Capitolo4: Calliope

50 17 0
                                    

Il corpo di Chandra, poggiato sulle mia gambe, inizia a tremare e irrigidirsi, mentre una delle mani cerca la mia, stringendola forte.
«Ehi, sono qua Chandra, va tutto bene»
Si alza di scatto, guardandomi dritta negli occhi, cercando le parole giuste per estraniare le sue emozioni.
«Quando ero padrona della mia vita, cioè prima di finire in questo gioco, ascoltavo sempre una cantante, giorno e notte. La mia canzone preferita si intitola "Till happens to you" e dice che finchè non succede a te, non sai cosa si prova. Non dire che va tutto bene Calliope quando non sai cosa si prova. La mia vita è tutto un casino!»si blocca a causa dei singhiozzi e riprende a parlare a tratti «Spe-spesso mi so-soffermo e mi chiedo cosa to facendo, perché lo sto fa-facendo. Mi chiedo della mia esistenza, mi devo ripetere più volte il mio nome nella mia mente, solo per ricordarmi che è tutto reale. Sembrerà una cosa pazza. Io lo so-sono. Sono un pazza e non capisco come tu possa starmi vicina.»

Rimango basita nel sentire le sue parole.
Butto un sospiro e mi passo una mano tra i capelli per acquisire un po' di sicurezza e non lasciarmi andare emotivamente.
«Pensi che la mia vita sia tutte rose e fiori? Allora? Pensi che io non abbia i miei problemi? Pensi che solo la tua vita sia un casino?»
Alza le spalle e abbassa il volto amareggiata.
«Prima che io venissi qua, pochi giorni prima, mio padre era moribondo su un letto d'ospedale. Non sono se sia ancora vivo e non so se potrò mai più rivederlo. Tra cinque potrei anche morire per quel che so e non tornare più dalla mia famiglia, dalla mia sorellina adorata.
Non so tu, mai io prima andavo al liceo, ero la prima della classe, l'orgoglio di tutta la scuola e sai? Ero a tanto così per vincere un'altra borsa di studio, ma probabilmente non l'avrò mai e sicuramente non avrò un diploma, questo era il mio ultimo anno di liceo, ma so già che morirò prima del tempo. Non diverrò mai una famosa scrittrice. Non potrò mai sposare la donna della quale mi sono innamorata dalla prima volta che ho posato gli occhi su di lei.
Sembrerà nulla per te, dopo tutto quello che hai passato, ma non ho raccontato il resto e sinceramente non ho la forza di farlo, fa male. Non voglio riaprire cicatrici chiuse da poco.»

Il suo respiro si fa pesante, chiude gli occhi per poi mostrarmi due pupille dilatate.
«Non ho la minima idea di chi possa essere il verme che ha iniziato questo gioco, ma sono profondamente disgustata e mi chiedo se la gente prima di decidere e dire qualcosa prova a mettersi nei panni degli altri.
Cosa pensano? Loro posso stare tranquilli e comodi nel loro letto mentre noi siamo qua al freddo e al gelo a combattere per il bene più prezioso mai donato. Sembrerò anche una incoerente, essendo un'assassina senza scrupoli ma se lo faccio è perché sono costretta e non rinuncerei mai alla vita, nonostante le grandi delusioni e le orribili azioni, solo per amore sarei disposta a sacrificarmi, ma non metto in gioco la mia vita solo perché al capo del governo vi è uno stupido, codardo, omofobo, xenofobo, razzista e chi più né ha più né metta. Vorrei soltanto che, per un minuto, tutti coloro,che sono d'accordo con questo sistema schifoso, venissero qua a guardare gli orrori. Vorrei venissero qua e solo per ammazzarli con le mie mani nude. Strangolarli. Sputargli in faccia nel vero senso della parola e farli sentire come loro ci trattano, come vera e propria spazzatura.
Vorrei che un giorno loro rimanessero senza una casa e venissero da noi a supplicarci di dargli un posto ma io, in quel momento, li guarderò dall'alto in basso e farò sentire la loro grandezza e quanto mi importa. Occhio per occhio, dente per dente.
Puoi starne certa Calliope, io e te vinceremo a tutti i costi e una volta tornate a casa, insieme rivoluzioneremo questo sistema, costi quel che costi!»

I pugni sono ancora serrati, il respiro sempre più pensate, la rabbia sempre più spaventosa.
Sì, l'ammetto, certe volte ho molta paura di lei.
«Calliope, vado a caccia, vieni con me?»
Prende coltelli, arco, frecce, si lega i capelli ricci in uno chignon disordinato e con aria di chi è molto sicuro di sé, esce dal rifugio.
«Ti raccomando Callie, stai qua. Dovrei tornare entro un' ora, giusto il tempo di uccidere due o tre persone e arrivare sempre di più verso la fine»
«NO» urlo secca
Mi guarda perplessa e io scuoto la testa essendo più confusa di lei per la mia reazione.
«Non andare, non voglio rimanere sola, per favore, stai con me Chandra»
Torna indietro, mi accarezza delicatamente il volto, regalandomi un bellissimo sorriso.
«Come posso dire di no a questo bel faccino?» domanda sospirando
Si toglie le armi da dosso, prende una coperta, mi avvolge tra le sue braccia e cado in un sono profondo.

