13 CAPITOLO

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Sapevo che l'avrei trovata in camera di Klaus a preparare i bagagli. Sapevo che avrebbe fatto di tutto per scappare prima che io la potessi raggiungere. Crede tanto di essere una regina ma non riesce neanche a prendersi le sue responsabilità. Non riesce neanche a guardarmi negli occhi e a provare anche solo per un minuto a battermi. Non ha fegato, solo una lingua lunga. Entro nella stanza senza dargli la possibilità di vedermi, tranne quando la sbatto al muro con tutta la forza che posseggo, tano da crepare il muro.

- Parti per qualche viaggio.

E a terra, con lo sguardo perso. Non parla, non si muove, sembra quasi morta, ma purtroppo ancora non lo è.

- Io non volevo Caroline dico davvero. Io...

La prendo per il collo e la sollevo fino a non fargli toccare il pavimento.

- Tu cosa? Su dimmi, cosa ti inventi per portarmi a risparmiarti.

Mi guarda e la vedo la paura nei suoi occhi.

- Caroline lasciala.

Klaus e alle mie spalle che cerca di farmi mollare la presa. Non capisco perché lo faccia. Ha quasi fatto uccidere nostro figlio eppure ancora la difende.

- Lasciarla andare? Che fine ha fatto il Klaus che era pronto ad uccidere chi metteva in pericolo la sua famiglia?

Lascio Camille senza delicatezza portandola a cadere sul pavimento come un sacco di patate. Guardo solo Klaus ma ho gli altri sensi in allerta per tenere sotto controllo Camille per non farla scappare.

- Ci sarà un motivo per cui ha fatto quello che ha fato.

- Si. Ed è uccidere nostro figlio perché lo ritiene una minaccia.

Più lo guardo più mi sembra di non riconoscerlo.

Lui si avvicina a Camille, la prende saldamente per un polso e la trascina fuori dalla stanza. La porta in un'altra stanza in cui prende una bacinella e gli taglia le vene.

- Depurerò il suo sangue dalla verbena in questo modo posso soggiogarla e capire perché ha fatto quello che ha fatto.

Non dico nulla. Lui sa cosa fare, è la sua ragazza ma non capisco il suo comportamento. Perché si comporta così. Perché è così clemente con lei da lasciargliela passare franca.

Dopo avergli tagliato le vene circa dieci volte la soggioca e gli chiede il perché del suo strano comportamento. La sua risposta.

- Sono stata manipolata dalle streghe vogliono il bambino morto, e anche la madre.

Klaus mi guarda, ma io continuo a guardare Camille che sviene tra le braccia di Klaus, patetica. Esco dalla stanza velocemente senza fermarmi neanche quando Klaus mi chiama. Vogliono morta me è il mio bambino. Ma perché, in questi anni non ha fatto del male a nessuno. Perché la maledizione di Valerie doveva durare fino ad oggi. Perché.

Entro in camera mia è chiudo la porta. Non posso restare qui. È stato un errore tornare. Ho sbagliato a credere che con la morte di Valerie tutto un po' alla volta. si sarebbe potuto risolvere. Mi sbagliavo veramente tanto.

Prendo la valigia che ho messo sotto il letto e la metto sulla sedia poi inizio a riempirla di tutti i miei vestiti. Devo andare via da qui.

- Dove pensi di andare.

Klaus è entrato nella stanza senza fare il minimo rumore.

- Devo andare via. Ho sbagliato a tornare qui con il bambino. Non e ancora il momento giusto.

Continua ad accavallare i mie vestiti l'uno sopra l'altro prima di essere costretta da lui a fermarmi.

- Tu non andrai via. E se lo fai, lascerai il bambino qui.

Come può chiedermi di lasciare mio figli qui. Con quale coraggio.

- Stai scherzando! Non lascio Nick qui. E pericoloso.

La sua mano e fissa sulla mia schiena come se solo questo gesto lo faccia sentire bene con se stesso.

- Resta qui Caroline. Resta qui con noi. Non portarmelo di nuovo via. Ho già perso troppo tempo.

KLAUS

Più la guardo più la vedo bella. Più ammiro i suoi occhi e le sue labbra, più vorrei baciarla. Cerco di convincere me stesso che la voglio qui solo perché è la madre di Nick. Cerco di convincermi che la voglio qui, perché so che nostro figlio senza di lei non resterebbe. Cerco di convincermi che la voglio qui solo per nostro figlio. Ma non è così. La voglio qui, per me. Perché solo ora che si trova davanti a me, mi rendo conto di quanto mi sia mancata, solo ora mi rendo conto che lei fa ancora parte della mia vita e che non andrà mai via.

Non tolgo la mia mano dalla sua spalla. Ho bisogno di questo piccolo contatto, ho bisogno di stare in contatto con la sua pelle. Ho bisogno di lei. Avrò sempre bisogno di lei. Non dovrebbe essere così però. Io sto con Camille. Lo trasformata perché ero certo di voler passare la mia vita con lei. Ora invece. Non so cosa voglio. Probabilmente non dovrei essere cosi bugiardo con me stesso. So cosa voglio il problema è che non posso averlo.

Ci troviamo ancora immobili l'uno difronte l'altra. Vedere quella valigia aperta e piena dei suoi vestiti mi procura un dolore atroce. Un dolore più forte di qualsiasi altro. Fa più male di una coltellata, brucia molto di più della stessa verbena.

- Non andremo via. Ma devi aiutarmi a proteggere nostro figlio. So che non mi sono comportata bene con te. Ma devi pensare a lui.

Lo sento, lo vedo, lo percepisco il dolore nella sua voce. La conosco bene. Come lei conosce me. Nostro figlio. Ho un figlio con la donna che mi ha spezzato il cuore, con la donna che è scappata con quel bambino che ora si trova nella stanza acanto a giocare con sua sorella. Ho un figlio con l'unica donna che potranno anche passare mille anni che non la vedo, ma che riconoscerò sempre. Ho un figlio con l'unica donna che abbia mai amato. Ho un figlio con la regina di New Orleans.

SI. È così. Caroline è la regina di questa città. Non Camille. Caroline è la padrona di questa casa. Non Camille. Caroline è la madre di Nick. Non Camille. E Caroline la donna che vorrei avere al mio fianco quando al mattino mi sveglio. Non Camille. Solo una e la padrona del mio cuore, e per quanto mi possa dispiacere non è Camille.

- Ci occuperemo di lui. Siamo una famiglia.

Mi avvicino e labbraccio. Mi basta solo questo tocco per sentirmi in pace con i miei demoni. Lei e la mia luce.

- Dobbiamo organizzare un compleanno per domani sera. Dobbiamo metterci all'opera.

Mi allontano anche se non vorrei. Non posso stargli accanto, la bacerei e poi la farei mia su questo letto. Perché la desidero. Perché può anche avermi ferito ma farei di tutto per lei.

- Chiederò una mano a Rebekah per i preparativi.

Mi risponde. È così bella. Riesco a pensare solo a questo quando la guardo.

Mi dà le spalle per uscire dalla stanza e andare alla ricerca di mia sorella.

- Caroline.

La chiamo e lei si volta.

- Sono felice che tu sia rimasta.

Mi sorride e io mi sento bene, guardando il suo sorriso raggiante.

Mentre si volta riesco solo a pensare che, sono felice che non sia andata via. Solo il pensiero che se ne vada di nuovo mi fa sentire perso. Non dovrei pensare tutto questo, c'è Camille nella mai vita, ma lei non è una regina. Lei non ha abbastanza luce per illuminare la mia oscurità. Caroline è la mia luce.

Lo è stata dal primo giorno in cui ho posato i miei occhi su di lei. L'unica cosa che ora devo fare è liberarmi di Camille, non posso perdonarla per aver messo in pericolo mio figlio.

ANGOLO AUTRICE
Spero che il capitolo vi sia piaciuto mi chiedevo se siete già passati a leggere la mia storia Ricomincio da qui.
Avete qualche consiglio da darmi per farla conoscere?

L'oscurità' cercherà sempre la luce ||CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora