-E questa è la triste storia di Luna Loveless, la vampira sanguinaria che creò il caos in Inghilterra per oltre un secolo. Mi hanno trovato un nome appropriato, non pensi?- rido, lasciando trapelare dalla mia risata una nota amara. Amara come le lacrime che, come spilli, pungono i miei occhi, cercando prepotentemente di fuoriuscire.
Nate mi guarda, con i suoi occhi penetranti, cercando di capire cosa provo e cosa penso. Ma la verità è che nemmeno io lo so. -Mi dispiace tanto, Luna- afferma soltanto. Un’affermazione prevedibile, forse, ma carica di sentimento. Un sentimento di tristezza, mista a rabbia, odio, comprensione, tormento e disperazione. Ha capito esattamente come mi sono sentita per secoli.
Distolgo lo sguardo dal suo, ora troppo pesante da sostenere. Sospiro, infilando tra le labbra l’ennesima sigaretta -Beh- sorrido nuovamente, accendendola -ora non importa più- svuoto i polmoni dal fumo con fare nervoso -adesso devo solo riuscire a capire che diavolo vuole da me e buttarlo fuori dalla mia vita, una volta per tutte-
-Non sarai sola, Luna. Non lo sarai mai-
Mi alzo di scatto -E chi sarà con me? Il clan?-
-Sì, il clan!- sbotta Nate -Parli di esso come se non ti appartenesse-
-Oh, andiamo Nate! Mi odiano! Mi hanno sempre odiato! E non dirmi che non te ne sei mai accorto, perché è palese-
-Ma di cosa stai parlando?- chiede incredulo.
-Dio, Nate…- mi passo le mani tra i capelli, esasperata -Ma dove hai gli occhi?-
-Su di te!- sbotta, alzando la voce -Li ho sempre avuti su di te, perché sapevo che avevi un passato tormentato e sapevo che prima o poi sarebbe tornato a galla-
-Ed è proprio questo il problema, Nate! Loro mi odiano perché ti sei sempre interessato solo a me- affermo.
-E questo è un problema?- chiede, incredulo.
-Certo che lo è, perché gli altri sono invidiosi!-
-Perché dovrebbero essere invidiosi?-
-Perché un capo dovrebbe occuparsi di tutti i membri del clan e non concentrarsi su un’unica persona-
-Che cosa ti aspetti, Luna? Siamo stati fidanzati per più di un secolo!-
-E quel secolo è finito! Dovresti odiarmi, e invece mi stai ancora dietro! Come se mi amassi ancora!-
Silenzio. Lo guardo negli occhi, sperando che dica qualcosa, ma distoglie lo sguardo -Tu provi ancora qualcosa per me?- Non risponde. Mi avvicino a lui e prendo il suo volto tra le mani, in modo che mi guardi negli occhi -Tu mi ami ancora?-
Tira via le mani dal suo viso -E se anche fosse? Cosa cambierebbe? Torneresti da me se lo ammettessi? No, non credo proprio-
-Nate, mi dispiace tanto… Io ti voglio un bene dell’anima, per me sei come un fratello… Mi dispiace non poter ricambiare i tuoi sentimenti-
-Lascia stare, Luna- sentenzia, girandosi e camminando verso casa -Dimentica quello che è successo-
-Nate, aspetta!- corro verso di lui, ma mi chiude la porta in faccia -Nate!- urlo, ma so già che non tornerà a riaprire la porta.
Decido quindi di prendere la borsa e le sigarette e andare a fare un giro.
Giro per Milano da ore ormai. Comincio ad avere fame, ma non ho sangue con me. Entro nel primo bar che trovo e ordino un cappuccino, sperando che la caffeina allievi un po’ la fame.
Sorseggio velocemente il liquido caldo, pago e torno in strada, per immergermi di nuovo nella buia Milano. Credo di essere in Via Washington, in zona De Angeli, o comunque li vicino. Ho camminato per ore e senza meta, cercando di capire come riappacificarmi con Nate, cosa dire a Cam e come risolvere il problema del mio creatore. Non voglio tornare a casa. Non adesso. Ho bisogno di camminare ancora un po’, schiarirmi le idee e trovare un tabaccaio. Fortunatamente ne trovo uno in pochi minuti. Appena ho in mano il nuovo pacchetto di Marlboro rosse, lo scarto e infilo una sigaretta in bocca. Faccio scattare l’accendino, ma invano. Direi che si è scaricato nel momento meno opportuno. Faccio per metterlo via, mentre una mano mi si para davanti porgendomi un accendino. Alzo lo sguardo e vedo dei meravigliosi occhi verdi brillare sotto la luce al neon dei lampioni.
-Che ci fai in giro a quest’ora? E, per di più, da sola?-
Accetto l’accendino e gli offro una sigaretta, che mette subito in bocca.
-Potrei farti la stessa domanda, Nick- rispondo sorridendo.
-Beh, mi sembra evidente- sorride a sua volta, mostrandomi il guinzaglio che ha in mano. Solo ora mi accordo del pastore tedesco in sua compagnia.
-Ehi! E tu chi sei?- mi inginocchio a terra e comincio ad accarezzargli la testa. Lui sembra apprezzare, e me lo dimostra leccandomi le mani.
-Lui è Ethan e ha tre anni. Ora però rispondi alla domanda-
-Beh, sto passeggiando anche io- rispondo con fare evasivo, concentrandomi sul cane.
-Luna, casa tua è molto lontana da qui. Questa è molto più di una semplice passeggiata. A piedi ci avrai messo almeno tre ore ad arrivare fin qui-
-Allora è una passeggiata accompagnata dai pensieri che attanagliano la mia mente ultimamente, contento?-
-Stai forse pensando al professor Lloyd?-
Mi alzo di scatto e lo guardo dritta negli occhi -Cosa sai di lui?- chiedo, forse con un tono un po’ troppo brusco.
-So che c’è un trascorso. Sai, le solite voci di corridoio… Inoltre ho sentito delle urla provenire dalla tua classe- mi guarda attentamente e, dopo aver visto la mia espressione cupa, mi chiede -Che cosa è successo, Luna?-
-Hilary e Melanie non ti hanno detto nulla?-
-No, loro mantengono i segreti degli altri. Ho fatto loro qualche domanda, oggi, ma mi hanno solo detto che c’entravi tu e che dovevo chiedere a te-
Rimango in silenzio per qualche secondo e poi sbotto -Beh, è l’uomo che mi ha stuprata un paio di volte- inizio a camminare velocemente.
Dopo qualche secondo, forse passato a metabolizzare la mia affermazione, mi corre dietro, seguito da Ethan -Cosa?- chiede sorpreso.
-Non lo ripeterò- affermo, guardando davanti a me e mantenendo il passo.
-Perché non è dietro alle sbarre, quel pezzo di merda?-
-Perché non ho sporto denuncia-
-E per quale motivo non lo hai fatto?-
-Perché è pieno di soldi e sarebbe uscito nel giro di una settimana- affermo. In parte è vero, ma non posso dirgli l’altra parte di verità, ovvero che avrebbe soggiogato la polizia con i suoi poteri vampireschi e sarebbe scappato alle Isole Fiji, tornando di tanto in tanto a farsi una scopata. Beh, magari non alle Fiji, ma il concetto è quello. O più semplicemente avrebbe ucciso tutti.
-Capisco- afferma, prima di fermarmi con un braccio -Luna, se dovesse farti qualcosa dimmelo subito. Non deve allungare neanche un dito su di te-
-Sei molto carino, ma so come difendermi- sbotto.
-Devi accettare l’aiuto degli altri ogni tanto, te l’ho già detto-
-Già…- sorrido, guardandolo negli occhi -Ora dovrei tornare a casa-
-Ti accompagno io. Lascio Ethan a casa e torno giù- si volta prima di una mia risposta -E non accetto un no come risposta- continua, correndo verso un palazzo, prima di scomparire dietro a una porta.
Sorrido, ma quel sorriso scompare quasi subito.
-Sai, le ragazze così carine non dovrebbero andare in giro da sole a quest’ora. Per di più se hanno addosso una minigonna di pelle e un top che copre il minimo indispensabile-
D’istinto mi copro con la giacca, ma so che è inutile, visto che ha già fatto una radiografia del mio corpo. -Che cosa vuoi?-
-Volevo solo farti capire che quando dico che so sempre dove sei, intendo esattamente questo. So dove vai, con chi sei, se hai bevuto o mangiato qualcosa. Io so tutto di te-
-Cercati un altro hobby, allora, perché è chiaro che da me non avrai niente-
-Sei sicura?- in un battito di ciglia, mi sbatte contro il muro, tenendomi ferme le mani sopra alla testa -Non hai ancora capito che io posso farti ciò che voglio? E ovviamente farti fare tutto ciò che mi pare e piace. Se ti ordinassi di baciarmi, tu lo faresti anche se il tuo corpo non vuole. E questo perché posso governare la tua mente-
-Allora troverò un modo per resisterti, stronzo-
-Uh! Che caratteraccio! Mi piace- sorride con malizia e malignità, prima di fiondarsi sulle mie labbra, ficcandomi la lingua in gola.
-Ehi! Lasciala stare!- sento la voce di Nick provenire dall’altra parte della strada, mentre cerco di liberarmi.
Il ragazzo tira un pugno al vampiro, una volta arrivato accanto a noi. Vedo spuntare le vene sotto ai suoi occhi, ormai neri, segno che è arrabbiato.
-Hai appena firmato la tua dichiarazione di morte, ragazzo. Un altro passo falso e ti uccido- Marcus Lloyd si allontana, dopo aver passato lo sguardo sul mio corpo.
-Sì, certo! Lo vedremo, stronzo!- gli urla Nick, prima di girarsi verso di me -Stai bene?-
-Ma sei impazzito? Lloyd te la farà pagare!- urlo disperata.
-Non preoccuparti per me, so cavarmela-
-No! Lui non scherza!-
-Davvero, Luna, non preoccuparti. Vieni, andiamo a prendere la moto. Ti porto a casa-
Marcus Lloyd non scherza. Nick ha davvero firmato la sua dichiarazione di morte. Se lo farà arrabbiare ancora, il ragazzo diventerà solo un corpo privo di sangue. E non voglio che ciò avvenga.
Nick prende un casco e lo indossa, dopodiché passa il secondo a me. Lo infilo e cerco di allacciarlo, ma non ne sono mai stata capace. Di solito è Cam che lo fa per me, perché sa quanto sono impacciata. Il ragazzo dagli occhi verdi mi guarda e sorride, prendendomi in giro. Prende i lacci del casco e li allaccia, guardandomi negli occhi. Stranamente attua l’azione con estrema lentezza, senza staccare gli occhi dai miei, nemmeno quando ha finito. Dio… quanto è bello. I capelli lunghi danzano con il vento, gli occhi verdi brillano sotto il chiaro di luna. Il mento è coperto da un po’ di barba, segno che non si rade da qualche giorno. E le labbra, rosee e carnose…
Distolgo subito lo sguardo, mordendomi il labbro inferiore, mentre lui lascia cadere le mani e si guarda intorno.
Mi schiarisco la voce -Dovremmo andare. Si sta facendo tardi-
-Sì, hai ragione- dice salendo sulla moto. Mi aiuta a salire, accende la moto e parte.
Il portico di casa è illuminato. È chiaro che mi stanno aspettando. Nick si ferma e io scendo dalla moto.
-Ti conviene andare. Non saranno molto contenti della mia “lunga passeggiata con pensieri “- sorrido per un secondo e torno subito seria.
-D’accordo- dice, slacciandomi il casco e rimettendolo nell’apposito contenitore -Verrai a scuola domani?-
-Sì, verrà a scuola domani- Nate risponde al mio posto. Il tono basso non permette nulla di buono.
-Ora è meglio che tu vada- gli suggerisco nuovamente -ci vediamo domani. E grazie-
-Figurati- risponde Nick -ci vediamo domani- conclude con tono incerto, prima di mettere in moto e partire.
-Inutile dire che dobbiamo parlare-
-Non c’è niente di cui parlare, Nate- mi avvio verso casa.
Nate mi ferma con un braccio -Sì, Luna, dobbiamo parlare-
-D’accordo. Ho fatto una passeggiata per schiarirmi le idee. Tutto qui. Ora posso andare?-
-No- afferma con fermezza.
Mi divincolo dalla sua presa e a velocità di vampiro vado verso la porta di casa, ma Cam mi ferma. Anche lui è molto arrabbiato. Lo vedo dagli occhi neri come la pece.
-Dove sei stata?- chiede, in un sussurro. Cerca di mantenere la calma. Lo sta facendo con tutte le sue forze. Ha sempre avuto problemi a controllare la rabbia, e per questo spesso ci rimetto io…
-In giro. Ora lasciami passare. Sono stanca e voglio andare a letto- parlo con calma, stando attenta a non alzare troppo la voce. Ma invano.
-Dove cazzo sei stata, Luna?- urla. Ci siamo. Ormai non si ferma più.
-Cam, calmati- si intromette Nate -torna in te. Ricorda come è finita l’ultima volta-
-Luna rispondimi, porca puttana!- continua Cam, irato.
-Cam, per favore, calmati- comincio ad avere paura -Non mi è successo niente. Sono qui, amore. Vedi?- continuo, raccogliendo il suo viso tra le mani.
-Non toccarmi, puttana!- urla di nuovo, scostando le mie mani.
-Non fare così, Cam! Ritorna in te!- urla a sua volta Nate.
-Non dirmi cosa devo fare!-
-Calmati!- Nate spinge Cam contro il muro e lo blocca, ma Cam riesce a divincolarsi, buttando a terra l’altro vampiro.
-Cam, per favore…- vado verso di lui e cerco anche io di fermarlo. Lui mi prende per il collo e, stringendolo, mi alza da terra.
Vedo immagini confuse e rallentate. Mi sembra di essere in un film. Cam mi lancia con tutta la forza e la rabbia che ha in corpo. Atterro su qualcosa di spigoloso e sbatto la testa. Poi, il buio.
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Vampires
HorrorLuna Loveless è una vampira di 528 anni. Morta all'età di 17 anni, la ragazza è tormentata dai ricordi del suo passato, pieno di sangue, omicidi, paura, tristezza e rabbia. Appena trasferitasi a Milano insieme al suo clan, il quale si ritrova alle c...