Al mio risveglio lei non c'è.
Provo a chiamarla e mi rendo conta che mi ha lasciata sola, nonostante abbia insistito.
«Mi hai chiamata?» la rossa entra nel rifugio e sorrido nel vederla con me «Non sono andata via, sono sempre rimasta qua»
«Ho avuto paura per un istante. So che sei forte, ma ho paura di perderti, rimanere sola ed essere una preda facile da catturare, mi conosci, sai come sono.»
«Si, si lo so. Per questo voglio che tu venga con me, voglio che cambiare posto, stare più al sicuro. Nessuno ti farà del male, promesso»
La sua voce non è dolce come quella di sempre e le sue fossette, che si formano sulle guance quando parla, sembrano sparite o forse me le sono sognate io.
«Dai vieni Calliope»
Mi porge la mano e senza esitare la stringo e con il suo aiuto esco dalla caverna, notando il tramonto stupendo, una palla di fuoco in mezzo agli alberi che saluta il giorno e da inizio alla sera.
«Dov'è che andiamo? Hai già un'idea?» domando curiosa.
«Forse, ma tu non fare domande sarà una sorpresa. Ti piacerà» sussurra in fine al mio orecchio.
Non posso far almeno di sorridere e dare la meglio ai sentimenti che provo per lei.
Ormai sono evidenti.. mi domando se lei si sia accorta di ciò.

La nostra camminata è durata un bel po', facendomi contare più di duemila passi, su per giù un kilometro.
Per tutto il tragitto, silenzioso, Chandra mi è sembrata davvero strana, quasi quasi sembrava un'altra persona.
Il suo modo di camminare, non più da maschiaccio ma più femminile, la sua voce dura e non dolce, la sua gelida mano e non più calda come qualche ora prima.
Tante cose differenti o forse la mia immaginazione gioca a farmi brutti scherzi, come sempre.

«Siamo arrivate»
Non capisco, ci sono soltanto alberi e altra vegetazione.
«Abbiamo fatto un kilometro per cosa?»
«Guarda meglio, vieni»
Andiamo un po' più infondo e confusa continuo a non capire, finchè non mi mostra una ragazza con il volto coperto legata ad un albero mentre altri due ragazzo la torturano.
«Chandra che..»
Uno di loro si volta e riconosco Joseph, il ragazzo che era con l'ex capo branco, ormai morto.
«Callie» sento dire con voce soffocata
«Ti avevo detto di farla stare zitta» ringhia a denti stretti la rossa.
Joseph tira un pugno alla ragazza mascherata.
«Calliope non ti fidare, io sono Chandra» la ragazza torturata continua a parlare e di conseguenza picchiata.
«Sono io. Secondo te la vera Chandra sarebbe così stupida da farsi catturare? Lo sai come sono forte. Fidati»
«Lei è la mia gemel..» un pugno allo stomaco le blocca il respiro e inizia a tossire.
«J1 finiscila!»
Il moro è pronto a uccidere la ragazza legata all'albero e presa dall'ira mi butto su di lui, riempiendolo di pugni.
«Nessuno tocca Chandra!» urlo a pieni polmoni
Il ragazzo ribalta la situazione e mi butta a terra, dandomene di santa ragione.
Nel mentre ricevo colpi il pieno viso, estraggo, per la prima volta, il coltello dai miei anfibi e lo punto sul suo collo, mettendomi a cavalcioni su di lui.
«Ti conviene non scherzare quando si tratta di lei. Ho un coltello in mano e non ho paura di usarlo quando si tratta di salvare l'unica persona che amo!»
«Non avresti mai il coraggio» sussurra divertita la finta Chandra.
Non ci penso due volte ad infilzare il coltello nella sua trachea, bloccandogli il respiro.
Mi alzo di scatto girandomi verso l'altra ragazza, mentre uno se l'è data a gambe.
«llora? Ti uccido ora o te ne vai come il tuo amico? Che vuoi fare?» domando in modo audace.
«Me la pagherai C7!»
Spaventata corre via e orgogliosa di me vado a slegare la vera C8.
«Callie» sussurra con un filo di voce.
Mi stringe forte a sé e mi guarda con gli occhi pieni di lacrime.
Porta una mano sulla mia guancia, accarezzandola più volte, per poi andare verso il mento, sollevarlo con due dita e soffiare un grazie sulle mie labbra.
Speravo in un bacio ma invece mi sono semplicemente illusa.
Come può una come lei provare qualcosa per una come me?
«Chandra..»
Alza un sopracciglio e io come una codarda scuoto la testa e non continuo la frase.
«Mi dispiace per il comportamento di Amelia. Scusa»
«Sono stata io la stupida che non ti ha riconosciuta» ammetto desolata.
«Non importa, mi hai salvata. Sono felice che ti sia fidata, sarei morta senza di te. Grazie Calliope»
Il mio primo omicidio.. probabilmente uno di tanti altri.

BloodfireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora