~Capitolo 1~

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Verde

Il verde è il colore della speranza.

Non è vero che te ne sei andato, tu sei quì accanto a me, su questa gelida panchina del parco.

La notte sono sveglia.

Guardo queste piante crescere e verdeggiare in balia del vento che, dopotutto, è ancora freddo.

Non so cancellarti, nei miei domani ci sei ancora tu.

Il cespuglio di fronte a me fa danzare le sue foglie giallastre che cadono, si staccano dal loro ramo, per creare una nuova vita.

Abeti che si ergono maestosi, forti, come vorrei essere io. In questo parco di periferia. Sono tutto quello che non sono.

Amaro in bocca, vite cancellate da Dio.

Un amore senza cielo, senza protezione, senza sole.

La gioia di una bugia, averti ancora qui, anche se so che non ci sarà un domani, non ho più niente senza di te.

La speranza di riaverti accanto, abbracciare la tua anima, ripercorrere la vittoria di averti mio.

Io assomiglio a quell'albero ancora spoglio, quello che la stagione non lo ha preso a se facendo nascere la flora.

E ancora, ancora, ancora.

Un'ora, quell'ora che mi è stata strappata da anni.

Forse tu hai vinto.

Non soffri più.

Tu mi hai lasciato in vita, ma non sono migliore di te.

Ti giuro che farei di tutto per avere quel tuo perdono. Quella tua forza di lottare, quel verde che non ti è mai mancato.

Solo sognando posso immaginare che non te ne sei andato, ma anche la notte mi ha abbandonato, lasciando il posto all'angoscia.

Tutto incominciò dalle mani, forti come questi tronchi conficcati nel terreno, le radici che piantammo a Narnia.

Questa speranza la faccio volare a te, tra il vento e la pioggia, arriverà a te.

Puntualmente pianto un seme in questo terriccio umido e fangoso.

Forse mi darà quella cura miracolosa.

Un fiore sbloccherà chiuso dentro la mia malinconia, portando colore e gioia, nella vita mia.

Per ora mi accontento di aspettare la primavera, forse mi darà una realtà più vera.

Anche se avevamo pareri diversi, non vedevamo l'ora di unirci, correvamo su questo prato e ritornavano bambini, e rotolavamo fino ad arrivare al lago.

Collezionavamo i sassi più belli, anche se ora sono a marcire su una mensola, in mezzo ad una stanza.

Amavo toccarti quei ricci, così folti e neri, morbidi, per poi perdermi nel guardare sdraiati gli aerei che passavano su di noi.

Come vuoi.

Non abbiamo mai pensato di cambiare, ci piacevamo così, com'eravamo. Con i nostri pregi ma ancor più con i nostri difetti.

Camminando per questi viali coronati da cipressi, sto arrivando da te, che so che mi aspetterai nel buio della tua staticità.

Ogni volta che guardo la tua foto, ritrovo quell'affetto. E i raggi solari che illuminano il mio viso, mi accarezzano e mi prendono per mano, accompagnandomi a casa dove so che mi farà compagnia il mio libro.

Immagini che si fanno vive nella mia mente, facendomi vivere altre mille vite, tra l'amore e le avventure di personaggi creati su frutto della fantasia, che mi bastano per portarmi via.

Una buona tazza di thè mi tiene sveglia, sorseggiando in tazze bianche e l'odore di peonie che ho portato a casa e messe in un vaso.

Non c'è niente da fare. Adoro i colori.

Il colore alimenta il motore, per farmi andare avanti.

Stasera è Cavalcanti che mi fa compagnia, col suo "Amore Cortese" del duecento mi addormento, ma solo per qualche momento.

È un talento, non posso non leggere le sue poesie in prosa.

È così calorosa.

Più delle coperte che mi metto addosso.

Un'altra nottata mi aspetta.

Non sembra tanto perfetta.

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