Capitolo6: Calliope

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*Ciao gente!
Rubo questo piccolo spazio del capitolo perché vorrei chiedervi cosa ne pensate della storia, vorrei sapere se vi piace o meno, se ci sono parti che secondo voi devono essere migliorate. Per favore fatemi sapere sotto nei commenti*

Amelia è nel nostro rifugio da giorni a scroccare cibo e fare la finta malata che non può camminare.
Sua sorella sembra non capire che è tutta una farsa.. Ahh, potrà ingannare lei, ma io non mi faccio abbindolare da queste idiozie.
«Perchè mi guardi in cagnesco» domanda retorica l'animale di fronte a me.
«Davvero credi io mi beva la tua recita? Potrai fregare lei, ma io ti terrò d'occhio giorno e notte Amelia, puoi starne certa»
«Fa come ti pare, tanto vedrai che sto dicendo la verità e sto davvero male..»
«Che succede qui? È possibile che ogni volta che esco, voi due dobbiate litigare?» interviene Chandra seccata «Calliope, lasciala stare, è innocua»
Nel sentire quelle parole, scuoto la testa in segno di disapprovazione e dalla mia bocca esce una leggera risata isterica.
«Sai che ti dico Chandra? Va a quel paese! Ho le scatole piene, si, sono proprio piena di assistere a questa sceneggiata mal riuscita. Tu stai qua a badare a lei, stai attenta perché sarà capace di accoltellarti nel cuore della notte e magari, essendo un animale, mangerà parti del tuo corpo, ma io non sarò qui perché sono arcistufa. Addio!»
Prendo quel poco di roba che potrebbe tornarmi utile e vado via, lasciando di sasso entrambe le gemelle.
«Ferma!»
Chandra inizia ad urlare e a correre verso di me.
«Calliope torna qua!»
Non torno indietro. Continuo per la mia strada.
«Calliope» le sue urla si strasformano in singhiozzi.
Faccio finta di nulla e continuo a camminare per la foresta, senza rimorsi. Io continuo, togliendomi la maschera da bambina insicura e timida, lasciando spazio al coraggio di una donna ormai adulta.

«Ehi tu!» una voce roca maschile mi fa sussultare.
Mi guardo intorno ma non trovo nessuno.
«Parlo con te»
Faccio un giro su me stessa, non c'è nessuno.
Prendo l'arco e preparo una freccia, pronta per essere scagliata per legittima difesa.
«Che stupida» sento sussurrare «Guarda su»
Alzo lo sguardo e su un ramo di uno dei tanti alberi vi trovo un ragazzo biondo.
Alzo un sopracciglio e gli domando cosa vuole.
«Dov'è Amelia? Avevamo un piano, è sparita»
«Non lo so»
«Senti, devo uccidere una certa Chandra. Dimmi dov'è Amelia!»
Il mio sangue si gela e il cuore smette di battere per un secondo.
Lì per lì penso di ucciderlo, poi ci ripenso, giocando come quella pazza di Amelia.
«Okay, te lo dirò, però devi venire con me»
«Per quale motivo?»
«La vuoi trovare o no?»
Ci pensa un po', poi si convince e scende dall'albero, rivelandosi un bel ragazzo, con un gran bel sorriso.
Peccato che presto morirà questo bel ragazzo. Mi dispiace, quanto mi dispiace!
«Spero per te che non stai mentendo»
«Perchè dovrei? Anche io sto cercando Chandra»
«Tu sai almeno com'è fatta? So che va sempre in giro con una certa Calliope e Amelia ha ordinato di uccidere anche lei»
Deglutisco rumorosamente, attirando la sua attenzione, ma faccio finta di nulla, trovando qualche scusa sul mio comportamento strano.

Il ragazzo inizia a parlare un po' di se, di ciò che gli manca e la mia mente pensa solo a bla bla. Si può essere così logorroici? Mi ha fatto venire un forte mal di testa.
«Comunque io mi chiamo Elijah»
Ah beh, per me resterà sempre il tizio che parla quanto un giudice povero.
«Io mi chiamo Cornelia» dico il primo nome che mi è venuto in mente. Non posso rischiare di farmi scoprire.
«La mia ragazza si chiamava così. È stata uccisa da quella stronza di Chandra, erano sorellastre a quanto pare, ma lei avrà la sua vendetta» ringhia a dentro stretti.

Nella mia mente, nel frattempo, inizia una fragorosa risata.
Lui, cioè, lui crede davvero di poter uccidere la rossa? Ma seriamente? Ma dove? In quale film!
«Ho sentito dire che è molto forte. Avrà ucciso almeno la metà delle persone di Bloodfire!» esclamo facendo la finta terrorizzata «Per quanto ne so, ora potrebbe essere dovunque e potrebbe anche piombarci sulle spalle, in qualunque momento, sgozzandoci»
«Tranquilla, ti proteggerò io»
La sua voce esce dolce e gentile e quasi quasi mi lascerei andare, ma con me non attacca!
«Ma senti, Amelia dov'é? Stiamo camminando da un bel po'»
Mi guarda sospettoso e io penso a qualche scusa per proseguire.
«Poco più avanti di qua, siamo quasi arrivati. Fidati di me»
Fidati di me..
Non ho mai mentito così tanto in vita mia.

«Siamo arrivati?»
«Non ancora Elijah»
«Adesso?» domanda qualche minuto dopo
«No»
«E ora?»
«Si! Siamo arrivati» rispondo acida
Prima lo uccido e meglio è!
Non posso continuare così. Non lo sopporto!
«E dov'é?»
«Di là, guarda! Sta facendo segno con la mano»
Si volta di spalle e cerca di individuarla, io nel frattempo estraggo il coltello da uno degli anfibi.
«Ma sei sicura? Dov'è?»
«È trasute 'e sicche e s'è miso 'e chiatte.»
Strano gli occhi e il mio coltello trapassa il collo.
Non ha il tempo neanche di urlare, il suo corpo è già a terra, sanguinante, privo di vita.
«Povero illuso. Peccato» sussurro gloriosa.
Estraggo il coltello, fiera di me mi complimento sola e vado via dopo aver preso le armi del biondino.

Per tutta la nottata, senza dormire, cammino per la foresta in cerca di esseri umani da uccidere, per porre fine a questo gioco.
Io devo vincere e nessuno mi fermerà.

Arrivo in un certo punto della foresta dove trovo gente che schiamazza e si da alla "bella vita". Carne fresca. Ottime prede.
Non posso farmi scappare un'occasione del genere, adesso basta fare la brava bambina.
Come Chandra mi aveva insegnato, mi arrampico su un albero, il più alto di tutti, senza fare il minimo rumore, estraggo una freccia, prendo saldamente l'arco, lo avvicino al mio viso, prendendo al meglio la mira, puntando su un ragazzo disteso a terra.
Dopo un secondo di esitazione, scaglio la freccia, prendendo a pieno il ragazzo, sul cuore.
Tutti si voltando, si guardando in giro, ma essendo notte, essendo su un albero, nessuno riesce a vedermi.
Mentre cercano, invano, di salvare il ragazzo e mentre alcuni continuano, come scimmie ammaestrate, a girarsi intorno, continuo a scagliare altre frecce, facendo una vera e propria strage.
Rimane un'ultima ragazza. Questa assaggerá il mio bellissimo coltello.

Scendo dall'albero e cammino in silenzio in mezzo al lago di sangue e alle cinque persone morte.
Mi avvicino sempre di più a lei e come un avvoltoio, prendo la preda, mettendole un mano sulla bocca, cogliendola di sorpresa.
«Ciao D6» sussurro al suo orecchio «È giunta la tua ora»
In tutti i modi lei cerca di liberarsi, tirando calci e pugni, ma io rimango immobile, ficcandole il coltello nel petto.
Prova a dire qualcosa, ma le parole non escono e cade a terra con la bocca semi aperta.
Recupero il mio coltello e le frecce, rubo il loro cibo e altre armi e decido di passare il resto della nottata nella loro tenda, ormai vuota.

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