La fuga

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Una mattina il Leopard si alza all'improvviso. 

Qualcosa dentro di lui era cambiato radicalmente, era ora di andare via, lasciare l'isola e i suoi mostri, e conoscere la terra ferma. 

-Via. Via. Via.- 

Prese a correre all'impazzata. 

Nell'acqua come un pesce, per terra come un leopardo, in aria come un falco.

-E via cristo, aiutami tu Dio me ne vado da qui scappo, isola addio!-

Via da tutto, via dalle bestie, via dal mare.

Vuole la vita, la società, il brulicare della gente ogni mattina per strada, basta esilio, basta isola, basta. 

-Me ne vado, stop-.

Risale il fiume di corsa tutto d'un fiato balzando da un sasso all'altro, come fosse un vero leopardo. 

-E via via via!- 

Grida all'impazzata convinto più che mai che quelli sarebbero stati gli ultimi secondi che avrebbe respirato l'aria di quell'isola.

Arriva alla foce. La barca era lì da 3 anni. Scappa. Fugge. Va sulla terra ferma, vuole ricominciare a vivere. 

Tornare a respirare e sentire l'odore della libertà, l'isola gli ha dato tanto ma non può più fare niente per lui. 

Corre il Leopard, frustando l'aria con le gambe.

Sale sulla barca, riguarda l'isola per l'ultima volta. 

Tira su l'ancora, sale sull'albero della nave, spiega le vele, scende e si mette al timone. 

È partito.

La nave lascia l'isola nel passato, mentre il leopard osserva lil futuro.

Poi il suo grido: -addio!-.

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