Leopard

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"Risolverò tutto come piace fare a me, con una fiaba forse una

storia o un racconto, per dare alla fantasia il grave incarico di decodificare il

pensiero facendo della metafora l'isolante dell'imperfezione della parola".

Il capitano guardava l'isola da lontano. 

La sua pelle bianca rifletteva la luna e i lineamenti del suo volto scolpiti dal tempo erano sagomati dal gioco di luci e ombre che la notte gli stava regalando. 

Guardava l'isola dalla sua nave cercando la zona più adatta per attraccare, quella che gli avrebbe dato vantaggio. 

Gli uomini sottocoperta stavano riposando.

-Hey Graber te la dormi? Guarda il capitano!

-Oscar è tardi fanculo alle tue solite pugnette!

-Hey no davvero aspetta, ti ricordi il giorno che il capitano ci ha scelto?

-Sì mi ricordo...

-Non stava a posto vero? Era ridotto male!

-Eh dai lo sai che non mi piace quando lo ricordi...

-Sì lo so, ma tu conosci la sua storia? Prima di partire ho chiesto in giro 

sul suo conto, sai quelle storie lontane che puzzano più di vino e taverna 

che di realtà, ma che quando le raccontano non vuoi perderti nemmeno una parola?

-Eh ok, taglia corto Oscar!

-Mi dissero che visse su quell'isola e poi fece due anni per  

mare da solo cercando qualcosa.

Voleva prevalere sul mare, sulle onde, sputava contro la pioggia,  

bestemmiava Dio, urlava contro il vento per placarlo, guardava contro  

il sole per spegnerlo. 

Ed ora non ti sembra strano che dopo tanto navigare siamo davanti a  

quell'isola fermi da un giorno?

-Oscar, quel che importa ora è sbarcare sull'isola e far  

bottino di tutto ciò che di prezioso troviamo.

-Ma non capisci Graber? Per lui quell'isola è qualcosa d'importante,  

di ambizioso, guarda come la fissa, come la studia...

-Buona notte Oscar.

-pffff… buona notte Graber!

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