Eccolo lì.
"Michele!"-urlò Luca non notando la sua voce tagliente.. o fece davvero finta. Michele sorrise lievemente e lo abbracciò.
"Quando sei arrivato?"-chiese Michele non degnandomi di uno sguardo,imbarazzata dalla situazione decisi di andare a sistemare le cose per la lezione. Luca e Michele continuarono a parlare tra loro mentre tutti i ragazzi entrarono.
"Ginny! Loro sono Franz e Eleonora, in arte Eeris"-Lea mi presentò i due ragazzi, Eeris dagli occhi grandi da cerbiatto e Franz barbuto e sorridente.
"Ciao!"-salutarono loro in coro, sorrisi.
"Di solito non siamo così sdolcinati"-disse Franz allontanando la ragazza che mise su il broncio.
"Io sono Ginny, tutti al centro.. voglio vedere se ricordate il riscaldamento da soli"- i ragazzi si guardarono sconvolti.
"Ma...tu sarai davanti con noi?"-chiese Alice, scossi la testa.
"Solo i nuovi arrivati sono scusati, ovvero Eeris, Franz e Chiko"-che sorrisero e vennero vicino a me. La classe iniziò a parlottare chiassosamente, nessuno voleva stare in prima fila. Richiamai l'attenzione battendo le mani.
"Ragazzi, dovete prendere sul serio questa cosa.. so che non dovete diventare ballerini, ma sapervi muovere sul palco è fondamentale per diventare attori, cabarettisti, cantanti"-dissi io gesticolando, i ragazzi annuirono -"Va bene, oggi facciamo una cosa diversa.. sedetevi in cerchio"-tutti si sedettero attorno a me un po' curiosi e un po' spaesati.
"Che cosa pensate sia il teatro?"-chiesi io. Alice inclinò la testa e alzò la mano.
"E' espressione di noi stessi"-disse lei, annui. Eeris alzò la mano.
"E' non avere paura di essere qualunque cosa si voglia essere"-sorrisi e annui ancora.
"Sul palco sono me stesso"-la voce di Michele mi arrivò dritta al cuore, aveva la testa china e si torturava le mani. Mi morsi le labbra e annuì.
"Sono felice li sopra"-disse Lea -"cantare libera tutte le mie emozioni più nascoste"-sorrise poi.
"Non importa se tu sei donna, uomo, etero, gay, insicuro o sfacciato.. li sopra siamo tutti uguali nelle nostre diversità"-disse Muriel. Tutti dissero la loro, tutti dissero le cose giuste.
"Tutto quello che avete detto rappresenta voi stessi e rappresenta tutti in questa stanza, per me stare su un palco rappresenta la mia vita"-dissi io, mi sedetti al centro e iniziai a parlare sotto gli occhi di tutti -"non sono mai stata perfetta per la danza,ma la caratteristica che mi ha sempre distinto dalle mie compagne era la mia creatività.. nessuno riusciva a creare coreografie dal nulla,invece io ci riuscivo ed ero anche abbastanza brava"-risi coinvolgendo gli altri.
"Perché hai scelto questa branca sapendo la sua difficoltà nel trovare lavoro nel teatro, potevi fare qualcosa di più semplice"-Franz prese la parola, annui.
"Bella domanda!"-tutti iniziammo a ridere - "Nel rappresentare le espressioni, gli stati d'animo e i personaggi sono sempre stata brava.. mi è sempre piaciuto fingere di essere qualcun altro, è molto facile fingere un personaggio.."-abbassai la testa.
"Perché?"-la domanda tagliente era sempre da parte sua.
"Cosa perché Michele?"-chiesi io.
"Perché volevi essere qualcun altro?"-disse lui, l'aula piombò nel silenzio. Perché volevo essere diversa.. sorrisi amaramente.
"Perché non mi piacevo Michele"-tutti mi guardarono fissi -"Non mi piaceva il mio corpo, non mi piaceva il mio viso, non mi piaceva il mio carattere.. non mi piaceva nulla di me.. per molti anni quella sala così piccola nella mia scuola di danza fu il mio rifugio sicuro, era la mia ancora di salvezza e la danza lo è ancora oggi"-dissi tutto d'un fiato, Sofia prese la mia mano e la strinse. Una lacrima sfuggì al mio controllo ma prontamente lei l'asciugò, sorrisi. Michele stava con la testa china, aveva colpito dritto nel segno più dolorosamente possibile e lo aveva capito.
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she's my thunderstorm -michele
Teen FictionUna ragazza di vent'anni riceve una proposta per il lavoro dei suoi sogni, va a MIlano ed incontra un ragazzo dolce e attorniato da persone meravigliose. Un ragazzo di ventun'anni pieno di dubbi e di confusioni sul futuro incontra un concentrato...