I need him

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Ero sola, completamente abbandonata a me stessa.

Shawn era scomparso, e io non avevo fatto altro che vestirmi ed andare fuori da casa Mendes, iniziando a vagare senza una meta precisa.

Non avevo soldi con me, ma avevo fame e sete, oltre ad un dolore immenso ad ogni singola parte del corpo.

Forse Ashton aveva ragione, stavo morendo, ma non era solo perché mi trovavo sulla terra, ma anche per tutti i sentimenti che mi stavano distruggendo da dentro.

Sapere ciò che Shawn fa di nascosto mi aveva spezzato il cuore, ma mai come allo scoprire che io provavo qualcosa di vero per lui, e lo stavo capendo sempre più ogni secondo che passava, perché il mio cuore si stava spezzando, ma la morte faceva più paura sapendo che lui mi odiava.

Avrebbe pensato per sempre che io ero solo una bugiarda, una sfruttatrice che voleva ingannarlo, e io non sapevo come poter cambiare tutto questo.

Ma ora non potevo far altro che lasciarlo andare, e aspettare che anche il mio tempo finisse.

"Ciao."

Una voce flebile arrivò alle mie orecchie, ed aprii lentamente gli occhi, continuando a dondolarmi sull'altalena.

"Roger?" Chiesi, riconoscendo il viso roseo del bambino "Marion?"

I due bambini annuirono, iniziando a correre subito intorno all'altalena ridendo.

Guardai oltre a loro, riconoscendo il viso affilato di Diane a qualche metro da noi, mentre era intenta a sorridermi.

Mi alzai lentamente, camminando a passo insicuro verso di lei, che subito notò il mio malessere.

"Ancora in brutte condizioni, signorina?"

Annuii, sedendomi vicino a lei "Va sempre peggio."

Diane sorrise, scuotendo la testa "Non c'è mai una fine al peggio. Ma almeno lei ha qualcuno che la sostiene."

Sospirai, pensando che no, ora non avevo proprio nessuno.

Shawn mi aveva abbandonato, così come tutti gli altri.

Ma mancava sempre meno, e poi li avrei raggiunti.

"Lei non ha nessuno?" Chiesi, guardando la donna che si stava sistemando i capelli biondi in una treccia disordinata.

Scosse le spalle "Un tempo, signorina."

Annuii, ricordandomi di quando i bambini mi avevano raccontato delle loro perdite.

Non era mai facile.

"Roger e Marion sono i miei angeli, sono loro che mi hanno permesso di andare avanti dopo la morte di loro madre."

"Pensavo fosse lei loro madre." Ammisi, osservando i bambini che le assomigliavano molto.

Sorrise "Lo pensano, ma non è così. Circa cinque anni fa un pazzo ha investito loro madre, privandoli della loro presenza. La cosa brutta è che ha causato anche la morte di sua figlia."

Mi venne spontaneo pensare a mio padre, al modo in cui la vita ci fosse stata strappata così bruscamente.

Nessun angelo ricordava il modo in cui era morto, e forse era meglio così.

"Mi dispiace molto." Ammisi, sinceramente "Anche io non ho più i genitori."

Diane mi accarezzò i capelli, facendomi provare per la prima volta un po' di quel tipo di affetto che solo una madre può darti.

"Mi dispiace, signorina, ma le consiglio di pensare a ciò che ha, non ciò che ha perso. Questo la renderà più felice."

Io non avevo più niente.

Fallen angel {Shawn Mendes}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora