nate.
Era il 1735. Avevo passato centosedici anni ad uccidere persone innocenti nei modi più crudeli possibile. Ero la vampira più sadica e temuta del tempo. Meg avrebbe subito la sua trasformazione circa un secolo dopo.
Avevo deciso di strapparmi il cuore dal petto, ma Nate mi ha fermata, dicendomi che poteva aiutarmi. Abbiamo avuto una storia per quasi un secolo. Poi Cam si è unito al clan e ci siamo lasciati.
Non ci siamo parlati per molto tempo, se non per qualche questione importante. Ora, invece, a distanza di duecento anni, lui è il mio migliore amico. Sia Cam che Nate mi danno un motivo per vivere, se così si può dire.
Mi abbandono all'amore di Cam, assaporando questo momento come meglio posso. Adesso sono io sopra di lui e gli bacio il petto, passando la lingua sui punti più sensibili.
Quando due vampiri fanno sesso, le loro emozioni sono amplificate e si eccitano facilmente. Per di più, possono farlo per ore intere, senza stancarsi.
Stiamo a letto per ore, senza accorgerci che ormai è notte. Quando finalmente riesco ad addormentarmi, sogno.
Una voce. Una voce familiare. La voce di Nick.
Mi dice di stare attenta. Di scappare, mentre lui tenta di fermare una figura nera con in mano un paletto di frassino.
Mi sveglio di soprassalto quando sento la sveglia suonare.

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