Capitolo9: AMELIA

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Ridicoli.

Assolutamente ridicoli.
Sono qui, chiusa da non so quanto tempo, per gente stupida, che a quanto pare si diverte a sterminarci tutti.
Non trovo il senso di questa pagliacciata e sinceramente ormai non mi interessa più sapere il vero motivo per questo grande odio e definirci "eretici".

Non mi interessa più perché ho ormai ho perso le forze e la speranza. Ho perso ogni cosa. Ho perso me stessa!
Questo posto è un incubo, dal quale non mi risveglierò più e sono pronta a morire.
Morirò con il ricordo di questa "foresta" o come la si vuol chiamare.
Morirò con il ricordo di una umanità morta, bruciata. Un'umanità che ha perso i valori per essere chiamata tale.
No. Non ci sono umani qui. Ho visto il mondo, ma non l'uomo.
Una volta il mondo era nella mani di colore che avevano il coraggio di rischiare, vivendo al meglio poiché sapevano che non avrebbero avuto una seconda chance.
Ora guardiamoci. Cosa vediamo?
Tu cosa vedi? E tu?
Io vedo solo sangue e persone morte.
Dall'altra parte del mondo, ora, qualcuno sta uccidendo un altro essere vivente, per il gusto di farlo, senza pensare alla conseguenze. Qualcun altro sta spendendo l'ira di Dio, per essere al "top", mentre, non molto più lontano da loro, persone muoiono, bambini, neonati. Ancora no molto più lontano di loro, ci siamo noi.
Già noi.. Quelle cinque o sei persone che siamo rimaste o anche di meno, dalle 100 persone deportate.

Vorrei urlare a pieni polmoni "Siete tutti falsi!", ma chi lo sentirebbe?
Vorrei urlare che l'amore nasce tra persone e non tra sessi.
E ancora, vorrei urlare che ogni vita ha uno scopo e non possono costringerci a buttarla così. Non possono violentarci psicologicamente e non darci altre alternative.
Perché nessuno capisce che non è importante ciò che si è alla nascita, ma ciò che si diventa?
Perché le mentalità sono così chiuse, Cristo!
Nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro consenso!

Ho lottato fin'ora ed ero la persona che diceva sempre "Non temo neanche la morte. Sarò il tuo incubo", ma arrivi ad un certo punto in cui capisci che devi mettere un fermo.
Quando ti strappano via la ragione per cui ancora vivevi, la tua anima, il tuo ossigeno, capisci che per te è finita e la dai vinta a loro, nonostante hai sempre pensato che hai diritto alla tua vita e non ti lascerai manipolare dagli altri e continuerai ad essere come sei sempre stato, senza dare conto a nessuno.

Sono sempre stata del parere che tutto accade per un motivo: io non credo nelle coincidenze e penso che le cose vadano come devono andare e anche se hai dato tutta te stessa e non hai vinto, mostra le tue ferite e fai vedere che hai saputo ruggire e rispondere a chi ti ha fatto del torto.
Io ho ruggito, ma ora depongo le mie armi e guardo solo le mie ferite, con occhi bassi e capo chino.
Non dovrei vergognarmi, no? Sono ferite di guerra e sono tra le ferite più belle, poiché mostrano la forza tirata fuori per combattere, eppure mi fanno schifo.
Mi vergogno perché l'uomo è arteficie di tutto ciò o meglio qualcuno che sembra uomo, in realtà non so neanche io cosa sia.

Quando vivevo una vita normale, amavo sentire musica, cantare, suonare ed il mio autore preferito è Lennon, davvero un grande esempio per tutti.
Ricordo con grande piacere una sua frase, ovvero "Se qualcuno pensa che pace e amore siano solo un clichè da lasciarsi alle spalle insieme agli anni Sessana, è un problema suo. La pace e l'amore sono eterni"

Beh, caro Lennon, per una volta voglio dirti che hai torto!
Al giorno d'oggi "pace e amore" non stanno né in cielo né in terra!
Oggigiorno contano le cose materiali, contano i soldi, conta l'opinione comune e nient'altro.

Credo di non dover più dire nulla, ora partirò,fuggirò da questa gabbia infernale e metterò un fine alla mia profondasofferenza che mi logora l'anima, divorandola senza pietà!

<<Dove vai Amelia?>> domanda mia sorella scioccata.
Per giorni sono rimasta seduta a fissare il vuoto, senza parlare e ora sto correndo contro vento, verso il primo dirupo.

<<Amelia! Ferma!>> urla da lontano Chandra.
NO.
NON MI FERMO.
<<Per favore Amelia. Certe volte ho pensato tu fossi pensate e non ti volevo con me. Ho capito che sei davvero importante. Ho ritrovato mia sorella e non credevo che ci saremmo ritrovate in questa situazione. Non farlo, per favore.
Sei la mia sorellina. Sei colei che mi conosce meglio di tutte e per andare avanti tu sei essenziale. Per favore!>> la sua voce si spezza a causa dei singhiozzi e i suoi occhi verdi si riempiono di lacrime.
Posso leggerle dentro la sincerità delle parole, la tristezza e la delusione che sta provando ma io non posso stare qua. Voglio stare con Demetra.

<<Lennon diceva che l'amore è la risposta. L'amore è un fiore e bisogna farlo crescere. Io amo Demetra e me l'hanno strappata via. Io devo raggiungerla.>> la mia voce è impassibile, come se non mi importasse nulla.

<<Ma ti rendi conto di cosa stai per fare? E non ci pensi a tua sorella? Non pensi a me? Alle persone che ti amano al di fuori di qui che aspettano un nostro ritorno? Non darla vinta a loro Amelia. COMBATTI!>>

<<Ho perso le forze e la speranza. Hanno vinto loro. Sono spazzatura e qui non servo a nulla>> la mia voce si fa più dura ma allo stesso tempo qualcosa la rende debole e insicura. Un vuoto nello stomaco mi fa gemere leggermente.
<<Amelia..>>
<<Addio Chacha!>> sussurro
Faccio un respiro profondo e mi butto sotto.
<<AMELIA. NO!>>
Sento un peso sul mio corpo, apro con fatica gli occhi, ancora non sono arrivata a terra.
Chandra è aggrappata alla mia schiena.
Chiudo gli occhi e mi godo l'ultimo contatto fisico con mia sorella.    

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2017 ⏰

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