Daddy is gone

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Simon aveva otto anni ed era un bel bambino biondo dalle guance rosee.

Lui e Sabrine erano fratelli, morti insieme e ritrovati dopo la morte, ed erano le cose più vicine a degli amici che avevo.

Simon adorava darmi i baci sulle guance e io gli avevo permesso di vedere la terra.

Lui era scoppiato a piangere tra le mie braccia, iniziando ad urlare quanto gli mancasse sua madre.

Lei era in vita, e lui riusciva a ricordare.

Ed io lo invidiavo così tanto.

Ora il piccolo Simon era diventato una delle stelle che stavo osservando dal mio letto caldo, e mi sembrava quasi di sentire la sua risata risuonare tra quelle palle di fuoco.

"Posso?" Shawn era sulla porta, e riuscivo ad intravederlo solo grazie alla luce fioca della luna.

"Vieni." Sussurai, e lui saettò a sedersi sul mio letto, tenendo le gambe incrociate e lo sguardo su di me.

Era in maglietta e pantaloncini, e il suo fisico scolpito sembrava quasi sul punto di strappare quei semplici indumenti.

"Come stai?"

"Bene."

Stavo malissimo.

Shawn sorrise, capendo che stavo cercando di fare la coraggiosa, fallendo.

"Hai voglia di parlare di quello che è successo oggi?"

Gli avevo già raccontato di Simon e di Sabrine, ma non ero stata in grado di rivelargli la mia vera natura.

Però lui era giò oltre, aveva già capito che le mie parole raccontavano solo una parte della realtà.

Per lui ero come un puzzle, e non avrebbe lasciato perdere fino a quando non avesse recuperato ogni singolo pezzo.

"Abbiamo già parlato."

Le coperte erano uno scudo perfetto dallo sguardo di Shawn, e stavo ringraziando i piani alti per quella piccola difesa che mi ero creata.

"Lo so che non è tutto."

Ovvio che lo sapeva.

Ma come avrebbe potuto credermi? Era troppo impossibile concepire una verità come quella per un semplice umano.

Aspettò una manciata di secondi, sperando che riuscissi a trovare il coraggio necessario, ma anche questa volta lo delusi.

Sospirò, amareggiato "Va bene, allora, per sta sera basta."

Pensavo che fosse finalmente finita, che mi avesse dato finalmente una piccola tregua ma, con mio grande stupore, lo vidi infilarsi sotto le coperte, iniziando subito a riscaldare il mio corpo freddo.

Fece una smorfia "Sei proprio gelata."

"Perchè lo hai fatto?" Chiesi, ignorando le sue parole.

Come riusciva a stupirmi ogni volta?

Lui scosse le spalle "Se ti lascio da sola non riuscirai a dormire, tu hai troppa paura."

E non dissi altro, perchè lui aveva già capito tutto.

Avvicinai piano le mie mani alle sua maglia, stringendola piano, quasi come se avessi paura di sgualcirla.

Shawn fissò attentamente i miei gesti, azzerando subito dopo le distanze tra i nostri corpi, richiudendomi in un abbraccio caldo.

La sua presenza era come un salvagente per la mia vita.

"A Shannon non farebbe piacere sapere che dormi con me." Sussurai, sentendo il suo profumo di rose entrarmi in bocca.

Fallen angel {Shawn Mendes}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora