Leopard

Cocco sodio-clorato

Sulla spiaggia. Freddo. C'è un silenzio primitivo. Le prime luci dell'alba.

Su di una palma spiovente sul mare c'è una noce di cocco. 

È aperta, rotta. Una goccia di latte si sta per staccare. 

Il liquido bianco precipita verso il mare governato dalle leggi fisiche che dolcemente conserva. È carico di dolcezza ma chi lo attende è così spietato per quanto salato.

Le onde dell'impatto. Il nettare viene affogato dalle molecole sodio-clorate e di quel bianco si perde traccia.

Il sole stava nascendo ed il Leopard attende l'alba con uno strano sguardo: esperto, temprato, quasi felice.

Ha i piedi totalmente immersi nella sabbia, ed il suo respiro è costante e deciso.

Si alza, comincia a correre nella foresta che ormai conosce bene, evita ancora le zone più scure e il laghetto, ma corre sicuro nel verde.

Raggiunge il la cima del monte di tufo percorrendo un sentiero che conosceva. È ancora in tempo per vedere i primi raggi del sole.

Lo aspetta in piedi. I mesi di esplorazione sull'isola avevano fatto crescere una barbetta bionda con ciuffi rossastri che sporcavano il suo volto non più limpido e bianco. Non é più il Leopard di una volta.  

Qualcosa di nuovo è nato in lui. Si sente libero, libero come mai.

A destra vede una palma. Ci si arrampica e raccoglie una noce di cocco. La apre e la posa ai suoi piedi. 

Il cielo è di un giallo infiammato, vigorose sono le fiamme di un nuovo giorno.

Con questa sensazione di libertà, novità, disorientamento, paura, eccitazione, i suoi occhi regalano una lacrima che si stacca dal suo volto per poi precipitare verso terra comandata dalle leggi fisiche che "salamente" conserva.

Ai suoi piedi la noce di cocco, aperta e piena di latte. 

Lei carica di sale. Il suo pozzo bianco la stava aspettando. 

Ecco l'impatto e in poco tempo di lei non c'era più traccia, bonificata dal dolce bianco di cocco. 

Leopard raccoglie il contenitore ai suoi piedi, beve tutto il contenuto poi ritorna nel verde.