Maledetta sveglia. Sto così bene abbracciata a Cam.
Prendo quell'inutile affare dal suono così fastidioso e lo sbatto contro il muro. Poi mi avvicino al ragazzo e mi faccio coccolare dal suo abbraccio.
-Che diavolo ti ha fatto quella sveglia?- mi prende in giro, ancora con gli occhi chiusi.
Sbuffo -Mi ha svegliato. Stavo facendo un sogno bellissimo- dico, stringendogli una mano.
-Allora c'ero anch'io- commenta sorridendo.
-In realtà sognavo di mangiarmi un enorme coppa di gelato- stavolta lo prendo in giro io -Ah, sì, forse c'eri anche tu-
-Che ingrata- bofonchia.
-Sempre e comunque, tesoro-
-Sei di buonumore, oggi- commenta alla fine, alzandosi dal letto e dandomi un bacio sulla fronte.
Mi metto in piedi, anche se di malavoglia, e apro l'armadio -Oggi vado in gita, quindi non faccio nulla-
Il ragazzo si gira di colpo, guardandomi serio -Sei sicura di volerci andare? Lloyd potrebbe seguirti o potrebbero farlo i Cacciatori. Insomma, in caso di difficoltà saresti da sola-
-Stai tranquillo, so come difendermi. Ho imparato dal migliore- lo bacio sulle labbra, mentre lo vedo fare un mezzo sorriso -E poi sia Marcus che i Cacciatori non si avvicinerebbero mai con mezza scuola intorno- dico, cominciando a tirare fuori dei jeans neri -E vorrei avere un po' di tempo per me. Ultimamente non posso stare un secondo da sola, perché Nate ha paura che possa succedermi qualcosa--Sì, forse sta un po' esagerando...-
-Ecco!- finisco di prendere i vestiti e vado verso il bagno -Quindi sei d'accordo con me, no?- sorrido, prima di chiudere la porta, ma Cam la blocca -Dove vai?-
-A Verona. Visitiamo un po' la città. Tornerò verso le sette- spiego al vampiro.
-Vuoi che venga con te?-
-Assolutamente no! Non rinuncerò a un po' di divertimento. Soprattutto ora che stanno succedendo tutte queste cose. Ti chiedo solo di non dirlo a Nate. Lo sai che non mi farebbe mai andare-
-Non mi piace mentire al mio migliore amico, neanche se è la mia ragazza a chiederlo- abbasso il labbro, cercando di fare la faccia da cucciolo alla quale lui non riesce mai a resistere. Il ragazzo ride, segno che ormai l'ho convinto -Okay, farò del mio meglio per evitare che lo scopra. Sarà il nostro piccolo segreto- mi bacia dolcemente sulla guancia.
-Grazie, grazie, grazie!- lo abbraccio e lo bacio, come se mi avesse appena regalato la Luna.
Mi faccio una doccia veloce e mi vesto.
Scendo in cucina e prendo una sacca di sangue, che bevo seduta al tavolo.
-A che ora finisci oggi?- Nate spunta all'improvviso alle mie spalle, facendomi sobbalzare.
Prendo un lungo respiro per cercare di restare calma -Finisco alle due, ma devo restare a scuola almeno fino alle sette, per via di un'assemblea e di un corso di recupero da fare obbligatoriamente. Quindi farò tardi-
-Non puoi evitarli questi impegni?-
-No, se voglio vivere da normale studentessa. Cosa dico? Non vengo perché il mio tutore dice che devo stare a casa perché è pericoloso?- ci pensa su un attimo poi annuisce leggermente, come per dire che ho ragione -Non posso proprio saltare questi impegni. Poi può venire Cam a prendermi una volta finito. Non ti preoccupare- concludo sorridendo.
Mi dirigo verso il cestino e butto la sacca vuota. In seguito, prendo al volo la borsa e la giacca e vado verso la porta di casa -A stasera- saluto con la mano. Nate risponde al cenno velocemente, dopodiché scompare in salotto.
Cam mi aspetta fuori, appoggiato alla sua moto. Mi sorride e io rispondo correndo tra le sue braccia e baciandolo dolcemente sulle labbra.
-Andiamo?- chiede.
Annuisco e salto sulla moto. Mette subito in moto e partiamo. Sento il vento che mi culla i capelli mentre proseguo verso la mia prima giornata di libertà da quando siamo qui. Spero solo che Nate non lo scopra. Sarei in un milione di guai, non tanto perché starò tutto il giorno da sola, ma più che altro perché sto infrangendo una delle regole più importanti del clan, ovvero "niente segreti".
Spero che cerchi di capirmi questa volta. Non è la prima volta che infrango una regola e ogni volta mi punisce in qualche modo. L'ultima volta, quando ancora abitavamo a New York, sono andata a scuola senza fare colazione. Può non sembrare una cosa grave, ma per noi vampiri lo è eccome. Il fatto è che il giorno prima ho avuto una discussione con Cam e ho deciso di fare il cosiddetto "sciopero della fame". Sostanzialmente non mangiavo da un giorno e stavo davvero morendo di fame. Guardavo insistentemente i colli delle persone e alla fine ho ceduto. In bagno ho morso una mia compagna di classe. Stavo quasi per ucciderla quando Cam è arrivato. Le ha dato un po' del suo sangue per guarirla e le ha fatto dimenticare ciò che era successo.
Inutile dire che ero nei guai fino al collo. Sono tornata a casa e mi ha obbligato a bere almeno due sacche di sangue. Per punizione non sono andata a scuola per un mese. Non mi faceva più uscire di casa. E lui sa quanto mi piaccia uscire, essere libera.
Arriviamo a scuola e già una piccola massa di studenti si è formata davanti ad essa. Intravedo i miei compagni di classe, quindi saluto Cam con un bacio.
-Cerca di non metterti nei guai e stai sempre in gruppo. Ricordati che posso sentire se c'è qualcosa che non va, quindi verrò subito- mi sussurra all'orecchio.
-Grazie- sorrido e poi lo guardo sfrecciare via e immergersi di nuovo nel traffico.
Raggiungo i miei amici e li saluto con un sorriso.
-Ehi, Luna! Come stai? L'altra sera avevi un'aria così sconvolta- dice Melanie.
-Meglio. Solo non mi aspettavo di rivedere quella persona, tutto qui- rispondo, per una volta dicendo la verità.
-Ciao ragazze!- Nick spunta all'improvviso dietro di me, facendomi sussultare -Tranquilla! Sono solo io- mi sorride. Resto a contemplare quel sorriso abbagliante per un po', finché non mi sento scuotere una spalla.
-Si? Che c'è?- chiedo, distrattamente.
-Ti ho chiesto chi erano quelle persone dell'altra sera- fa Hilary, cercando di nascondere un sorriso divertito.
Penso un attimo alla domanda, cercando di formulare una risposta. Ma non so che dire -In realtà conosco solo quello con cui ho parlato. Ma non è una persona importante, quindi lasciate stare-
La professoressa di non so quale materia (anzi, se devo essere sincera, non so nemmeno se è una delle nostre) ci richiama. Andiamo verso la metropolitana di Lampugnano e prendiamo il treno per Sesto FS.
-Cosa ti sei portata per pranzo?- chiede una ragazza che non conosco.
Ma certo! Il pranzo! Voglio essere una ragazza "normale" e mi dimentico il pranzo? Perché non ci ho pensato?
Mi tiro una sberla sulla testa, così tutti hanno potuto notare quanto io sia stupida.
-Cos'hai dimenticato?- mi chiede Nick.
-Il pranzo. Ma quanto sono stupida?-
-Non ti preoccupare, nemmeno io l'ho portato. I professori ci lasciano un'ora per mangiare. Possiamo trovare un bar e prendere un panino. Hai soldi con te, vero?- continua Nick.
Guardo in borsa, in cerca del portafoglio. No! Non è possibile! L'ho dimenticato!
-Mi viene da piangere!- mi metto una mano sulla faccia, che ha un'espressione sia triste che arrabbiata.
Sento Nick ridere, di una risata melodiosa, che ascolto volentieri e che mi fa sorridere -Non preoccuparti. Ti compro qualcosa io e poi mi ridai i soldi-
-Non ce n'è bisogno. Non mangio quasi mai a pranzo-
-Ecco perché sei così magra. Dovresti mangiare di più, quindi oggi ti offro il pranzo-
-Ciao ragazzi!- uno strillo ci fa sussultare. Ed eccola lì, la Contini, saltellando verso di noi. La sua voce è più stridula del solito.
-Laura! Vieni anche tu a Verona?- chiede Hilary, con un misto di sorpresa e tristezza sul volto.
-Certo! Ho convinto io il preside a farci venire a Verona con voi. Non volevo starmene a scuola mentre i miei cari amici si divertono-
-Potevi farlo eccome, invece- commento, irritata da quella vocina fastidiosa.
Laura, sentendo le mie parole, comincia a squadrarmi -Non sei stata molto carina con me l'altra sera. Mi hai guardato come se volessi farmi il tuo ragazzo!- come se non lo desiderasse sul serio.
-E non è quello che speravi?-
-Certo che no! Io non mi faccio i ragazzi delle altre!-
Mi metto a ridere di gusto, accasciandomi a terra -Okay, certo. Ora che hai detto la stronzata del giorno, puoi benissimo andare. O almeno puoi tenere chiusa quella boccaccia. La tua voce è alquanto irritante- commento di nuovo, appena finisco di ridere.
Con una faccia indignata, la ragazza se ne va e io ricomincio a ridere come una pazza, accompagnata dalle risate dei miei tre amici.
La giornata si preannuncia interessante.
-Non so come ringraziarti- dico, anche se in realtà il panino nemmeno mi serviva.
-Non ti preoccupare. E' un piacere- dice Nick, sorridendo dolcemente.
Usciamo dal bar della piazza principale di Verona. Tutti i ragazzi sono in giro in cerca di un posto per mangiare, comprese Hilary e Melanie, che hanno trovato un ristorante carino nel quale i prezzi sono abbastanza contenuti.
Decidiamo di sederci su una panchina e rimaniamo in silenzio, mangiando i nostri panini. Io ne ho preso uno semplice, prosciutto e formaggio. Non ne vado pazza e sono certa che mi rimarrà sullo stomaco.
-Allora...- comincia Nick, rompendo il silenzio -da quanto state insieme tu e Dam?-
-Si chiama Cam- lo correggo -Stiamo insieme da... Due anni- altra bugia. Sto diventando una campionessa ormai.
-Wow! E' parecchio. Di solito le coppie non durano così tanto al liceo. E di quanti anni è più grande di te?-
Probabilmente rimarrebbe sorpreso se gli dicessi che io sono più grande di Cam di quasi tre secoli. Ma ovviamente rimarrò zitta -Di cinque anni- tecnicamente è così, perché io sono morta quando avevo diciassette anni, mentre lui quando ne aveva ventidue.
Rimane zitto per un po', poi commenta -E' una bella differenza d'età-
-Già. All'inizio è stato un po' difficile, ma ormai non diamo più molto peso alla cosa. L'amore tra due persone va oltre la differenza d'età-
-Stai dicendo che se dovessi innamorarmi di una donna di cinquant'anni, allora non ci sarebbe alcun problema?- dice ridendo.
-Beh, quello sarebbe un po' strano, ma se va bene a te, ti do la mia benedizione- rido anche io.
In lontananza il cielo comincia a rannuvolarsi e il sole scompare. La bella giornata di oggi finirà con un bell'acquazzone.
-Ci conviene trovare gli altri- dice, dando un morso al panino -tra un po' dobbiamo andare-
Annuisco, buttando via la carta del panino e cercando in borsa le sigarette.
Camminiamo per la piazza principale, mentre il cielo comincia a brontolare, preannunciando pioggia.
In giro non c'è molta gente. Probabilmente è chiusa in casa o in qualche ristorante per il pranzo.
-Sul serio- comincia Nick, aspirando il fumo dalla sigaretta che ha appena acceso -chi era quel tipo dell'altra sera?-
Mi giro a guardarlo, indecisa su cosa dirgli e se dirgli qualcosa. Sarebbe più facile lasciare la domanda in sospeso, non rispondergli. Ma Nick è un tipo testardo e tornerebbe sull'argomento non appena saremo soli. Quindi, che fare?
Prendo un po' di tempo, facendo un paio di tiri di sigaretta -Un amico di vecchia data, con cui ho avuto qualche problema- semplice e chiaro, più o meno. Forse è abbastanza per fargli capire che non ne voglio parlare. O semplicemente che non voglio parlarne con lui.
-E' la stessa risposta di stamattina- sentenzia.
-Beh, è la verità. Perché dovrei dirti una balla?- ribatto. Me ne pento all'istante.
-Perché non dovresti dirmela? E poi sto solo dicendo che stamattina hai detto la stessa e identica cosa, dicendo che non è una balla. Quindi ciò che mi stai dicendo ora è una balla bella e buona- risponde, con aria intelligente.
-La prossima volta ci penserò due volte prima di frequentare Scienze Umane- bofonchio -Comunque è vero. Non è proprio un amico, ma più un conoscente... Meglio ancora un nemico. Per il resto, non sono tenuta a dirti esattamente cosa è successo tra noi-
Sospiro, tirando fuori il fumo dalla bocca. Spero di essere riuscita a convincerlo.
-Perfetto, allora non te lo chiederò più-
Sembra un po' offeso, ma certo non posso andare da lui e dirgli "Ehi Nick! Hai presente il tipo dell'altra sera? Cinquecento anni fa mi ha stuprato e mi ha trasformato in vampiro! Vuoi una sigaretta?" Direi proprio di no.
Piccole goccioline cominciano a scendere dal cielo. Dobbiamo sbrigarci a trovare gli altri e continuare il giro della città.
Spero solo che Nate non abbia avuto sospetti su ciò che gli ho detto stamattina.
-Il treno 4592, destinazione Milano, è in partenza dal binario 5- avvisa una donna dall'alto parlante della stazione. E dopo una corsa sotto la pioggia per riuscire a prendere il treno, eccomi seduta su una delle poltroncine del treno.
Tutti gli altri ansimano per via della corsa, io invece ridacchio tra me e me, guardando il treno partire.
-Come diavolo fai a non avere il fiatone dopo la corsa che abbiamo fatto? Fumi pure!- sbotta Melanie.
-Sarà l'abitudine o l'esercizio che facevo negli anni scorsi...- Oh, sì. Continua ad arrampicarti sui vetri.
Mi suona il cellulare e rispondo all'istante -Pronto?-
-Ciao, dove sei?- la voce di Cam mi fa sorridere.
-Sono sul treno. E' appena partito. Dovrei metterci mezz'ora o quaranta minuti-
-Ti aspetto in stazione. Da lì dobbiamo correre a casa, prima che Nate desti sospetti-
-Certo. E grazie- comincio in un sussurro -stai già rischiando parecchio per me-
-Non dirlo neanche. Lo sai che farei qualunque cosa per te-
-Ma rischi di essere cacciato e sarebbe per colpa mia...-
-Non mi importa. Ma non parliamone ora. Goditi il viaggio di ritorno e al resto ci penseremo dopo-
-Va bene. Ti amo- dico, sempre in un sussurro. Ma so che mi ha sentito.
-Ti amo anche io- dice infine e riaggancia.
Guardo fuori dal finestrino. La pioggia batte sul vetro, emanando un suono rilassante e lasciando piccole gocce, che con la velocità del treno si spostano. Come se il vetro fosse un viso e la pioggia le lacrime che lo rigano.
Verona è ormai un ricordo lontano. Non è più tra i miei pensieri, ora penso a ciò che dirò a Nate.
Ma se devo essere sincera, non sono mai stata a Verona, nonostante stia su questa terra da cinquecento anni e abbia visto quasi tutto il mondo. Non è sicuramente tra le città più belle che ho visitato.
-Terra chiama Luna. Luna, sei ancora tra noi?- Hilary irrompe tra i miei pensieri.
-Scusate, stavo pensando- rispondo, tornando a guardare le mie amiche.
Nick cammina verso di noi e si siede accanto a me -Allora, c'è una cattiva e una buona notizia. Da dove volete che cominci?- chiede.
-Dalla cattiva- rispondiamo all'unisono.
-Giovedì si farà un tema sulla gita e delle domande supplementari su ciò che abbiamo visto e detto- dice sconsolato il ragazzo -La buona notizia, invece, è che si dice in giro che ci sarà un'occupazione. I motivi sono scritti sul gruppo della scuola di Facebook- prende il cellulare e legge -I professori ormai ci trattano come asini, il preside non ci ascolta e non ci permette di fare determinate cose, tipo l'autogestione che quest'anno non abbiamo ancora fatto e sarebbe un nostro diritto, o non ci fa più fare assemblee di classe e tante altre cose- distoglie gli occhi dal telefono -Insomma, tutto ciò che ci viene privato nonostante sia un nostro diritto. Domani i rappresentanti di ogni classe dovranno far passare un foglio e tutti coloro che vogliono fare un'occupazione devono firmare-
-Io sono d'accordo. In fondo ci hanno tolto fin troppe cose in questi due anni e mi sembra il minimo- sentenzia Melanie.
-Io non saprei- dico -sono in questa scuola da poco e non mi sono imbattuta in alcun tipo di problema-
-Firma, ti prego- mi supplica Nick guardandomi negli occhi -Di problemi ce ne sono fin troppi e abbiamo bisogno di farci ascoltare e rispettare--Allora firmerò- sentenzio alla fine.
-Perfetto. Allora vado ad avvisare gli altri. A dopo, ragazze- Nick sorride e i suoi occhi brillano nella semioscurità del treno.
Le ragazze passano l'intero viaggio a spiegarmi cosa c'è che non va a scuola, dei problemi che hanno avuto e delle incomprensioni con preside e professori. Io ascolto perlopiù in silenzio, intervenendo di tanto in tanto con domande o commenti.
Ma la mia mente è altrove.
Spero che Nate non scopra ciò che ho fatto oggi. Sono andata a Verona, nonostante sapessi che Nate non mi avrebbe mai fatto andare. Per di più ci sono andata da sola, in mezzo ad un sacco di umani, con il rischio di essere seguita dai Cacciatori.
Se lo dovesse scoprire, sarei senz'altro bandita. E probabilmente anche Cam. E ciò non riuscirei mai a perdonarmelo.
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Vampires
HorrorLuna Loveless è una vampira di 528 anni. Morta all'età di 17 anni, la ragazza è tormentata dai ricordi del suo passato, pieno di sangue, omicidi, paura, tristezza e rabbia. Appena trasferitasi a Milano insieme al suo clan, il quale si ritrova alle c...