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"Michele dammi le chiavi"-gli dissi sottovoce appena arrivammo davanti la porta, lui scosse la testa e rise. E' peggio di un bambino, pensai.
"Cercale come prima, mi è piaciuto"-disse lui poggiando la testa alla porta. Dall'altra porta sentii un susseguirsi di colpetti alla porta -"Deve essere il mio cane"-mormorò lui.

"Okay signor Bravi"-dissi io cercando ancora le sue chiavi nelle tasche, finalmente le trovai e aprì quella dannata porta. Un piccolo cagnolino nero iniziò a girarci intorno allegramente. Michele si abbassò per prenderlo ma cadde rovinosamente a terra, iniziò a ridere mentre il suo cane gli leccava la faccia. Era una scena tenera, era così dolce mentre rideva. Mi abbassai e sollevai Michele da terra, lo portai in camera da letto e lo feci stendere.

"Ginny sei davvero bellissima"-disse lui, mi guardai allo specchio. I capelli erano diventati un ammasso informe rosso, il trucco iniziava a sbavarsi e il vestito era macchiato da schizzi di vomito.

"Forse ad inizio serata lo ero"-sghignazzai io mentre gli toglievo le scarpe.
"Tu sei sempre bellissima"-disse lui serio, arrossì e cercai di toglierli la camicia.

"Come dici tu signor Bravi"-gli tolsi la camicia mostrando il suo bellissimo corpo, la sua pelle era molto chiara. Quanto avrei voluto baciare ogni singolo lembo di quella pelle così chiara.. scossi la testa a quel pensiero e cercai una maglietta da mettergli.

"Sono nel primo cassetto a sinistra"-sospirò lui -"perché faccio sempre cazzate quando mi interessa qualcuno"-mormorò lui, spalancai gli occhi mentre cercavo ancora la maglietta -"perché non riesco a fare il ragazzo normale"-parlava di chi? Non capi nulla di quello che mormorò dopo, quando mi avvicinai a lui era già crollato. Gli infilai la maglietta, spensi la luce e mi misi accanto a lui. La luce del lampione entrava dalla finestra, gli illuminava solo una parte del volto lasciando nell'oscurità l'altra parte. Poggiai la testa sulla mano fissandolo, mi accorsi di alcuni suoi piccoli particolari.Delle sue occhiaie, le sue fossette, le sopracciglia scomposte e le ciglia lunghe. Come secondo giorno a Milano non c'era male. Due ubriacature in due giorni. Facciamo grandi progressi Ginny. Poi caddi anche io addormentata. La mattina dopo mi sveglia intorpidita,trovai Michele accanto a me. Mi stava fissando, appena vide i miei movimenti mi sorrise illuminando già la mia mente

"Adesso siamo pari"-disse lui avvicinandosi, sorrisi. Quell'atmosfera con una debole luce che entrava dalla finestra rese quel sorriso ancora più bello.

"Come ti senti?"-gli dissi mentre mi alzavo mettendomi a sedere, lui chiuse forte gli occhi -"ti ci vuole un bel bicchiere d'acqua"-mi alzai girando per casa,non era molto grande e trovai subito la cucina. Appena entrai cacciai un urlo quando vidi un ragazzo con i boxer che accarezzava il cane.

"Oddio!"-esclamai io. Lui mi fissò da capo a piedi e inclinò la testa.

"Il mio coinquilino ha fatto festa allora"-rise lui, poggiò il cane a terra e si avvicinò porgendomi la mano - "Sono Giulio piacere, coinquilino di Michele"-strinsi la sua mano imbarazzata, insomma io avevo un vestito striminzito macchiato di vomito e lui era in mutande. La situazione era imbarazzante abbastanza, il cane di Michele mi annusò i piedi ed io mi abbassai per accarezzarlo.

"Il tuo padrone è uno sciocco sai?"-mormorai al cane che uscì la lingua beandosi delle mie carezze. Mi rialzai e cercai un bicchiere, ma trovai solo tazze così ne riempì una d'acqua e la portai a Michele. Era steso ancora nel letto con un braccio appoggiato alla testa. Il cane saltò sul letto e iniziò a leccargli la faccia.

"Signora.."-si lamentò lui.

"Signora?"-chiesi io.

"Si lei è la Signora Longari"-alzai le sopracciglia sconvolta -"lo so, ma sono sempre stato particolare con i nomi"- rise lui.

she's my thunderstorm -micheleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora